sabato 12 dicembre 2009

Benedetto XVI «condivide lo sdegno e la vergogna» provati da tantissimi irlandesi per lo scandalo degli abusi sessuali sui bambini (Tornielli)


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Roma
Benedetto XVI «condivide lo sdegno e la vergogna» provati da tantissimi irlandesi per lo scandalo degli abusi sessuali sui bambini perpetrati da esponenti del clero cattolico, e assicura che la Chiesa farà ogni sforzo per evitare che «eventi vergognosi» come questi si ripetano.
È duro il comunicato che la sala stampa della Santa sede ha diffuso ieri a fine mattinata, al termine dell’incontro tra il Papa, il cardinale di Armagh, l’arcivescovo di Dublino e alcuni cardinali capi dicastero della Curia romana.
Un vertice durato un’ora e mezza, e che ha preso in esame il recente rapporto dell’«Irish Commission of Investigation» riguardante gli abusi sessuali nelle scuole e negli istituti cattolici, che segue di qualche mese il rapporto Ryan, altrettanto sconvolgente, riguardante le violenze commesse in tutta l’Irlanda. Ratzinger, che da cardinale volle adottare la «tolleranza zero» contro la pedofilia, ha discusso con i due massimi responsabili della Chiesa irlandese e i suoi collaboratori, dicendosi «profondamente turbato e addolorato» per i contenuti del rapporto. Ha espresso «profondo rincrescimento per le azioni di alcuni membri del clero che hanno tradito le loro promesse solenni a Dio nonché la fiducia riposta in loro dalle vittime e dalle loro famiglie, e dalla società in generale». E ha detto di condividere «lo sdegno, la sensazione di tradimento e la vergogna provati da così tanti fedeli in Irlanda», unendosi «a loro in preghiera in questo momento difficile nella vita della Chiesa» e invitando tutti i cattolici del mondo a fare lo stesso e a pregare per le vittime degli abusi, «crimini odiosi».
Benedetto XVI ha quindi ribadito che «la Chiesa continuerà a seguire questa grave questione con la maggiore attenzione possibile per comprendere meglio in che modo si sono verificati questi eventi vergognosi e qual è il modo migliore per elaborare strategie efficaci e sicure per evitare che si verifichino di nuovo». Ha assicurato che «la Santa sede prende molto seriamente le questioni centrali sollevate dal rapporto, incluse quelle relative al governo di capi della Chiesa locale con la responsabilità fondamentale della cura pastorale di bambini». E ha infine annunciato la prossima pubblicazione di una lettera pastorale ai fedeli d’Irlanda «nella quale indicherà con chiarezza le iniziative che devono essere prese in risposta alla situazione».
Il duro comunicato, ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - «rispecchia l’atteggiamento e lo stile del Papa».
Nel testo non si accenna alle dimissioni dei vescovi coinvolti perché accusati di non aver provveduto a dovere mettendo i sacerdoti colpevoli in condizione di non nuocere più. I preti e religiosi coinvolti, una cinquantina, si sono macchiati di numerosi abusi, ma non sono stati fermati. E l’episcopato irlandese è oggi accusato di aver nascosto e coperto, senza intervenire. Le diocesi d’Irlanda sono 26, i vescovi che potrebbero dimettersi (spontaneamente o su suggerimento di Roma) vanno da un minimo di quattro a un massimo di dieci.
La triste vicenda irlandese mette in luce ancora una volta la necessità di una maggiore attenzione e cura nel processo con cui vengono individuati e designati i nuovi vescovi.

© Copyright Il Giornale, 12 dicembre 2009 consultabile online anche qui.

L'ultimo punto, individuato da Tornielli, mi sembra essenziale e fondamentale anche per il futuro.
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

C'e' un atteggiamento cattolico che porta sistematicamente a coprire, piuttosto che a fare chiarezza anche con carita', ma chiarezza. Potrei parlare della Diocesi di .... il cui vescovo ora defunto, in un caso di sevizie di un sacerdote (il parroco fu poi condannato nella giustizia statale, mentre il giudizio ecclesiale e' ancora in corso...... ), si permetteva non appena avuto notizie dell'avvio delle indagini della magistratura, di avvertire il reo... Per questo fatto il vescovo fu chiamato in tribunale.

Cosi' proprio non va......

Questi attegiamenti purtroppo sono molto comuni tra clero, vescovi, laici impegnati.

Perche'???

Perche' molto spesso prevale le esigenze della istituzione sulla necessita' della verita' e il rispetto delle vicende.

Devono essere scelti ottimi vesvovi, ma anche ottimi direttori di seminario.

Bisogna imparare a parlare delle cose cosi' come sono, senza tante pruderie, e anche della grande omosessualita' che pervade i seminari.