venerdì 16 luglio 2010

Già nel 2005, appena eletto, Benedetto XVI aveva espresso il desiderio di arrivare ad una normativa organica sugli abusi (La Rocca)


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Polanski è libero. Per un refuso. Il grandissimo editoriale de "L'Occidentale"

Naturalmente il NYT cita solo opinioni negative, criticando tra l'altro la competenza sul reato di ordinazione femminile, il mancato obbligo di denuncia universale, la mancata eliminazione totale della prescrizione. Miracolo: finalmente hanno capito che la competenza sugli abusi è passata alla CDF solo nel 2001 :-)

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Pedofilia, Mons. Scicluna: le nuove norme "provengono dal Papa" e non decadono. C'è obblogo di obbedire alle leggi civili (Izzo)

Pubblicate le modifiche alle "Norme sui delitti più gravi". Le riflessioni di padre Lombardi e mons. Scicluna (Radio Vaticana)

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Ottima notizia: la CDF potrà indagare i cardinali sugli abusi sessuali e sui delitti gravi contro la fede...come l'eresia :-)

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Breve relazione circa le modifiche introdotte nelle Normae de gravioribus delictis riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede

Pubblicate le modifiche alle "Norme sui delitti più gravi": nota di padre Lombardi (Radio Vaticana)
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Pedofilia, via alla svolta del Vaticano
"Un delitto, prescrizione raddoppiata"


di Orazio La Rocca

Raddoppio dei tempi di prescrizione (da 10 a 20 anni), con la possibilità di rinunciarvi anche dopo tale periodo per punire i colpevoli di delitti "particolarmente gravi".
Decorrenza della prescrizione solo dopo il compimento del diciottesimo compleanno della vittima. Introduzione del reato di "possesso, detenzione e diffusione con qualsiasi mezzo" di materiale pedopornografico.
Accelerazione dei processi canonici con l'immediata riduzione allo stato laicale dei preti colpevoli, senza tuttavia porre limiti e ostacoli all'azione della giustizia civile.
Potenziamento dei tribunali ecclesiastici anche con personale laico. E - novità non di poco conto - facoltà alla Congregazione per la dottrina della Fede, l'ex Sant'Uffizio, di "giudicare e condannare" anche cardinali, patriarchi e vescovi coinvolti in vicende riguardanti violenze sessuali su minori da parte di personale ecclesiastico.
Ecco il tanto atteso "pugno di ferro" contro i preti pedofili che - da qualche tempo - stanno offuscando l'immagine dei cattolici nel mondo, con intere diocesi messe sotto accusa negli Usa, in Australia, in Europa e, persino, nella Germania di Ratzinger.
Il Papa lo ha simbolicamente sbattuto sul tavolo di comando della Chiesa universale pubblicando ieri le nuove norme antipedofilia che hanno aggiornato il precedente testo (Motu proprio) del 2001 con cui l'allora pontefice Giovanni Paolo II aggiornò l'elenco dei delitti più gravi (i Delicta Graviora) previsti dall'ordinamento ecclesiale, più volte però criticato perchè imponeva il segreto pontificio e non faceva nessun riferimento alle cause civili.
Critiche sempre respinte dalle autorità vaticane.
Come hanno fatto anche ieri alla presentazione delle nuove norme il portavoce papale, padre Federico Lombardi, e monsignor Charles Scicluca, il promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede (sorta di pm pontificio dell'ex Sant'Uffizio), secondo i quali con queste nuove norme ("Espressamente e tenacemente volute da Benedetto XVI") vengono inasprite le pene, i processi sono velocizzati e le tentazioni di "insabbiamento" scoraggiate.
Lo dimostra il fatto che per la prima volta "patriarchi e cardinali" sono indicati tra quanti possono essere sottoposti ad indagini, l'introduzione tra i ‘‘delicta graviora'' anche della pedopornografia e il raddoppio dei tempi delle prescrizioni.
‘‘Benedetto XVI già nel 2005, cioè appena eletto, aveva espresso il desiderio che le facoltà di cui godeva la Dottrina della Fede in materia di abusi sessuali fossero stabilizzate in una normativa più organica", prevedendo - spiega Scicluna - una prescrizione più lunga e più duratura, in grado di essere in vigore anche dopo questo Pontificato. Nessun dubbio anche nei rapporti con le autorità civili.
"Il Papa - puntualizza Scicluna - non ha fatto nessun passo indietro riguardo all'obbligatorietà delle denunce perchè l'indicazione di obbedire alle leggi dello Stato è chiarissima: il cristiano obbedisce alla legge civile quando è giusta e non c'è dubbio che in questo caso la legge civile è giusta.
Se la legge dà facoltà alla vittima di scegliere se denunciare o meno si deve rispettare la sua volontà'', anche perchè ‘‘non è compito del legislatore canonico ingerire nel campo del diritto civile'', ma ‘‘se essa richiede la denuncia di un reato, si deve denunciare alla magistratura, non c'è scampo''.
Via, dunque, a quella "'tolleranza zero'' a cui più volte ha fatto cenno Benedetto XVI per "pulire le sporcizie" della Chiesa, accerchiata, però anche da altri peccati come l'eresia, l'apostasia e lo scisma, il tradimento del segreto confessionale e l'illecita ordinazione sacerdotale delle donne, delitti per i quali le nuove norme prevedono l'immediata scomunica. Come per la pedofilia.

© Copyright Repubblica, 16 luglio 2010 consultabile online anche qui.

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