lunedì 31 maggio 2010

Il Papa all'Angelus: l'uomo inadeguato a spiegare il mistero della Trinità


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BENEDETTO XVI, ANGELUS: L'UOMO INADEGUATO A SPIEGARE IL MISTERO DELLA TRINITÀ

Nel “tempo ordinario” l’impegno dei cristiani non deve diminuire, “anzi, entrati nella vita divina mediante i Sacramenti, siamo chiamati quotidianamente ad essere aperti all’azione della Grazia, per progredire nell’amore verso Dio e il prossimo”. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, prima della recita dell’Angelus, da piazza San Pietro. La solennità della Santissima Trinità, che si celebrava ieri, ricapitola, ha aggiunto il Papa, “la rivelazione di Dio avvenuta nei misteri pasquali: morte e risurrezione di Cristo, sua ascensione alla destra del Padre ed effusione dello Spirito Santo”. In realtà, “la mente e il linguaggio umani sono inadeguati a spiegare la relazione esistente tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e tuttavia i Padri della Chiesa hanno cercato di illustrare il mistero di Dio Uno e Trino vivendolo nella propria esistenza con profonda fede”.
La Trinità divina, ha chiarito il Pontefice, “prende dimora in noi nel giorno del Battesimo” e il nome di Dio, nel quale siamo stati battezzati, “noi lo ricordiamo ogni volta che tracciamo su noi stessi il segno della croce”. Il Santo Padre ha poi ricordato le parole del teologo Romano Guardini, a proposito del segno della croce: “Lo facciamo prima della preghiera, affinché… ci metta spiritualmente in ordine”; “dopo la preghiera, affinché rimanga in noi quello che Dio ci ha donato”.
“Nel segno della croce e nel nome del Dio vivente – ha proseguito Benedetto XVI – è, perciò, contenuto l’annuncio che genera la fede e ispira la preghiera. E, come nel Vangelo Gesù promette agli Apostoli che ‘quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità’, così avviene nella liturgia domenicale, quando i sacerdoti dispensano, di settimana in settimana, il pane della Parola e dell’Eucaristia”. Anche il santo Curato d’Ars, ha evidenziato il Papa, “lo ricordava ai suoi fedeli: ‘Chi ha accolto la vostra anima – diceva – al primo entrare nella vita? Il sacerdote. Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l’ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? (…) sempre il sacerdote’”. Il Pontefice ha quindi esortato a fare “nostra la preghiera di sant’Ilario di Poitiers: ‘Conserva incontaminata questa fede retta che è in me e, fino al mio ultimo respiro, dammi ugualmente questa voce della mia coscienza, affinché io resti sempre fedele a ciò che ho professato nella mia rigenerazione, quando sono stato battezzato nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo’”. Infine un’invocazione alla Beata Vergine Maria, “prima creatura pienamente inabitata dalla Santissima Trinità”, per domandarle “la sua protezione per proseguire bene il nostro pellegrinaggio terreno”.
Nei saluti dopo Angelus, in francese e in inglese, Benedetto XVI ha ricordato, ieri mattina, la visita che compirà a Cipro dal 4 al 6 giugno per incontrare i rappresentanti delle Chiese mediorientali in vista del Sinodo di ottobre. “Chiedo – ha detto il Papa in inglese – la vostra preghiera per la pace e la prosperità di tutto il popolo di Cipro, nonché per la preparazione dell'Assemblea speciale”. Sempre dopo l’Angelus il Pontefice ha rivolto un pensiero alla beatificazione, avvenuta ieri mattina, a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore, di Maria Pierina De Micheli, religiosa dell’Istituto delle Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires: “Giuseppina – questo il suo nome di Battesimo – nacque nel 1890 a Milano, in una famiglia profondamente religiosa, dove fiorirono diverse vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. A 23 anni anche lei imboccò questa strada dedicandosi con passione al servizio educativo, in Argentina e in Italia. Il Signore le donò una straordinaria devozione al suo Santo Volto, che la sostenne sempre nelle prove e nella malattia. Morì nel 1945 e le sue spoglie riposano a Roma nell’Istituto Spirito Santo”. Un saluto anche ai polacchi: “Sono vicino con una speciale preghiera alle persone colpite dall’alluvione – ha detto –. Oggi affidiamo alla Santissima Trinità le nostre difficoltà”.
Ieri mattina, dopo la recita dell’Angelus da piazza San Pietro, Benedetto XVI ha anche rivolto “con affetto” un saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare “al folto gruppo venuto da Pordenone per onorare la memoria del cardinale Celso Costantini, del quale è stato presentato due giorni fa a Roma il volume del Diario, dal titolo Ai margini della guerra (1938-1947)”. “Questa pubblicazione – ha osservato il Papa - è di grande interesse storico. Il cardinale Costantini, molto legato al Papa Pio XII, la scrisse quando era segretario della Congregazione di Propaganda Fide. Il suo Diario testimonia l’immensa opera compiuta dalla Santa Sede in quegli anni drammatici per favorire la pace e soccorrere tutti i bisognosi”. Un saluto anche al Movimento dell’Amore Familiare che ha promosso alcuni incontri sulle radici cristiane della famiglia e della società, ai fedeli provenienti da Sardagna di Trento, a quelli di Lallio insieme con i loro amici tedeschi di Schöngeising, alla Fondazione “Gigi Ghirotti” per i malati di tumore e all’Associazione Carabinieri da Firenze.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

per Raffaella:
se credi si potrebbe dar rilievo a questa bella iniziativa:

http://blog.messainlatino.it/2010/05/simposio-sullimmacolata.html

Grazie per tutto quello che fate. Spero che il Papa vi possa invitare per conoscerlo personalmente, ve lo meritereste, anche se alla fine siamo tutti solo servi inutili.