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Su segnalazione di Alessia leggiamo:
Vaticano, "emendamento D'Addario" in nuove norme su abusi e sacramenti
(Marinella Bandini)
Roma, 15 lug (Il Velino)
C’è anche un “emendamento D’Addario” nelle nuove norme sui “delicta graviora” pubblicate oggi dal Vaticano.
Il testo – approvato dal Papa il 21 maggio scorso – è firmato dalla Congregazione per la dottrina della fede, che ha la competenza su tali delitti, aggiorna le “Normae” pubblicate nel 2001 “al fine di migliorarne l’operatività concreta” si legge nella breve lettera a firma dei vertici della Cdf. Tali norme riguardano sia i delitti contro la fede e alcuni sacramenti, sia quelli di abuso sessuale.
In particolare, sul sacramento della Penitenza sono state introdotte alcune fattispecie delittuose, tra cui la “captazione e divulgazione, commesse maliziosamente, delle confessioni sacramentali”. Nel nuovo testo delle norme si parla specificamente di “registrazione, fatta con qualunque mezzo tecnico, o divulgazione con i mezzi di comunicazione sociale svolta con malizia, delle cose che vengono dette dal confessore o dal penitente nella confessione sacramentale, vera o falsa”. Le pene vanno fino alla dimissione e alla deposizione (se si tratta di un sacerdote).
Sul tema degli abusi – spiega in una nota padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede – le norme prevedono “procedure più rapide per affrontare con efficacia le situazioni più urgenti e gravi, portano la prescrizione da dieci a venti anni (con prevista possibilità di deroga da parte della Congregazione, ndr), equiparano l’abuso su persone con limitato uso di ragione a quello sui minori, introducono il delitto di pedopornografia”. Rimane ferma la normativa sulla riservatezza dei processi, a tutela della dignità delle persone coinvolte, mentre “trattandosi di norme interne all’ordinamento canonico, di competenza cioè della Chiesa”, non è trattato l’argomento della denuncia alle autorità civili, anche se spiega padre Lombardi – “l’adempimento di quanto previsto dalle leggi civili fa parte delle indicazioni” della Cdf “fin dalle fasi preliminari (...), come risulta dalle ‘Linee guida’ già pubblicate in merito”.
Oltre ai delitti a sfondo sessuale, sono stati aggiornati anche i delitti contro la fede e i sacramenti. In particolare sono stati introdotti i “delicta contra fidem” - cioè eresia, apostasia e scisma -, e quello dell’attentata ordinazione sacra di una donna, secondo quanto stabilito nel decreto della Congregazione del 2007. Aggiustamenti (riguardanti la formulazione del testo) sono stati previsti nel capitolo riguardante i delitti contro l’Eucaristia, mentre in quello sul sacramento della Penitenza sono state introdotte fattispecie delittuose: “tentare di impartire l’assoluzione sacramentale, non potendo darla validamente, o l’ascoltare la confessione sacramentale”, la “simulazione dell’assoluzione sacramentale”, la “violazione indiretta del sigillo sacramentale” e la “captazione e divulgazione, commesse maliziosamente, delle confessioni sacramentali”.
In tema di procedure, tra le altre cose, la Congregazione ha “la facoltà di dispensare dalla via processuale giudiziale, e cioè di procedere per decretum extra iudicium: in tal caso la Congregazione per la Dottrina della Fede, valutata la singola fattispecie, decide di volta in volta, ex officio o su istanza dell’Ordinario o del Gerarca, quando autorizzare il ricorso alla via extragiudiziale (in ogni caso, per l’irrogazione delle pene espiatorie perpetue occorre il mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede). Essa può, inoltre, “presentare direttamente il caso al Santo Padre per la dimissio e statu clericali o per la depositio, una cum dispensatione a lege caelibatus: in tale ipotesi, salva sempre la facoltà di difesa dell’accusato, oltre all’estrema gravità del caso, deve risultare manifestamente la commissione del delitto oggetto di esame”. La Congregazione “sta anche lavorando a ulteriori indicazioni per gli episcopati – sottolinea padre Lombardi -, affinché le direttive da essi emanate in tema di abusi sessuali su minori da parte del clero o in istituzioni connesse con la Chiesa siano sempre più rigorose, coerenti ed efficaci”.
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