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Omelia del cardinale arcivescovo di Sydney in San Paolo Fuori le Mura
Mary MacKillop contro ogni ostacolo
Pubblichiamo l'omelia che il cardinale arcivescovo di Sydney ha pronunciato, oggi, nella basilica papale di San Paolo Fuori le Mura, durante la celebrazione eucaristica per gli ottomila pellegrini australiani giunti a Roma in occasione della canonizzazione della prima santa australiana, Mary MacKillop, avvenuta, ieri, domenica.
di George Pell
Più di 8.000 australiani in piazza san Pietro e centinaia di migliaia nel mondo hanno assistito ieri a un grande momento della nostra storia.
Papa Benedetto XVI ha presieduto la canonizzazione della nostra prima santa, st. Mary of the Cross. Per noi è stato un momento di umiltà e anche di orgoglio.
L'Australia, Paese giovane con una popolazione cattolica minoritaria, ha fatto del bene, ma non ha ancora posto rimedio agli errori commessi verso le nostre sorelle e i nostri fratelli aborigeni.
Siamo molto fortunati a ottenere la nostra prima santa così presto nella nostra storia. Ci sentiamo umili perché questa donna soffrì tanto e fu trattata molto male in numerosi occasioni dai suoi concittadini australiani.
Ci sentiamo orgogliosi perché la nostra prima santa nutriva una fede straordinariamente profonda e una speranza che le permise di perseverare attraverso ogni prova.
Mary MacKillop rispettò e amò le persone anche se si comportavano nel peggiore dei modi perché riusciva ad andare oltre le loro azioni erronee, i loro errori, e a vedere in loro la dignità della persona umana, il Cristo nascosto. Risolveva le difficoltà sempre con rispetto, carità e verità.
Mary MacKillop è nota per avere parlato di una pace interiore che nessun dolore riusciva a scalfire. Guardare tutte quelle persone riunite a san Pietro mi ha ricordato di quando ero giovane e sciocco e dicevo sempre che gli australiani non erano così pessimi da aver bisogno di un santo. Per fortuna, sono migliorato e ho cambiato idea, almeno su questo tema.
Tutti abbiamo bisogno di santi. I cattolici riconoscono Mary MacKillop come una di loro. Tutta l'Australia riconosce Mary MacKillop come una sua concittadina. Non è facile divenire santi nonostante ciò che alcuni critici sostengono, equivocano o semplicemente rifiutano di riconoscere. È difficile seguire nella vita gli insegnamenti di Cristo in maniera eroica.
Il Vaticano svolge un esame dettagliato nel corso di molti anni. Non si tratta di una gara di popolarità, né della ricerca di un talento. I santi non vengono fatti, ma riconosciuti per la santità della loro vita. I santi devono affrontare le sfide del loro tempo, rispondere loro e promuovere un rinnovamento religioso.
Mary offrì educazione e istruzione religiosa a molti giovani poveri, soprattutto nelle zone rurali.
Mary MacKillop è al centro della tradizione cattolica. È stata insolita nella fede e nella preghiera, nella sua capacità di ispirare gli altri a unirsi a lei, nella sua capacità di perdonare, nonché nella lealtà verso le sue suore e la gerarchia della Chiesa, che non sempre la trattava bene.
Cercò a Roma e nel Papa protezione e la ricevette. Mi chiedo quanti avrebbero avuto la forza di affrontare le difficoltà che ha incontrato Mary e restare ancora credenti. Scomunicata da un vescovo mal consigliato e clamorosamente sconsiderato, maltrattata da un altro vescovo che si potrebbe descrivere soltanto come un provocatore, accusata di immoralità, irresponsabilità finanziaria e antagonismo verso i sacerdoti, rimase fedele a Cristo, leale ai sacerdoti e obbediente ai vescovi.
Mary MacKillop non aveva certamente un carattere debole, nonostante per molti anni la sua salute sia stata cagionevole. Manteneva le sue posizioni, ma sempre con carità e calma.
Desiderava fare la volontà di Dio e vi riuscì in modo splendido. Per questo motivo Dio ha benedetto i suoi sforzi con frutti tanto abbondanti. Grazie alla sua fede salda fu tenace nell'aderire ai propri piani, nel rifiutare di abbandonare i suoi principi. Penso che Mary MacKillop sia così tanto accettata da cattolici e da non cattolici perché era naturalmente molto buona, ma anche molto normale, affatto eccentrica o pretenziosa.
Rivendichiamo i suoi punti di forza e le sue qualità come tipicamente australiani. Seguendo questo evento storico spero che i nostri giovani, in particolare, trovino motivi per ammirare Mary e imitarne il coraggio, la determinazione, la fede, la speranza e la carità. Ha perseverato nonostante le avversità, resistito alle ingiustizie in modo risoluto, perdonato quanti l'hanno trattata ingiustamente e ha seguito una vita di fede e di preghiera. È un'ispirazione per noi e rimarrà tale per tutte le prossime generazioni di australiani.
Mary direbbe: «Non guardare mai un bisogno senza intervenire». Spero che tutte le prossime generazioni ricordino quelle parole perché sono le parole di una santa.
Infine, ieri, nel corso dell'antica cerimonia, ho ricordato le semplici parole che nell'agosto del 1909, a Sydney, il cardinale Patrick Moran pronunciò al capezzale di Mary of the Cross. Disse alle suore: «La sua morte recherà molte benedizioni, non solo a noi, e alla sua congregazione, ma a tutta la Chiesa australiana». E congedandosi aggiunse: «Oggi sono stato al capezzale di una santa».
Infatti era così.
(©L'Osservatore Romano - 18-19 ottobre 2010)
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