venerdì 1 gennaio 2010

Il Papa: in nome di Dio e dei bambini no alla violenza. Il mondo sia una casa comune (Izzo)


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Il Papa: "Nel primo giorno dell’anno, vorrei rivolgere un appello alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo. A tutti e a ciascuno dico: fermatevi, riflettete, e abbandonate la via della violenza! Sul momento, questo passo potrà sembrarvi impossibile, ma, se avrete il coraggio di compierlo, Dio vi aiuterà, e sentirete tornare nei vostri cuori la gioia della pace, che forse da tempo avete dimenticata" (Angelus)

Il Papa: educare i bimbi al rispetto degli immigrati e proteggerli. La pace ed il rispetto dell'ambiente ci chiedono un'ecologia umana (Izzo)

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Il Papa: "La pace incomincia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell’altro una persona, qualunque sia il colore della sua pelle, la sua nazionalità, la sua lingua, la sua religione. Ma chi, se non Dio, può garantire, per così dire, la “profondità” del volto dell’uomo? In realtà, solo se abbiamo Dio nel cuore, siamo in grado di cogliere nel volto dell’altro un fratello in umanità, non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico, ma un altro me stesso, una sfaccettatura dell’infinito mistero dell’essere umano" (Monumentale omelia sul "Volto di Dio")

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: IN NOME DI DIO E DEI BAMBINI NO A VIOLENZA, MONDO SIA CASA COMUNE

(AGI) - CdV, 1 gen.

(di Salvatore Izzo)

Benedetto XVI ha voluto rivolgersi oggi direttamente "alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo". "A tutti e a ciascuno dico: fermatevi, riflettete, e abbandonate la via della violenza!", ha invocato.
"Sul momento - sono state le sue parole - questo passo potra' sembrarvi impossibile, ma, se avrete il coraggio di compierlo, Dio vi aiutera', e sentirete tornare nei vostri cuori la gioia della pace, che forse da tempo avete dimenticata".
Questo appello, che oltre 60 mila fedeli presenti in piazza San Pietro hanno accolto con un applauso interminabile, e' stato per il Papa la logica conseguenza di una riflessione iniziata ieri sera al "Te Deum" con il richiamo alla solidarieta' per fare fronte alla crisi economica, e continuata nella messa per la Giornata Mondiale della Pace la cui omelia ha dedicato in particolare ai membri piu' indifesi ed esposti della societa': i bambini.
"Il primo volto che il bambino vede - ha rilevato - e' quello della madre, e questo sguardo e' decisivo per il suo rapporto con la vita, con se stesso, con gli altri, con Dio; e' decisivo anche perche' egli possa diventare un 'figlio della pace'". E tra le molte tipologie di icone della Vergine Maria nella tradizione bizantina, Ratzinger ha fatto riferimento a quella detta "della tenerezza", che "raffigura Gesu' bambino con il viso appoggiato guancia a guancia a quello della Madre". "Il Bambino guarda la Madre, e questa guarda noi, quasi a riflettere verso chi osserva, e prega, la tenerezza di Dio, discesa in Lei dal Cielo e incarnata in quel Figlio di uomo che porta in braccio. In questa icona mariana noi possiamo contemplare - secondo il Pontefice - qualcosa di Dio stesso: un segno dell'amore ineffabile che lo ha spinto a 'dare il suo figlio unigenito'. Ma quella stessa icona ci mostra anche, in Maria, il volto della Chiesa, che riflette su di noi e sul mondo intero la luce di Cristo". "La pace incomincia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell'altro una persona, qualunque sia il colore della sua pelle, la sua nazionalita', la sua lingua, la sua religione. Ma chi, se non Dio, puo' garantire - si e' chiesto il Papa teologo - la 'profondita'' del volto dell'uomo? In realta', solo se abbiamo Dio nel cuore, siamo in grado di cogliere nel volto dell'altro un fratello in umanita', non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico, ma un altro me stesso, una sfaccettatura dell'infinito mistero dell'essere umano". E dunque "per riconoscerci e rispettarci quali realmente siamo, cioe' fratelli, abbiamo bisogno di riferirci al volto di un Padre comune, che tutti ci ama, malgrado i nostri limiti e i nostri errori". Da qui l'appello - quanto mai attuale - a educare i bambini "al rispetto dell'altro, anche quando e' differente da noi", pronunciato citando la "sempre piu' comune esperienza di classi scolastiche composte da bambini di varie nazionalita.
"Ma anche quando cio' non avviene", i volti dei bambini stranieri, per il Papa "sono una profezia dell'umanita' che siamo chiamati a formare: una famiglia di famiglie e di popoli". "Piu' sono piccoli questi bambini, e piu' suscitano in noi la tenerezza e la gioia per un'innocenza e una fratellanza che ci appaiono evidenti: malgrado le loro differenze, piangono e ridono nello stesso modo, hanno gli stessi bisogni, comunicano spontaneamente, giocano insieme".
Purtroppo, pero', tutto questo e' negato "nelle dolorose immagini di tanti bambini e delle loro madri in balia di guerre e violenze: profughi, rifugiati, migranti forzati". "Volti - li ha descritti con commozione Papa Ratzinger - scavati dalla fame e dalle malattie, volti sfigurati dal dolore e dalla disperazione". "I volti dei piccoli innocenti - ha scandito - sono un appello silenzioso alla nostra responsabilita': di fronte alla loro condizione inerme, crollano tutte le false giustificazioni della guerra e della violenza.
Dobbiamo semplicemente convertirci a progetti di pace, deporre le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un mondo piu' degno dell'uomo".
Il Papa tedesco e' tornato cosi' su un tema centrale del suo Pontificato, quello dell'ecologia umana, che per lui e' indispensabile quanto la difesa dell'ambiente per rendere il mondo "davvero una casa comune".
"L'uomo - ha spiegato - e' capace di rispettare le creature nella misura in cui porta nel proprio spirito un senso pieno della vita, altrimenti sara' portato a disprezzare se stesso e cio' che lo circonda, a non avere rispetto dell'ambiente in cui vive, del creato".
"Chi sa riconoscere nel cosmo i riflessi del volto invisibile del Creatore, e' portato - ha rilevato - ad avere maggiore amore per le creature, maggiore sensibilita' per il loro valore simbolico. 'ecologia umana'. Vi e' infatti un nesso strettissimo tra il rispetto dell'uomo e la salvaguardia del creato".
"I doveri verso l'ambiente - ha poi aggiunto citando ora il suo Messggio per la Giornata Mondiale della Pace, che aveva come tema 'Se vuoi la pace custodisci il Creato' - derivano da quelli verso la persona considerata in se stessa e in relazione agli altri'.
"Se l'uomo si degrada - ha denunciato - si degrada l'ambiente in cui vive; se la cultura tende verso un nichilismo, se non teorico, pratico, la natura non potra' non pagarne le conseguenze. Si puo', in effetti, constatare un reciproco influsso tra volto dell'uomo e 'volto' dell'ambiente: quando l'ecologia umana e' rispettata dentro la societa', anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio". "Se dobbiamo avere cura delle creature che ci circondano, quale considerazione - ha poi ripetuto all'Angelus - dovremo avere per le persone, nostri fratelli e sorelle, quale rispetto per la vita umana!".
Affacciato su piazza San Pietro dalla finestra del suo studio privato, Papa Benedetto ha sottolineato "l'importanza che, nella tutela dell'ambiente, hanno anche le scelte dei singoli, delle famiglie e delle amministrazioni locali". "Si rende ormai indispensabile - ha affermato - un effettivo cambiamento di mentalita' che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita.
Tutti infatti siamo responsabili della protezione e della cura del creato.
Percio', anche in questo campo, e' fondamentale l'educazione: per imparare a rispettare la natura; orientarsi sempre piu' a costruire la pace a partire dalle scelte di ampio raggio a livello personale, familiare, comunitario e politico". "Un obiettivo condivisibile da tutti, condizione indispensabile per la pace, e' quello di amministrare con giustizia e saggezza le risorse naturali della Terra", ha continuato citando il Messaggio diffuso nei giorni scorsi mentre "i Capi di Stato e di Governo erano riuniti a Copenaghen per il vertice sul clima, "dove e' emersa ancora una volta l'urgenza di orientamenti concertati sul piano globale". E "uno speciale augurio" il Pontefice ha indirizzato questa mattina "al Signor Presidente della Repubblica Italiana". "A lui, alle altre Autorita' dello Stato e all'intero popolo italiano formulo - ha detto dopo la preghiera - ogni miglior auspicio per l'anno iniziato".
Benedetto XVI era stato citato ieri sera dal presidente Giorgio Napolitano nel suo messaggio di fine d'anno trasmesso a reti unificate. E in tarda mattinata e' giunto dal Quirinale anche un Messaggio nel quale e' espressa condivisione riguardo al richiamo all'etica e al rispetto dell'ambiente come condizioni per costruire la pace. Ma la grande consonanza tre il Papa e il Capo dello Stato era emersa anche ieri sera, al Te Deum, quando Bendetto XVI aveva voluto lodare "l'aiuto che le comunita' cristiane hanno saputo offrire con generosita' a quanti hanno bussato alle loro porte". "Desidero incoraggiare tutti a proseguire nell'impegno di alleviare le difficolta' in cui versano ancora oggi tante famiglie provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione", aveva detto ricordando, come vescovo di Roma, "chiunque vive nella nostra citta', in particolare a quanti si trovano in situazioni di difficolta' e di disagio: a tutti e a ciascuno assicuro la mia vicinanza spirituale, avvalorata dal costante ricordo nella preghiera".
Alle iniziative di solidarieta' promosse dalla Conferenza Episcopale Italiana e dai singoli vescovi hanno fatto riferimento nelle loro omelie anche il presdiente della Cei, Angelo Bagnasco, e l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. "Bisogna continuare e intensificare tutto quanto e' possibile - ha detto il cardinale di Genova - per incoraggiare, sostenere, aiutare, compresi i mutui per la casa, bene prezioso e da tutti desiderato". "Ringrazio il Signore - ha detto il cardinale di Milano - per aver toccato il cuore di una moltitudine di persone che con me hanno accolta e sostenuta questa iniziativa di aiuto, in particolare i tantissimi volontari".

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