venerdì 1 ottobre 2010

La visita lampo di Sarkozy dal Papa per ricucire sui rom (Rodari)

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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

La visita lampo di Sarkozy dal Papa per ricucire sui rom

Cosa pensa la Santa Sede della politica sui rom del presidente francese?

di Paolo Rodari

Padre Federico Lombardi, il portavoce vaticano, l’ha confermato due giorni fa: l’8 ottobre, di mattina, Nicolas Sarkozy sarà ricevuto dal Papa. L’incontro è stato organizzato in tempi che per la Santa Sede sono strettissimi. A spingere per l’udienza è stato, ovviamente, lo stesso Sarkozy, in calo di consensi e soprattutto in battaglia con Bruxelles a causa dei rimpatri dei Rom: giusto mercoledì Bruxelles ha avviato una procedura d’infrazione contro la Francia. Per Sarkozy l’incontro con Benedetto XVI sarà una salutare photo-opportunity. Lui l’ha voluta. Lui ha stretto sui tempi, col consenso del Vaticano. Perché questo consenso? Il motivo è semplice: il 22 agosto, mentre in Francia erano furenti le polemiche sui rimpatri dei Rom illegittimamente presenti nel paese, Benedetto XVI lesse in francese un richiamo ad “accogliere le legittime diversità umane”.
I media registrarono le sue parole come una netta presa di distanza rispetto alla linea del capo di stato francese sui Rom. In Vaticano questa ricostruzione dei fatti non piacque affatto. Non piacque in segreteria di stato dove il corso Dominique Mamberti regge i rapporti con gli stati per conto del cardinale Tarcisio Bertone. Di qui l’inusuale, quanto ai tempi, convocazione di Sarkozy. Per chiarire. E, insieme, per dare un segnale alla chiesa di Francia la quale, questa estate, attraverso diversi suoi rappresentanti si era distanziata dalla politica dell’Eliseo. Anche perché la linea della chiesa francese non è per nulla univoca. Prova ne sia che il 6 settembre, giorno in cui la comunità Rom sfilava per protesta nelle vie della città, l’arcivescovo André Vingt-Trois aveva detto la sua, in un’omelia significativamente rilanciata nei giorni scorsi da Avvenire. In una messa nella cattedrale di Notre Dame gremita, il presule aveva detto che “la questione è complessa” ed espresso giudizi tutt’altro che ostili a Sarkozy. Diceva Vingt-Trois: “Per coloro che commettono reati è giusto che il governo disponga che siano ricondotti alla frontiera”.
E ancora: “Altri elementi da considerare sono l’assistenza sanitaria e sociale. La legge, infatti, prevede per tutti i residenti nel territorio francese il diritto all’assistenza, ma anche il pagamento dei contributi. Si tratta di un costo considerevole. Per tutte queste ragioni il governo francese intende ridurre il numero dei Rom. Dunque, la questione è legittima. Non si tratta di espulsioni gratuite, perché ricondurre i rom alla frontiera è costoso. Il governo francese si è impegnato con un aiuto economico di 300 euro a persona, pari a tre mesi di salario in Romania, a cui si aggiungono 100 euro per figlio e le spese di viaggio”. “Detto questo – ha proseguito – c’è una questione relativa al modo di mettere in pratica questi respingimenti, che vanno effettuati nel rispetto delle persone, tutelando i principi di umanità e soprattutto evitando misure collettive. Bisogna dire no al trattamento globale e massiccio, ma serve un trattamento individuale. Questo chiediamo al governo francese, e ci auguriamo che lo faccia”.
Cosa pensa la Santa Sede della politica sui Rom di Sarkozy? La risposta è complessa. Dalle autorità vaticane arrivano più silenzi che parole. Certo, prima di dimettersi da segretario del dicastero dei migranti per dedicarsi agli studi sul Concilio Vaticano II, monsignor Agostino Marchetto aveva accusato le autorità di colpire “persone deboli e povere che sono state perseguitate, che furono anch’esse vittime di un ‘olocausto’ e che vivono sempre fuggendo da chi dà loro la caccia”. Ma poi, niente più. Marchetto, una volta dimessosi, non ha più toccato l’argomento e così hanno fatto tutte le altre autorità vaticane. Anche l’Osservatore Romano, che se ritiene di veicolare un messaggio ufficioso della Santa Sede non si fa problemi, ha preferito non esprimersi sull’argomento. Insomma, un silenzio generalizzato che, se legato all’udienza del prossimo 8 ottobre, suona come un aiuto notevole concesso a Sarkozy per uscire dall’angolo. Scrive sul suo blog il vaticanista Sandro Magister: “La verità è che le autorità della chiesa si sono convinte, in Francia e altrove, che i rimpatri dei Rom fuori regola, così come di ogni altra persona illegalmente presente nell’uno o nell’altro paese, non sono affatto di per sé irrazionali o, peggio, criminosi”.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

© Copyright Il Foglio, 1° ottobre 2010 consultabile online anche qui.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Nel vicino Belgio, come diceva Brel, le cattedrali sono le uniche montagne. Eufemia
BELGIO: EX-PRESIDENTE COMMISSIONE CHIESA SU PRETI PEDOFILI, PAPA SI DIMETTA =

Bruxelles, 1 ott. (Adnkronos/Aki) - Il papa Benedetto XVI
dovrebbe dimettersi per dare l'esempio sulla questione dei preti
pedofili. A sostenere questa tesi in un'intervista che comparira'
domani sul quotidiano di lingua fiamminga "De Morgen" e anticipata
oggi dalla stampa belga, e' Peter Adriaenssens, lo psichiatra
infantile ex presidente della Commissione d'inchiesta messa in piedi
dalla Chiesa belga per fare luce sugli abusi sessuali su minori
compiuti da religiosi, poi smantellata dall'inchiesta giudiziaria
della procura di Bruxelles.

"Il papa non dovrebbe accontentarsi di renderci partecipi del
suo dispiacere, ma dovrebbe anche prendere le distanze rispetto a
quella che e' la sua funzione e presentare le sue dimissioni",
soprattutto per mostrare che "questo non avrebbe dovuto succedere e
che non dovra' mai piu' succedere", ha affermato Adriaenssens
nell'intervista.Secondo lo psichiatra, infatti, la Chiesa ha iniziato
a prendere in considerazione la problematica degli abusi ma non
abbastanza. "C'e' una differenza tra essere responsabili e assumersi
la responsabilita'", ha affermato Adriaenssens, portando a esempio le
dimissioni date da due ministri belgi responsabili della giustizia e
interni dopo l'evasione dal carcere del pedofilo pluriomicida Marc
Dutroux, il 'mostro di Marcinelle', da tutti giudicate "logiche" anche
"se non erano loro i suoi secondini".

Quindi "si deve potere ugualmente dire che, dopo tutto quello
che e' successo in seno alla Chiesa, una persona deve prendersi le sue
responsabilita'", ha concluso lo psichiatra, che per tre anni ha
seguito i 475 dossier di abusi delle vittime che hanno avuto il
coraggio di uscire allo scoperto e che, dopo le vicissitudini
giudiziarie della criticata inchiesta, soprattutto da parte del
Vaticano, del magistrato di Bruxelles Wim De Troy, ha deciso di
renderle pubbliche con il loro consenso.

(Lsa/Gs/Adnkronos)
01-OTT-10 10:37

NNNN

Raffaella ha detto...

Questa si' che e' bella!
E che cosa ne facciamo dei vescovi che avrebbero dovuto vigilare e non lo hanno fatto?
E che cosa ne facciamo dei predecessori di Papa Benedetto?
Facciamo come con "Papa Formoso", processato condannato dopo la morte?
Ma facciamola finita!
Che colpa ha Benedetto XVI?
Quella di avere denunciato per primo il problema? Quella di avere fatto pulizia?
O quella di essere Papa nel momento in cui i media hanno deciso che ci si doveva occupare di pedofilia nella Chiesa?
Questo tizio ritratti le enormita' che ha detto, se le ha dette1
R.

Anonimo ha detto...

Seguendo il ragionamento di Adrianssens, per il caso Dutroux, il re se ne sarebbe dovuto andare. A parte i sospetti concreti che la famiglia reale era in qualche modo implicata direttamente. Se il card. DAneels fosse ridotto allo stato laicale o almeno lasciasse la porpora, la cosa sarebbe anche plausibile (come fecere i ministri belgi), ma può il Papa essere responsabile di tutte le malefatte di tutti i preti e le monache del mondo? Sono sempre i cosiddetti cattolici quelli più pericolosi e forsennati. Eufemia

Raffaella ha detto...

Concordo in tutto e per tutto!
Purtroppo i peggiori nemici del Papa e della Chiesa sono certi sedicenti cattolici (e non solo belgi!).
R.

Anonimo ha detto...

Se poi consideriamo che la maggior parte degli abusi venuti a galla quest'anno sono in realtà avvenuti in anni lontani, anche quando Benedetto XVI era ancora solo vescovo, le affermazioni di questo signore appaiono ancora più irrazionali, oltre che destituite di ogni fondamento giuridico e logico. Forse che il Papa non dà l'esempio con la sua santità di vita? o perchè mai dovrebbe prendere le distanze dalla sua funzione (cioè di pastore della Chiesa universale e Vicario di Cristo), come se fosse questa la causa di tutti i mali, perchè dei preti in epoche diverse e a sua totale insaputa si sono dati alla pedofilia? Quale sarebbe il nesso logico fra le sue dimissioni e il fatto indubbio che i preti pedofili non avrebbero dovuto esistere?
Ci vuole molto a pensare che invece le tanto richieste dimissioni siano volute perchè è una persona scomoda che sconvolge le coscienze, anche, o forse soprattutto dei cattolici, adulti e non? Maria Pia

Anonimo ha detto...

Raffaella lei evoca papa Formoso...il problema è che su Giovanni Paolo II si è steso un velo pietoso e non si è ancora indagato per sapere chi coprì le malefatte .
Forse la camarilla che lo attorniava...
Mi rifiuto di credere che il Papa abbia coperto alcunchè ma i suoi collaboratori dovrebbero essere chiamati a dare risposte chiare.

Raffaella ha detto...

Nessuno si assume la propria responsabilita': non lo fa la curia wojtyliana come non lo fa quella ratzingeriana (pensiamo al caso Williamson). In realta' fa comodo a tutti che sia Benedetto XVI sempre e comunque nell'occhio del ciclone.
Si sappia pero' che non tutti (fedeli o meno) hanno le fette di salame sugli occhi e gli involtini di prosciutto nelle orecchie.
R.

Anonimo ha detto...

Raffa, questa la risposta di protect the Pope ai deliri di Adriaenssens
http://protectthepope.com/?p=1488.
Con la sua richiestA lo psichiatra si fa corifeo di quell'ala della Chiesa cattolica, così ben rappresentata in Belgio, che vuole la funzione del Papa concepita in modo diverso. Non più Vicario di Cristo e successore degli a Apostoli, bensì una specie di amministratore delegato che paga per le colpe dei suoi preti e per le omissioni dei suoi predecessori. Chi si dovrebbe dimettere, semmai, è l'intera conferenza episcopale belga.
Alessia

Anonimo ha detto...

Ragionando a mente fredda potrebbe trattarsi di una pericolosa provocazione. Del resto Adriaessens non mi pare incolpi il Papa di alcunché, diciamo che dà scandalo allo scopo, penso, di far riflettere chi di dovere: i vescovi. Quanti di loro, a livello mondiale, nelle diocesi travolte dallo scandalo si sono assunti le proprie responsabilità?
Forse il suo ragionamento è che se l'incolpevole Vescovo di Roma decidesse per questo passo nessuno dei suoi vescovi potrebbe più giocare a far la faccia di tolla.
Ma questa eventuale decisione, e il Papa lo sa benissimo, porterebbe al caos più assoluto, al baratro, allo scisma. Quanti riconoscerebbero un novello papa (minuscolo), scelto da chi poi? Io no per esempio. Nessuno mi parli di intervento dello Spirito Santo, in questo frangente . Per me un nuovo Papa sarà solo alla morte del nostro amato Benedetto. E il più tardi possibile. Mai prima!
Il rischio, adesso, è che qualcuno, per proprio interesse di cordata, decida di amplificare.
Come sempre, conto sulla protezione di Maria Santissima, sulla forza mite, ferma e santa del nostro Papa
Alessia

massimo ha detto...

se volesse essere ragionevole questo spichiatra dovrebbe chiedere prima le dimissioni di tutti i vescovi belgi,la loro riduzione laicale e il depennamento dal collegio cardinalizio del massimo responsabile della chiesa belga negli ultimi 30 anni,Daneels.......anche se io non condivido questo tipo di giustizialismo forse sarebbe più logico....