martedì 12 gennaio 2010

Il Papa: «I cristiani sono in pericolo. Tutelare il creato esigenza morale» (Gagliarducci)


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Il Papa: «I cristiani sono in pericolo Tutelare il creato esigenza morale»

Andrea Gagliarducci

Tra «quanti abbandonano la propria terra», Benedetto XVI annovera i «cristiani in Medioriente».
I quali, denuncia, «colpiti in varie maniere, fin nell'esercizio della loro libertà religiosa, essi lasciano la terra dei loro padri in cui si è sviluppata la Chiesa dei primi secoli. È per offrire loro un sostegno e per far loro sentire la vicinanza dei fratelli nella fede, che ho convocato, per l'autunno prossimo, l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente».
Il Papa parla durante il consueto appuntamento i diplomatici accreditati presso la Santa Sede, e nel discorso riprende il suo messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace: il rispetto del creato - dice - è «un'esigenza morale, perché la natura esprime un disegno di amore e di verità che ci precede e che viene da Dio» e che ha al suo primo posto l'uomo, con tutti i suoi diritti. E, in nome dell'uomo, il Papa ricorda la necessità di intraprendere la strada del reale disarmo nucleare, e parla di luci e ombre della diplomazia. Il Medioriente è l'osservato speciale: l'attenzione del Papa non è puntata solo sulla strage del Natale copto in Egitto, ma anche all'Iraq, dove è in atto quella che monsignor Sako ha definito «una pulizia etnica», e al Pakistan, dove vige una legge sulla blasfemia che ha fomentato le discriminazioni religiose, e dove avvengono sistematicamente attacchi nei confronti della popolazione cristiana. Il Papa esorta gli iracheni «ad oltrepassare le divisione, la tentazione della violenza e l'intolleranza, per costruire insieme l'avvenire del loro Paese. Anche le comunità cristiane vogliono dare il loro contributo, ma perché ciò sia possibile, bisogna che sia loro assicurato rispetto, sicurezza e libertà»; e, per quanto riguarda il Pakistan, Benedetto XVI chiede che «si compia ogni sforzo affinché tali aggressioni non si ripetano e i cristiani possano sentirsi pienamente integrati nella vita del loro Paese». Per quanto riguarda la questione iraniana, il Papa auspica «che attraverso il dialogo e la collaborazione, si raggiungano soluzioni condivise, sia a livello nazionale che sul piano internazionale». Benedetto XVI lancia, poi, un nuovo appello «affinché sia universalmente riconosciuto il diritto dello Stato di Israele ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. E che, ugualmente, sia riconosciuto il diritto del Popolo palestinese ad una patria sovrana e indipendente, a vivere con dignità e a potersi spostare liberamente».

© Copyright Il Tempo, 12 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

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