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Benedetto XVI nella Messa in San Pietro con i nuovi cardinali: servite la fede nell’obbedienza alla Croce. Appelli all’Angelus per i cristiani perseguitati in Iraq e per gli alluvionati in Colombia e speciali preghiere per le vittime della strada e per le comunità di clausura
Il primo servizio del Papa è quello della fede e di persistere nell’obbedienza alla croce e cosi anche debbono fare i cardinali. Lo ha ricordato Benedetto XVI nell’omelia della Santa Messa celebrata stamane nella Basilica vaticana con i 24 nuovi porporati aggregati ieri al Collegio cardinalizio, nel corso del Concistoro pubblico. Il Santo Padre ha poi rivolto all’Angelus due appelli per i cristiani perseguitati e per gli alluvionati in Colombia e un richiamo alla prudenza sulle strade, assicurando le sue preghiere per tutte le vittime di incidenti. Il servizio di Roberta Gisotti:
Porporati, vescovi, autorità, ambasciatori e fedeli di tutto il mondo riuniti nella Basilica di San Pietro con il Papa per una “lieta circostanza”: la Messa con i nuovi porporati e la consegna dell’anello cardinalizio, “sigillo” del “patto nuziale con la Chiesa”, con su “raffigurata l’immagine della Crocefissione”.
Nell’odierna solennità di Cristo Re, che chiude l’anno liturgico, Benedetto XVI ha chiesto di “meditare profondamente sul ministero del Vescovo di Roma e su quello ad esso legato dei cardinali alla luce della regalità di Gesù”.
“Il primo servizio del Successore di Pietro è quello della fede”.
“Pietro - ha spiegato il Papa - diviene ‘pietra’ della Chiesa in quanto portatore del Credo”, una fede la sua “dapprima acerba e ancora ‘troppo umana’, ma poi, dopo la Pasqua, matura e capace di seguire Cristo fino al dono di sé; matura nel credere che Gesù è veramente il Re; che lo è proprio perché è rimasto sulla Croce, e in quel modo ha dato la vita per i peccatori”:
“Il dramma che si svolge sotto la croce di Gesù è un dramma universale; riguarda tutti gli uomini di fronte a Dio che si rivela per quello che è, cioè Amore”.
Il successore di Pietro e i cardinali sono dunque chiamati “a stare con Gesù, come Maria e non chiedergli di scendere dalla croce, ma rimanere lì con Lui”.
“E questo, a motivo del nostro ministero, dobbiamo farlo non solo per noi stessi, ma per tutta la Chiesa, per tutto il popolo di Dio”.
Infatti “la croce fu il punto critico della fede di Simon Pietro e degli altri apostoli”, “erano uomini e pensavano ‘secondo gli uomini’, non potevano tollerare l’idea di un Messia crocefisso”. Ecco che, la conversione di Pietro si realizza pienamente quando rinuncia a voler salvare Gesù e accetta di essere salvato da Lui”, ha spiegato il Santo Padre.
“Anche il mio ministero, cari Fratelli, e di conseguenza anche il vostro, consiste tutto nella fede. Gesù può costruire su di noi la sua Chiesa tanto quanto trova in noi di quella fede vera, pasquale, quella fede che non vuole far scendere Gesù dalla Croce, ma si affida a Lui sulla Croce”.
“Il luogo autentico del Vicario di Cristo è la Croce, persistere nell’obbedienza della Croce”, ha ribadito Benedetto XVI:
“E’ difficile questo ministero, perché non si allinea al modo di pensare degli uomini, a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in noi stessi. Ma questo è e rimane sempre il nostro primo servizio, il servizio della fede, che trasforma tutta la vita”:
“Credere che Gesù è Dio, che è il Re proprio perché è arrivato fino a quel punto, perché ci ha amati fino all’estremo”.
“Il Papa e i Cardinali sono chiamati ad essere profondamente uniti prima di tutto in questo: tutti insieme, sotto la guida del Successore di Pietro, devono rimanere nella signoria di Cristo, pensando e operando secondo la logica della Croce – e ciò non è mai facile né scontato”.
E’ “all’interno di questo disegno, che trascende la storia e, al tempo stesso, si rivela e si realizza in essa, trova posto la Chiesa, ‘corpo’ di cui Cristo è ‘il capo’”:
….“ecco qual è la nostra gioia: quella di partecipare, nella Chiesa, alla pienezza di Cristo attraverso l’obbedienza della Croce, di “partecipare alla sorte dei santi nella luce”, di essere stati “trasferiti” nel regno del Figlio di Dio.
E’ tornato a parlare il Papa all’Angelus della solennità di Cristo Re, istituita da Pio XI nel 1925, citando poi il Vangelo odierno di San Luca, che “presenta, come in un grande quadro, la regalità di Gesù nel momento della crocefissione”. Da qui l’invito a scorgere “la via dell’amore che il Signore ci rivela e ci invita a percorrere anche nell’arte cristiana.” Quindi l’affidamento alla Madonna dei neo-porporati nell’odierna memoria della Presentazione al Tempio alla Vergine Maria.
Dopo la recita mariana Benedetto XVI ha rivolto alcuni accorati appelli a partire dall’Iraq, nell’odierna Giornata di preghiera in Italia per i cristiani perseguitati.
“Mi unisco a questa corale invocazione al Dio della vita e della pace, affinché in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa. Sono vicino a questi fratelli e sorelle per l’alta testimonianza di fede che rendono a Dio”.
Poi per i tanti morti ed oltre un milione di alluvionati in Colombia.
“Auspicando che gli appelli alla solidarietà siano ascoltati, elevo preghiere al Signore per le vittime e per quanti stanno vivendo ore di ansia e sofferenza”.
Quindi nella Giornata pro Orantibus ha chiesto di sostenere concretamente le comunità di clausura. Non ha dimenticato infine speciali preghiere per le vittime della strada, ricorrendo oggi la giornata loro dedicata.
….“incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, che sta dando buoni risultati, ricordando sempre che la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri”.
Nei saluti finali nelle varie lingue, il Santo Padre ha segnalato la presenza tra i numerosi fedeli raccolti in piazza San Pietro di una qualificata rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri e dei volontari del “Banco Alimentare” giunti a chiedere al benedizione del Papa prima della colletta di sabato prossimo.
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domenica 21 novembre 2010
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