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Il Papa a Palermo: "Quando incontrate l’opposizione del mondo, sentite le parole dell’Apostolo: «Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro». Ci si deve vergognare del male, di ciò che offende Dio, di ciò che offende l’uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunità civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce!" (Omelia)
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PAPA:CHI FA IL MALE SI VERGOGNI;E ESALTA PUGLISI
(AGI) - Palermo, 3 ott.
(di Salvatore Izzo)
"Ci si deve vergognare del male, di cio' che offende Dio, di cio' che offende l'uomo; ci si deve vergognare del male che si arreca alla Comunita' civile e religiosa con azioni che non amano venire alla luce".
Nell'omelia della grande messa celebrata al Foro Italico di Palermo, Benedetto XVI fa suo con queste parole il grido accorato di Giovanni Paolo II che ad Agrigento il 9 maggio 1993 si rivolse agli uomini della mafia: "nel nome di Cristo, crocifisso e risorto, che e' Via, Verita' e Vita convertitevi, un giorno arrivera' il giudizio di Dio".La Bibbia, ricorda, ci mostra che "l'esempio, colui che non agisce secondo Dio, confida nel proprio potere, ma si appoggia su una realta' fragile e inconsistente, percio' si pieghera', e' destinato a cadere; il giusto, invece, confida in una realta' nascosta ma solida, confida in Dio e per questo avra' la vita".
"A Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano - rileva il Pontefice - difficolta', problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarieta', a causa della mancanza del lavoro, dell'incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale ed a causa della criminalita' organizzata". Ma davanti a questa situazione umanamente disperante, non ci si deve far vincere dal peso dei problemi.
"La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene - denuncia il Papa teologo - a chi e' debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare. Invece, chi e' saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, e' capace di portare la forza dirompente del Vangelo". "Gesu' - scandisce il Ponteficeci invita ad essere umili", ma non ci ha chiesto di essere timidi: "Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carita' e di prudenza". Osiamo, dunque. "Cosi' - spiega - si sono comportati i Santi e le Sante, fioriti, nel corso dei secoli a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, don Pino Puglisi".
"Quando incontrate l'opposizione del mondo - chiede il Pontefice rivolto ai 100 mila fedeli presenti - sentite le parole dell'Apostolo: 'Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro'". Non dimentichiamo mai che la fede, "rende possibili le cose umanamente impossibili, in ogni realta'".
"Popolo di Sicilia - esorta Ratzinger - guarda con speranza al tuo futuro! Fa' emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto e' possibile!". "A voi fedeli laici - insiste - ripeto: non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della societa', nelle molteplici situazioni dell'esistenza umana, soprattutto in quelle difficili. La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre piu' bello alla vostra terra". "Come una leva muove molto piu' del proprio peso, cosi' la fede, anche un pizzico di fede, e' in grado di compiere cose impensabili, straordinarie, come sradicare un grande albero e trapiantarlo nel mare".
"Cari palermitani e cari siciliani, la vostra bella Isola - ricorda Ratzinger nella sua omelia - e' stata tra le prime regioni d'Italia ad accogliere la fede degli Apostoli, a ricevere l'annunzio della Parola di Dio, ad aderire alla fede in modo cosi' generoso che, anche in mezzo a difficolta' e persecuzioni, e' sempre germogliato in essa il fiore della santita'. La Sicilia e' stata ed e' terra di santi, appartenenti ad ogni condizione di vita, che hanno vissuto il Vangelo con semplicita' ed integralita'".
Cosi' la Chiesa locale "e' stata arricchita ed animata da una fede fervida, che ha trovato la sua piu' alta e riuscita espressione nei Santi e nelle Sante". "Penso - continua Benedetto XVI - a santa Rosalia, che voi venerate e onorate e che, dal monte Pellegrino, veglia sulla vostra Citta', di cui e' Patrona.
Ne' va dimenticato come il vostro senso religioso abbia sempre ispirato e orientato la vita familiare, alimentando valori, quali la capacita' di donazione e di solidarieta' verso gli altri, specialmente i sofferenti, e l'innato rispetto per la vita, che costituiscono una preziosa eredita' da custodire gelosamente e da rilanciare ancor piu' ai nostri giorni". "Cari amici - conclude infine il Papa - conservate questo prezioso tesoro di fede della vostra Chiesa; siano sempre i valori cristiani a guidare le vostre scelte e le vostre azioni".
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