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Rom, il "mea culpa" di Sarkozy
Oggi incontro con il Papa. Il presidente vuol ricucire i rapporti con la Santa Sede
CITTÀ DEL VATICANO
Il terzo incontro di oggi del presidente francese Nicolas Sarkozy con Benedetto XVI – dopo quelli in Vaticano del 20 dicembre 2007 e a Parigi del 12 settembre 2008 – nasce da un'esigenza particolare, per la quale l'inquilino dell'Eliseo ha spinto fortemente: ricucire con la Santa Sede dopo le polemiche sulle espulsioni dei rom.
Una finalità che ha visto l'organizzazione della visita procedere e andare a compimento a passi ultra-rapidi, in tempi inusitati per il protocollo vaticano. Per Sarkozy, la foto in cui stringe la mano al Papa è un'occasione vitale in una fase di calo di consensi e in cui la Francia è sotto tiro a livello europeo proprio per i rimpatri delle comunità gitane. E il Vaticano, dove un francese come Dominique Mamberti fa da "ministro degli esteri" sotto l'egida del segretario di Stato Tarcisio Bertone, ha dato ampio consenso alla visita-lampo.
Il tutto ha origine il 22 agosto scorso, quando nell'Angelus domenicale da Castel Gandolfo, in piena bufera sulle espulsioni dei rom decise dal governo francese, il Papa ha lanciato il suo appello – rivolto proprio ai pellegrini francesi e solo nella loro lingua – alla «fraternità universale», all'accoglienza di persone «di tutte le nazioni e di tutte le lingue», e all'accettazione delle «legittime diversità umane».
Queste parole, interpretate come una bacchettata sulle dita di Sarkozy, hanno fatto molto discutere in Francia, dove interventi diretti della Chiesa su questioni squisitamente politiche sono ritenuti eventi del tutto inusuali. A questo si sono aggiunte negli stessi giorni le condanne di vari uomini di Chiesa francesi verso le espulsioni dei rom, insieme alle prese di posizione estremamente critiche dell'allora segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, l'arcivescovo Agostino Marchetto, peraltro "pensionato" dal Papa – anche in quel caso con tempi velocissimi e senza neanche la nomina di un sostituto – il 28 agosto scorso.
Con l'udienza di oggi a Palazzo apostolico, Sarkozy ha l'occasione di chiudere la polemica una volta per tutte, "incassando" in Vaticano l'accoglienza cordiale, le strette di mano, gli scambi di regali, e chiarendo la questione nel colloquio a tu per tu con Ratzinger. La visita, precisa l'Eliseo, durerà in tutto cinque ore.
Sarkozy incontrerà prima Benedetto XVI e poi il cardinal Bertone. Il programma prevede poi una visita della basilica di San Pietro, una sosta alla cappella di Santa Petronilla, la martire, figlia spirituale di San Pietro, adottata dalla Francia come patrona. Nella cappella Sarkozy sosterà per un «momento di raccoglimento» e una «cerimonia per la Francia» officiata dal cardinale francese Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Il tutto si concluderà infine con un pranzo insieme a una trentina di «alti prelati» all'ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
È proprio alla vigilia della visita di Nicolas Sarkozy in Vaticano che nuove imbarazzanti rivelazioni relative alla discriminazione dei Rom da parte della gendarmeria vengono a guastare le feste del presidente francese. Una vera e propria beffa per il capo dell'Eliseo. Il titolone in prima pagina pubblicato ieri mattina dal quotidiano Le Monde certo non aiuterà il presidente nella sua missione: «La gendarmeria utilizza un database illegale che colpisce i Rom e i nomadi». Sottotitolo: «Quattro associazioni hanno denunciato questo sistema di raccolta dati nel quale figurano le origini razziali ed etniche». Rivelazioni scomode per Sarkozy.(f.g.)
© Copyright Gazzetta del sud, 8 ottobre 2010
Ci si augura che l'udienza sia occasione per presentare al Papa le scuse del governo francese per le sparate di Minc.
R.
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