domenica 3 ottobre 2010

Palermo attende il Papa. Dieci ore in città (Osservatore Romano)

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Palermo attende il Papa

Dieci ore in città

«Dieci ore in città». Sembra quasi lo slogan di un depliant turistico, uno dei tanti titoli con i quali i media siciliani rilanciano in questi giorni l'avvenimento che Palermo si accinge a vivere domani, domenica 3 ottobre, con la visita del Papa. Il programma è ormai noto nei dettagli. Benedetto XVI giungerà all'aeroporto Falcone-Borsellino intorno alle 9.15. Percorrerà in auto il tragitto sino al Foro Italico Umberto i dove avverrà la cerimonia di benvenuto ufficiale, prima della celebrazione della messa. Dopo la liturgia eucaristica il Papa si recherà nell'arcivescovado dove resterà sino al momento di incontrare i vescovi della Sicilia, in cattedrale, e poi i giovani in piazza Politeama. La partenza per Roma è prevista intorno alle 19.15. Nelle previsioni, dunque, giusto «dieci ore in città».
Si tratterà comunque di dieci ore da vivere intensamente. I motivi sono tanti. Il primo lo ha spiegato l'arcivescovo Paolo Romeo parlando con i giornalisti: «La visita del Santo Padre -- ha detto -- rappresenta il culmine di un cammino intrapreso tre anni fa da tutte le diocesi siciliane; un cammino verso il coinvolgimento dei giovani nella vita religiosa, verso l'incontro con le famiglie per la trasmissione della fede alle nuove generazioni. Dalla visita di Benedetto XVI, fortemente voluta da tutti noi vescovi siciliani, ci aspettiamo un grande stimolo nel nostro percorso di nuova evangelizzazione». Il Papa concluderà infatti la due giorni del convegno organizzato dall'arcidiocesi per giovani e famiglie, il cui titolo -- «Si fida di te» -- più che una provocazione è una sfida alla testimonianza del Vangelo, in un contesto difficile come quello siciliano.
Il secondo motivo è costituito dalla necessità di restituire la speranza a una terra che rischia di restare impantanata nel fatalismo, conseguenza diretta di quello che l'arcivescovo non ha esitato a definire «lo tsunami di una cultura priva di valori etici e morali, favorito anche dai mdia, che sta gradualmente, ma in modo drammatico, desacralizzando la nostra società, appesantita da dubbi, incertezze e paure che spingono all'ozio e impediscono la rinascita».
Terzo e non ultimo motivo, la necessità di dare sostegno e nuovo coraggio a una comunità ecclesiale in prima linea; a una Chiesa spesso unico punto di riferimento per quanti sono alle prese con le tante forme di un disagio reale vissute nella quotidianità. Se ne rendono interpreti i lavoratori cattolici palermitani nella lettera aperta indirizzata a Benedetto XVI per manifestargli la loro piena disponibilità a operare per il riscatto civile della Sicilia e per un progetto di sviluppo incentrato sull'uomo, sulla famiglia e sul lavoro. Plaudono all'invito del Papa a recuperare una «dimensione etica nella politica» e manifestano la loro «piena e filiale fiducia» nella sua presenza tra di loro e nella sua parola per incamminarsi sulla via di uno sviluppo solidale.
Il Papa va a Palermo. Con sé porta non soluzioni politiche, ma la parola del Vangelo, per confermare i suoi fratelli nella fede. Parlerà innanzitutto ai pastori della Chiesa in Sicilia. Sulla scia di quanto già fece il suo predecessore Giovanni Paolo II testimonierà che il ministero sacerdotale dei consacrati -- ma anche il sacerdozio comune di tutti i battezzati -- richiede ancora oggi una operosità che non conosce stanchezza e non indietreggia dinanzi alle sfide, da chiunque siano poste. C'è da credere che additerà l'esempio di quei siciliani che nei secoli scorsi hanno raggiunto i vertici della santità per amore e quello di quanti si sono immolati ai nostri giorni per difendere la dignità di una popolazione vessata e vilipesa. Immancabile il riferimento a don Pino Puglisi. Tra l'altro in questi giorni a Palermo è stato messo a punto un appello, sottoscritto da diversi esponenti della comunità siciliana, per il riconoscimento del martirio del parroco assassinato. L'appello è stato letto venerdì pomeriggio a Palazzo delle Aquile e sarà consegnato al Papa nel corso della sua visita.
Benedetto XVI si rivolgerà ai giovani. Condividerà con loro ansie per un futuro che vedono incerto. In lui essi cercano il coraggio per restare ancora dalla parte della speranza, così come quindici anni fa aveva raccomandato Giovanni Paolo II quando disse «Cristo è il Dio della speranza, della novità, del futuro». Cercheranno la forza di mostrare al mondo degli adulti quanto la rinuncia alla speranza sia la più sottile e insidiosa tentazione del nostro tempo. (mario ponzi)

(©L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2010)

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