martedì 23 novembre 2010

Benedetto XVI nel volume “Luce del mondo” affronta temi spinosi. In modo non scontato (Rsi)

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Benedetto XVI sottolinea che gli omosessuali vanno rispettati come persone che "non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze". Il senso della sessualità è però un altro

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Omosessualità, profilattici, abusi sessuali nel nuovo libro del Papa

Benedetto XVI nel volume “Luce del mondo” affronta temi spinosi. In modo non scontato.

Sta facendo discutere, e parecchio, il nuovo libro di Benedetto XVI intitolato “Luce del mondo”, uscito oggi.
Nel libro-intervista curato dal giornalista tedesco Peter Seewald, Papa Ratzinger affronta molti temi complessi, da lungo tempo oggetto di pareri controversi.

Abusi sessuali

Negli abusi sessuali e nei casi di pedofilia dei preti, a partire dagli anni Sessanta, si era dimenticata la necessità di punire, applicata invece fino agli anni Cinquanta, afferma il Papa. Si tratta ora, chiarisce Benedetto XVI, di recuperare «il diritto e la necessità della pena», perché l'amore non è solo «gentilezza e cortesia», ma anche «verità».
Negli anni Sessanta, argomenta papa Ratzinger, «dominava la convinzione che la Chiesa non dovesse essere una Chiesa di diritto, ma una Chiesa d'amore; che non dovesse punire. Si spense in tal senso la consapevolezza che la punizione può essere un atto d'amore».
«Oggi - prosegue - dobbiamo imparare nuovamente che l'amore per il peccatore e l'amore per la vittima stanno nel giusto equilibrio per il fatto che io punisco il peccatore nella forma possibile e appropriata. In questo senso nel passato c'è stata una alterazione della coscienza per cui è subentrato un oscuramento del diritto e della necessità della pena. Ed in fin dei conti anche un restringimento del concetto di amore, che non è soltanto gentilezza e cortesia, ma che è amore della verità. E della verità fa parte anche il fatto che devo punire chi ha peccato contro il vero amore».

Omosessualità

L'omosessualità è «una grande prova» di fronte alla quale una persona può trovarsi, «così come una persona può dovere sopportare altre prove». Ma «non per questo diviene moralmente giusta».
Nel capitolo 14 si legge: «Se qualcuno presenta delle tendenze omosessuali profondamente radicate - ed oggi ancora non si sa se sono effettivamente congenite oppure se nascano invece con la prima fanciullezza - se in ogni caso queste tendenze hanno un certo potere su quella data persona, allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove».
Benedetto XVI sottolinea che gli omosessuali vanno rispettati come persone che «non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo. E tuttavia - osserva il Papa - il senso profondo della sessualità è un altro. Si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini, che l'evoluzione ha generato la sessualità al fine della riproduzione». «Si tratta - prosegue Benedetto XVI - della profonda verità di ciò che la sessualità significa nella struttura dell'essere umano». Parlando poi dell'omosessualità come di «una grande prova» che una persona può trovarsi a sopportare, il Papa rimarca che «non per questo l'omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto».

Profilattici

«Concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità - afferma il Papa -, e questa banalizzazione rappresenta proprio la pericolosa ragione per cui tante e tante persone nella sessualità non vedono più l'espressione del loro amore, ma soltanto una sorta di droga, che si somministrano da sè.
Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinchè la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalità».
Secondo Ratzinger, «vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole».
Tuttavia, aggiunge, «questo non è il modo vero e proprio per vincere l'infezione dell'Hiv. È veramente necessaria una umanizzazione della sessualità».

Burqa

Parlando del burqa Benedetto XVI afferma che se le donne islamiche indossano il burqa «volontariamente», «non vedo perché glielo si debba impedire». Il Papa non vede «ragione di una proibizione generalizzata. Si dice che alcune donne non lo portino volontariamente ma che in realtà sia una sorta di violenza imposta loro. «Chiaro che con questo non si può essere d'accordo. Se però volessero indossarlo volontariamente, non vedo perché glielo si debba impedire».

Infallibilità del Papa

«In determinate circostanze e a determinate condizioni, il Papa può prendere decisioni in ultimo vincolanti grazie alle quali diviene chiaro cosa è la fede della Chiesa, e cosa non è. Il che non significa che il Papa possa di continuo produrre 'infallibilità'».

Rinuncia del Papa

«Se un Papa si rende conto con chiarezza che non è più capace, fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio, allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l'obbligo, di dimettersi».
«Quando il pericolo è grande non si deve scappare via», dice ancora Benedetto XVI, rispondendo alla domanda se ha mai pensato alla possibilità delle dimissioni. «Per questa ragione - prosegue -, ora certamente non è il tempo di dimettersi.
Proprio in un tempo come questo si deve tenere duro e sopportare la difficile situazione. Questa è la mia visione».
«Ci si può dimettere in un momento di pace o quando semplicemente non si può più andare avanti. Ma non si deve scappare dai pericoli e neanche dire che qualcun altro dovrebbe farlo».

Giudizio universale

Il giudizio universale è da intendersi solo a livello simbolico? ''Assolutamente no. Vi sarà un autentico giudizio universale''.

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