lunedì 11 gennaio 2010

Il Papa: «No alla violenza, rispettare gli immigrati» (Giansoldati)


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Il Papa: «No alla violenza, rispettare gli immigrati»

Benedetto XVI condanna i fatti calabresi. Calderoli: parole da sottoscrivere

di FRANCA GIANSOLDATI


CITTA’ DEL VATICANO

«Ogni migrato è un essere umano. Occorre rispettarli, così come vanno rispettati i diritti e i doveri di tutti».
Papa Ratzinger all’Angelus condanna senza se e senza ma i fatti di Rosarno, difendendo coloro che per cercare un avvenire migliore hanno lasciato il proprio Paese. Non importa se provengono da differenti culture o se hanno una diversa religione o seguono altre tradizioni. A Benedetto XVI sta a cuore una sola cosa, che l’Italia possa garantire ad ognuno di loro le medesime possibilità. Non a caso chiede l’osservanza dei «diritti e dei doveri». In particolare «nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita». In questa frase - aggiunta all’ultimo minuto - si racchiude tutto il suo sdegno per ciò che sta emergendo in Calabria, dove i clandestini sono nelle mani del caporalato, costretti a vivere da schiavi in tuguri, vincolati a orari massacranti. «La violenza non è la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano. Invito a guardare il volto dell’altro e a scoprire che ha un’anima, una storia e una vita; è una persona che Dio ama come ama me». La Chiesa rifiuta l’approccio economicista che viene applicato all’immigrazione. Lo straniero, pertanto, non è visto come un problema, nè tanto meno come una risorsa.
«Bisogna ripartire dal significato della persona». Nella domenica in cui si ricorda il battesimo di Gesù, il pontefice dopo avere impartito il battesimo a 14 neonati figli di dipendenti vaticani, si è soffermato sul significato del sacramento che segna l’ingresso nella comunità cristiana. «Dal battesimo deriva anche un modello di società: quella dei fratelli. La fraternità non si può stabilire mediante un’ideologia, tanto meno per decreto di un qualsiasi potere costituito. Ci si riconosce fratelli a partire dalla consapevolezza del proprio essere figli dell’unico Padre celeste. Come cristiani abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come lievito di un’umanità nuova, solidale e ricca di speranza». Il monito non poteva non infiammare il mondo politico, provocando ulteriori scontri tra il governo e opposizione. Il ministro leghista Calderoli, pur «sottoscrivendo» che «per noi cristiani è obbligo rispettare qualunque essere umano, clandestino o no», definisce «ipocriti» quei politici che hanno dimostrato «lassismo» in materia. «In nome dell’insensato buonismo o della falsa tolleranza, lasciano proliferare i cancri che mangiano la nostra società e il vivere civile». Rincara la Gelmini, ministro dell’Istruzione. Il «buonismo di una parte della sinistra che non rispetta le regole e che vorrebbe un numero di immigrati indefinito» nel nostro Paese è all’origine delle violenze a Rosarno. Intervistata da Lucia Annunziata, chiosa: è ingeneroso attribuire la responsabilità al governo. Piuttosto gli enti locali dai quali dipendeva «lo stato di degrado in cui vivevano i migranti» dove erano?

© Copyright Il Messaggero, 11 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

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