martedì 29 giugno 2010

Accanto al Papa (non al nostro club) di Giorgio Bernardelli


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Il Papa: "La Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo, in cui soffia lo Spirito Santo di Dio, il Dio creatore e redentore del mondo. Le sfide dell’epoca attuale sono certamente al di sopra delle capacità umane: lo sono le sfide storiche e sociali, e a maggior ragione quelle spirituali" (Omelia Vespri)

Intervista con Eric de Beukelaer, portavoce dei vescovi del Belgio:

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Secondo l'Independent la grande azione di pulizia di Papa Ratzinger rischia di essere offuscata dall'ombra del suo predecessore. Ma nemmeno per sogno!

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Vertice chiarificatore in Vaticano per il cardinale Christoph Schoenborn (Apcom)

Dopo le polemiche vertice fra il Papa, Bertone, Schoenborn e Sodano

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: INCONTRO DEL SANTO PADRE CON IL CARDINALE CHRISTOPH SCHÖNBORN

La Santa Sede annuncia che nel futuro Propaganda Fide avrà "una gestione professionale", in "linea con gli standard più avanzati" (Ansa)

Attaccano il Papa perché segue Gesù (Antonio Socci)

Il Papa alla delegazione del Patriarcato ecumenico: in dialogo sul primato petrino e sul ruolo dei cristiani in Medio Oriente (Radio Vaticana)

NOTA DELLA SALA STAMPA IN MERITO ALLA CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI ("PROPAGANDA FIDE")

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Il Papa ha ricevuto stamane in udienza il cardinale Christoph Schoenborn

Tre considerazioni sul caso belga (Tornielli). Da leggere e meditare per bene!

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Il Papa: "Più volte io stesso ho ribadito che tali gravi fatti (gli abusi sui minori) vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia. In tal senso, auspico che la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime, nel riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare con essa e nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati" (Messaggio al Primate del Belgio)

Accanto al Papa (non al nostro club)

di Giorgio Bernardelli

29 giugno 2010

E' il giorno dei santi Pietro e Paolo, quello in cui tutta la Chiesa cattolica si sente in comunione con Roma. Come viverlo dentro il clima pesante di questi giorni?

Non possiamo fare finta di nulla in questo 29 giugno un po' particolare. E' il giorno dei santi Pietro e Paolo, il giorno per eccellenza in cui tutta la Chiesa cattolica si sente in comunione con Roma. Come viverlo dentro il clima pesante di questi giorni, con una Chiesa sempre più protagonista nelle cronace giudiziarie?
Scriveva qualche settimana fa su questo blog Roberto Beretta che la vicinanza al Papa si dimostra molto meglio con una carezza che con il gesto di chi mostra i muscoli contro “chi ci perseguita”: è esattamente quanto oggi la tradizione della Chiesa ci invita a fare. Ma forse è anche il giorno giusto per provare a chiederci chi sia davvero per noi il Papa, che cosa rappresenti il suo ministero. Perché viviamo anche noi la tentazione di trasformare il Successore di Pietro nel leader maximo dei cattolici, il nostro capo a cui tributare gli onori del caso e da seguire incondizionatamente perché lui è quello che detta la linea.
Se fosse tutto qui il Papato sarebbe già finito da un pezzo, come tutti gli altri poteri di questo mondo. Invece il 29 giugno arriva puntuale a ricordarci che è l'unità tra coloro che credono in Gesù il cuore del ministero del Papa. Sta lì a ricordarci che non si è cristiani se non insieme. Ed è un messaggio che dobbiamo ridirci oggi, in questa Chiesa cattolica sferzata dal vento degli scandali. Vedo in giro tanta voglia di buttar fuori qualcuno dal gregge, di ricominciare sì, ma solo dopo aver colto l'occasione per togliersi tutti i sassolini dalla scarpa (e magari dettare le regole per essere ammessi di nuovo nel club). Persino nei Sacri Palazzi - alla vigilia di questo 29 giugno - il Successore di Pietro ha dovuto metter pace tra due cardinali e comunicarlo per iscritto in una nota della Sala Stampa vaticana...
L'unità non è un'opzione, è parte del nostro dna. Le stesse vicende di queste ore ce lo ricordano in una maniera paradossale. Dal punto di vista giuridico ho ovviamente anch'io le mie perplessità sulla decisione con cui ieri la Corte Suprema americana ha stabilito che il Vaticano può essere chiamato in giudizio per gli abusi sessuali commessi da alcuni preti negli Stati Uniti. Però - se guardo questa decisione con gli occhi della fede - è molto meno assurda di quanto sembri: non abbiamo sempre insegnato che la Chiesa è un solo corpo? Persino l'accanimento con cui i magistrati belgi sono andati ad aprire le tombe di due arcivescovi defunti a me ha ricordato quella pagina del catechismo in cui si insegna che nella Chiesa c'è un vincolo di comunione che è più forte persino della morte. Noi lo pensiamo sempre in una maniera molto esaltante, ma perché questo legame che ci accomuna tutti non dovrebbe valere anche per le infedeltà commesse dai figli della Chiesa?
Sto parlando per paradossi, spero che sia chiaro. Però quello che mi preme dire è che essere vicino al Papa per me oggi significa soprattutto pregare perché il Signore lo assista nel compito di “confermare (tutti) i fratelli”. Non sogno un Pontefice che buca lo schermo, che risponde colpo su colpo agli assalti dei “nemici della Chiesa”, che smonta teoreticamente le tesi dei laicisti. Non teorizzo nemmeno un Successore di Pietro che stupisca il mondo con chissà quali austeri gesti profetici. Prego, piuttosto, perché questo Papa che lo Spirito ci ha donato ci aiuti finalmente a crescere nell'unità proprio a partire da questo momento difficile.
Ci troviamo nel mezzo della parabola della zizzania: ci siamo accorti di tante cose che non vanno, siamo tutti scandalizzati, vorremmo fare fuoco e fiamme per risolvere tutto subito. Ma il Maestro è preoccupato di un'altra cosa: gli preme di più che nulla di ciò che c'è di buono tra noi vada perduto. Alla fine la Chiesa non dovrebbe servire proprio a questo?

http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=67

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