lunedì 18 ottobre 2010

Settimana Sociale: vivace scambio di battute in conferenza stampa. Protagonisti l'inviato di Famiglia Cristiana ed il giornalista della Settimana del clero (Izzo)

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Chiedo scusa per la latitanza :-))

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Leggiamo attentamente il testo:

SETTIMANA SOCIALE: NEI PARTITI MANCA DEMOCRAZIA INTERNA

Salvatore Izzo

(AGI) - Reggio Calabria, 16 set.

"Quando e' cosi', allora meglio non andare a votare". Questa considerazione di un delegato e' stata accolta con un "buuuuuu" da parte degli altri partecipanti alla riunione del gruppo di studio "politica e riforme istituzionali" al quale hanno aderito ieri e oggi i rappresentanti
piu' agguerriti delle diocesi italiane presenti alla Settimana Sociale in corso a Reggio calabria. Ne ha riferito ai giornalisti Lucia Fronza Crepaz, gia' parlamentare dc e oggi esponente di primo piano del Movimento dei Focolari. Lo sfogo del delegato non ha trovato consenso da parte degli altri ma, ha spiegato, "la preoccupazione per la democrazia nei partiti e' stata al primo posto nella classifica degli interventi: la forma va cambiata ma e' stato riconosciuto che si tratta di un corpo intermedio indispensabile.
Ed e' stata ricordata - ha sottolineato Fronza Crepaz - la proposta di Don Sturzo ai costituenti: facciamone associazioni di diritto pubblico.
Oggi per questo - ha aggiunto - servirebbe pero' una legge costituzionale e dunque ci si potrebbe forse accontentare che i partiti siano tenuti a un bilancio pubblico e ad una chiarezza democratica. L'importante e' che le cose cambino: oggi noi cattolici formiamo i giovani per la politica e quando essi arrivano nei partiti vengono scoraggiati". Tranne quel delegato, c'e' stata, ha detto ancora Fronza Crepaz, "l'unanimita' sull'esigenza di una legge elettorale che garantisca un allargamento della rappresentanza".
"Nel Parlamento - ha ricordato l'ex deputata dc - c'e' per noi cattolici una 'Grazia di stato'. Occorre che si trovi pero' il modo di rendere piu' chiara la delega che diamo ai nostri politici". La presidente del gruppo di studio ha poi riferito che la base cattolica rappresentata all'incontro di Reggio Calabria (che non e' a sua volta rappresentativa di tutta la Chiesa, in quanto molti nelle parrocchie italiane preferiscono impegnarsi in attivita' liturgiche e pastorali prima che nella pastorale sociale e non a caso nessun delegato sembra riconoscersi nelle posizioni della Lega, che tuttavia in alcune regioni del Nord raccoglie i voti della maggior parte dei fedeli) non ha condiviso esplicitamente il "si'" al federalismo che pure, ha sottolineato la presidente del gruppo, "ha ottenuto in Parlamento un consenso bipartisan e l'astensione del Pd. "Abbiamo preferito prendere atto che la scelta per il federalismo e' ormai un fatto e d'altra parte sta nella Costituzione e nelle cose. Abbiamo pero' l'idea:che esso vada qualificato come solidale. Dobbiamo occuparci ad esempio delle risorse ai comuni e non dimenticare che la Costituzione utilizza il verbo "riconoscere" in due punti: quando parla di famiglia e quando parla di autonomie locali". Al gruppo di studio sui problemi del mondo del lavoro (dove e' stata espressa solidarieta' alla Cisl e al suo leader Bonanni per le aggressioni dei giorni scorsi) il tema piu' gettonato e' risultato quello della paura e dell'insicurezza per il futuro, "con sensibilita' molto diverse - ha riferito il presidente del Mcl Carlo Costalli - riguardo al concetto della flessibilita' che per alcuni finisce con il
nascondere lo spettro della precarieta'". Unanimita' invece, ha assicurato Costalli, "c'e' stata riguardo alla condanna dell'evasione fiscale e all'esigenza che la Chiesa alzi la voce per condannarla". Lo stesso consenso e' emerso riguardo alla lotta contro la criminalita' organizzata che nei gruppi di studio - hanno riferito tutti i presidenti - ha trovato eco in diversi appelli alla speranza, richiami alla partecipazione e inocraggiamento all'impegno delle
Forze dell'Ordine e della Magistratura. Su questo si sono pronunciati con forza i partecipanti al gruppo su immigrazione e integrazione (che hanno denunciato il persistere in Italia di discriminazione e sopprusi contro gli stranieri accolti tutt'altro che da fratelli), quelli che hanno studiato il tema della mobilita' sociale (che in Italia non e' garantita a causa della difficolta' per i giovani di accedere alle professioni) e quelli che hanno dibattituo sul tema dell'educazione, i quali hanno pero' dato un giudizio di "estrema positivita'" sull'impegno in atto da parte della Chiesa nel settore e sottolineato che i media avrebbero un ruolo importante in questo settore essendo essi stessi "un ambito informale di educazione".
A proposito di quest'ultimo tema, va registrato un vivace scambio di battute, nella conferenza stampa di oggi, che ha avuto per protagonista l'inviato di Famiglia Cristiana, il quale ha protestato perche' i giornalisti non sono stati ammessi ai lavori di gruppo (il portavoce della Cei, don Domenico Pompili, ha risposto che si voleva garantire piena liberta' di esprimersi ai delegati). A testimoniare che cattolicesimo italiano e' tutt'altro che ingessato e monolitico, ci ha pensato anche il giornalista della Settimana del clero, il quale, intervenendo con una domanda sul tema, ha accomunato all'evasione fiscale l'esenzione degli enti ecclesiastici dall'Ici. Se nei partiti manca la democrazia interna, lo stesso non puo' dirsi del mondo cattolico.

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"la base cattolica rappresentata all'incontro di Reggio Calabria (che non e' a sua volta rappresentativa di tutta la Chiesa, in quanto molti nelle parrocchie italiane preferiscono impegnarsi in attivita' liturgiche e pastorali prima che nella pastorale sociale e non a caso nessun delegato sembra riconoscersi nelle posizioni della Lega, che tuttavia in alcune regioni del Nord raccoglie i voti della maggior parte dei fedeli..."

Eppure moltissimi leghisti sono impegnati nel volontariato sociale.
Siamo sicuri che è sempre la politica che esclude o discrimina i Cattolici? Non è che, specie in certe aree, sono i "cattolici" o meglio le organizzazioni cattoliche a non adottare alcun dialogo e a fare discriminazioni nella politica, specie se troppo legata al concetto tabù di "tradizione"?

Anonimo ha detto...

Mi chiedo, per esempio, se a Reggio Calabria qualcuno abbia colto gli indirizzi che, dalla 'Deus caritas est' in poi, il Santo Padre sta faticosamente cercando di introdurre nella Chiesa in materia di immigrazione.
Dal Messaggio del Papa alla settimana Sociale:
"Superata la fase dell'emergenza, nella quale la Chiesa si è spesa con generosità per la prima accoglienza, è necessario passare a una seconda fase, che individui, nel pieno rispetto della legalità, i termini dell'integrazione. Ai credenti, come pure a tutti gli uomini di buona volontà, è chiesto di fare tutto il possibile per debellare quelle situazioni di ingiustizia, di miseria e di conflitto che costringono tanti uomini a intraprendere la via dell'esodo, promuovendo nel contempo le condizioni di un inserimento nelle nostre terre di quanti intendono, con il loro lavoro e il patrimonio della loro tradizione contribuire alla costruzione di una società migliore di quella che hanno lasciato. Nel riconoscere il protagonismo degli immigrati, ci sentiamo chiamati a presentare loro il Vangelo, annuncio di salvezza e di vita piena per ogni uomo e ogni donna."

Il Papa chiede alla Chiesa di passare dall'accoglienza, all'individuazione delle condizioni per l'integrazione nella legalità. Invita a combattere le piaghe che determinano le migrazioni, a promuovere l'integrazione degli uomini di buona volontà e ad evangelizzarli.

Sono temi che non mi pare trovino una grande eco nei discorsi della settimana sociale e dei cattolici "sociali" organizzati.
Ma in generale mi pare che questi facciano un po' di fatica a fare un salto di qualità dal buonismo mondano alla "Caritas in Veritate" promossa dal Papa.

Voto subito, democrazia nei partiti, cambio della legge elettorale, no al federalismo e se proprio ce lo dobbiamo subire allora solidale, lotta al precariato, all'evasione fiscale, alla criminalità organizzata sostenendo Forze dell'Ordine e Magistratura...

In generale mi pare che l'agenda dei discorsi ricalchi più gli schemi della politica, che non le sfide ambiziose che il Santo Padre pone ai Cattolici ancorando ogni "fare" alla fede in Gesù Cristo e alla conversione dei cuori.