domenica 16 maggio 2010

Paola Dal Toso sulla solidarietà al Papa: «Qui, come una famiglia in preghiera» (Liut)


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«Qui, come una famiglia in preghiera»

DI MATTEO LIUT

È un popolo che si stringe attorno a un padre, con l’affetto di una famiglia ma anche con la responsabilità di perso­ne adulte, pronte a un rinnovato impegno nella costruzione della Chiesa e di una so­cietà più giusta. È il volto del laicato italia­no che, secondo Paola Dal Toso, segretaria della Consulta nazionale delle aggregazio­ni laicali (Cnal), emergerà dall’incontro di oggi in piazza San Pietro. A migliaia sta­mattina confluiranno a Roma su invito della C­nal per pregare: prima con il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e poi assieme a Benedetto XVI per il Regina Coeli.

Professoressa Dal Toso, da dove nasce l’iniziati­va?

È una richiesta venuta dalla 'base': le aggrega­zione hanno chiesto in­sieme di dar vita a un ge­sto significativo ma so­brio per esprimere vici­nanza al Papa dopo i re­centi attacchi. Il deside­rio è quello di rinnovare l’adesione al suo magi­stero, a lui come guida e pastore della Chiesa. Partecipando a questo momento consegnere­mo nelle mani di Maria la nostra fedeltà al Pon­tefice per il bene della Chiesa, nella quale fac­ciamo esperienza della misericordia, unica risposta adeguata al bisogno di giustizia che emerge dal cuore di ciascuno in questi mo­menti. Per questo ricorderemo anche quan­ti sono stati vittime di atti di violenza da par­te di esponenti della Chiesa. Inoltre le ag­gregazioni hanno chiesto di ricordare tutto il lavoro che una marea di sacerdoti svolge da sempre con dedizione in modo si­lenzioso e anonimo. Un dato che rischia di essere dimenticato e soffocato dalla riso­nanza suscitata dagli abusi, spesso usati in modo strumentale dai media.

Che tipo di risposta ha avuto il vostro invito?

Prima di tutto ha rac­colto l’adesione corale di tutte le circa set­tanta aggregazioni appartenenti alla Cnal. A esse fin da subito si sono uniti, tra gli al­tri, le Acli, i Neocatecumenali, Retinopera, Scienza&Vita. Molte realtà si sono aggiun­te dall’estero. In piazza San Pietro, ovvia­mente, sono invitati e attesi anche i laici non appartenenti ad aggregazioni, e quin­di diocesi, parrocchie, scuole cattoliche, fa­miglie. So poi che molti parteciperanno da casa attraverso iniziative promosse dalle comunità locali.

Vi aspettate una piazza affollata, quindi?

Sicuramente, ma va sottolineato che non è un raduno pensato per 'occupare la piazza': d’altra parte piazza San Pietro per noi ha un significato particolare, lì ci sentiamo a casa e quindi l’incontro avrà lo stile di un 'ritro­varsi in famiglia'. Ed è proprio questo clima che si è respirato tra i rappresentanti delle ag­gregazioni fin dall’inizio, quando abbiamo cominciato a pensare a questa iniziativa un mese fa: il lavoro di preparazione è stato a­nimato da una preziosa sintonia.

Un bel banco di prova per la Cnal, che dal­l’anno scorso ha un nuovo statuto. È così?

Sì certo. Il comitato di­rettivo, composto da quattro membri scelti dalla Cei, sette eletti dal­l’Assemblea delle aggre­gazioni, dal delegato della Commissione epi­scopale per il laicato, monsignor Ugo Ughi, dal presidente naziona­le di Ac, Franco Miano e da me, in qualità di se­gretaria, ha lavorato in maniera esemplare: nel­la concretezza le aggre­gazioni hanno impara­to a conoscersi e ad ap­prezzarsi sempre di più, pur nelle differenze. La Cnal si è dimostrato un organo al servizio di un laicato vivo che già col­labora in molte forme. Questa iniziativa, nata in un momento difficile, ha messo in luce una rete preziosa per il Paese.

Che volto ha il laicato i­taliano oggi?

L’iniziativa mostra il volto di un popolo uni­to nell’affetto per il Papa, di una famiglia riu­nita attorno a un padre. Possiamo dire, i­noltre, che l’Italia può contare su un laicato che sa vivere con impegno e responsabilità la propria presenza da cittadini attivi nella società.

Che significato ha la presenza del cardinale Bagnasco?

È senz’altro un segno prezioso e incoraggian­te che ci riempie di gioia e che mostra co­me la Chiesa italiana vi­va di un rapporto fe­condo tra vescovi e fe­deli, tra ministri ordi­nati e laicato. È un so­stegno fondamentale per un’iniziativa nata e voluta interamente dai laici. Va segnalata poi l’adesione del Consiglio delle Conferenze e­piscopali d’Europa, che ha lanciato l’invito a numerose nazioni e ha permesso di atti­vare dei collegamenti con le tv satellitari in­ternazionali.

Uno sguardo al futuro della Cnal?

La tappa più vicina del nostro cammino è di certo la Settimana sociale dei cattolici di Reg­gio Calabria alla quale daremo un contribu­to con un nostro documento. Il lavoro, poi, sarà molto, anche in vista del decennio de­dicato all’educazione. E c’è da scommette­re che le aggregazioni saranno all’altezza del­le sfide che le attendono.

© Copyright Avvenire, 16 maggio 2010

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