sabato 29 maggio 2010

L'allarme di Bagnasco e gli interventi di Papa Benedetto (Riccardo Paradisi)


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L'allarme di Bagnasco sulla pedofilia in Italia

di Riccardo Paradisi

[29 maggio 2010]

Dopo l'appello del Papa a un'energica autoriforma della Chiesa, pronunciata giovedì all'assemblea dei vescovi italiani in riferimento alle scabrose vicende di pedofilia all'interno della Chiesa è il cardinal Angelo Bagnasco a tornare sul tema, rispondendo alle domande dei cronisti sull'argomento: «È possibile che ci siano in Italia casi di vescovi che hanno insabbiato accuse contro preti pedofili - ha detto il presidente della conferenza episcopale - qualora ciò fosse accertato il giudizio della Chiesa è noto: è una cosa di per se sbagliata e da superare». Ma se la pedofilia resta il sofferto sfondo delle preoccupazioni delle gerarchie - sfondo peraltro non rimosso - la Chiesa e i vescovi italiani non rinunciano al loro compito di indirizzo e orientamento.
E tornano a chiedere un particolare sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese, a cui gli aiuti invece non arrivano. Bagnasco non entra nel merito della manovra del governo ma nella conferenza stampa di chiusura della 61 conferenza episcopale italiana denuncia il grande affanno in cui vivono le famiglie, anticamera del "suicidio demografico del Paese". Un disagio collegato a quello delle piccole e medie imprese, ossatura dell'economia italiana, anche esse lasciate sole, senza sufficienti aiuti.
Nella sua analisi della situazione italiana anche alla luce del più recente dibattito politico Bagnasco ha affrontato anche il nodo del federalismo che deve essere intonato secondo l'opinione della Cei, all'unità nazionale e alla crescita solidale. Un federalismo che non dovesse garantire questa crescita delle diverse parti sarebbe un federalismo iniquo e pericoloso. Sul fronte delle intercettazioni ci sono invece da salvaguardare dei valori fondamentali, quello dell'informazione e quello della riservatezza personale."Beni fondamentali"li definisce Bagnasco e compatibili tra loro. Insomma un invito a perseguire la via di mezzo tra la libertà di informazione e la tutela della privacy, i due polmoni attraverso i quali respira una democrazia. Ma è lo stesso Benedetto XVI a intervenire di nuovo nella dimensione politica. Ricevendo il nuovo ambasciatore del Benin Comlanvi Theodore Loko per la presentazione delle lettere credenziali il Pontefice ha voluto sottolineare come combattere la corruzione in ambito politico significa radicare nelle coscienze il principio dell'equità: «È la ricerca di interessi personali a scapito del bene comune il male da combattere in politica e nella società, poiché corrode le istituzioni pubbliche, impedendo il pieno sviluppo degli esseri umani». Piuttosto occorre sviluppare la fraternità: «Espressione concreta della pari dignità di tutti i cittadini la fraternità è un principio fondamentale e una virtù basilare per costruire una società autenticamente illuminata, perchè consente di valorizzare tutte le potenzialità umane e spirituali». Nel suo discorso il Papa mette anche in risalto il valore della sacralità della vita, verso la quale è necessario trarre le conseguenza di ciò che la riguarda, in particolare in ambito legislativo. Ricevendo in mattinata in udienza i partecipanti alla plenaria del pontificio Consiglio per i migranti che si è svolta in questi giorni in Vaticano il Papa ha affrontato il tema dell'immigrazione: «È giusto ha detto dare vita a prassi amministrative che garantiscano la legalità dell'immigrazione e, in tal senso, vanno tutelati i diritti d'asilo, quello dei rifugiati e i ricongiungimenti famigliari».
Nell'attuale contesto storico infatti, ha spiegato il Pontefice, «gli ordinamenti a livello nazionale e internazionale che promuovono il bene comune e il rispetto della persona incoraggiano la speranza e gli sforzi per il raggiungimento di un ordine sociale mondiale basato sulla pace, sulla fraternità e sulla cooperazione di tutti, nonostante la fase critica che le istituzioni internazionali stanno attraversando, impegnate a risolvere le questioni cruciali della sicurezza e dello sviluppo a beneficio di tutti».
Purtroppo, registra Benedetto XVI si assiste al riemergere di istanze particolaristiche in alcune aree del mondo ma è pur vero che ci sono latitanze ad assumere responsabilità che dovrebbero essere condivise, anche perché «l'avvenire delle nostre società poggia sull'incontro tra i popoli, sul dialogo tra le culture nel rispetto delle identità e delle legittime differenze e i diritti fondamentali della persona possono essere il punto focale dell'impegno di corresponsabilità delle istituzioni nazionali e internazionali». Tanto più che «prospettive di convivenza tra i popoli possono essere offerte tramite linee oculate e concertate per l'accoglienza e l'integrazione, consentendo occasioni d'ingresso nella legalità, favorendo il giusto diritto al ricongiungimento famigliare, all'asilo e al rifugio, compensando le necessarie misure restrittive e contrastando il deprecabile traffico tra persone». Apertura sagace dunque e non indiscriminata, una via razionale ed equa a cui tutti gli attori internazionali devono concorrere. «Le diverse organizzazioni a carattere internazionale, in cooperazione tra di loro e con gli stati possono fornire il loro peculiare apporto nel conciliare il riconoscimento dei diritti della persona e il principio di sovranità nazionale, con specifico riferimento alle esigenze della sicurezza, dell'ordine pubblico e del controllo delle frontiere». Insomma non è una posizione utopistica quella di Benedetto XVI per il quale l'acquisizione di diritti da parte degli immigrati va di pari passo con l'accoglienza dei doveri: «È apprezzabile lo sforzo di costruire un sistema di norme condivise che contemplino diritti e doveri dello straniero come pure quelli delle comunità di accoglienza, tenendo conto, in primo luogo, della dignità di ogni persona umana». Alla difesa dei diritti e della vita dei migranti il Papa rinnova il suo appello anche per l'apertura alla vita e per le politiche in favore della centralità e integrità della famiglia: «istituzione che nello scenario dell'incontro e del dialogo tra popoli e culture diverse mantiene il suo ruolo fondamentale».

© Copyright Liberal, 29 maggio 2010 consultabile online anche qui.

1 commento:

Fabio ha detto...

Adesso basta! Sarebbe ora di cambiare pagina. Questi continui accenni alla pedofilia dei preti danno veramente la nausea...
Propongo un'altra ricerca: QUANTI PEDOFILI CI SONO NELLA MASSONERIA?