martedì 13 luglio 2010

Il sì alle donne vescovo irrevocabile per il Sinodo di York (Osservatore Romano)


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Il sì alle donne vescovo irrevocabile per il Sinodo di York

York, 13. "Questa non segna certamente la fine del nostro cammino per l'unità", ha affermato l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams riferendosi alla decisione presa ieri sera dalla maggioranza dei membri del Sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra, convocato a York, di procedere comunque nella riforma delle norme per consentire, nel prossimo futuro, la consacrazione di donne vescovo.
Durante i lavori di ieri, il primate della Comunione anglicana è apparso molto contrariato dopo la notizia della mancata approvazione delle norme da lui proposte, insieme al vescovo di York, John Sentamu, per introdurre nell'attuale regolamentazione alcuni vescovi ausiliari, esclusivamente uomini, ai quali sarebbe spettata la cura pastorale delle parrocchie di fedeli che, per motivi di rispetto alla tradizione religiosa, non sono disponibili a riconoscere, neppure in futuro, l'autorità di donne vescovo.
Dopo avere appreso che le norme da lui proposte, per evitare alla Chiesa d'Inghilterra la possibilità di uno scisma tra fedeli progressisti e conservatori, erano state bocciate dalla maggioranza dei rappresentanti della Camera del clero, per uno scarto di soli cinque voti, Williams, sopraffatto dallo scoraggiamento, ha esclamato: "In un periodo di grande difficoltà e preoccupazione come quello che abbiamo vissuto nei giorni scorsi, viene veramente la tentazione di gettare questo progetto nel cestino delle cose troppo difficili da realizzare!". Subito dopo, appena ripresosi dallo sconforto, ha tuttavia aggiunto: "Certamente, non penso proprio che questa sia una scelta possibile".
Esprimendo la sua opinione, dopo la decisione presa dai membri del Sinodo di non accogliere le norme per salvaguardare l'autonomia dei fedeli che nutrono rispetto per la tradizione religiosa, il vescovo di York, John Sentamu, ha affermato che "certamente non è desiderabile appartenere a una Chiesa nella quale vengono chiuse le porte ai fedeli che hanno convinzioni teologiche fortemente fondate". Tuttavia il presule anglicano ha subito smentito le voci su possibili dimissioni e ha sottolineato, invece, che la Chiesa d'Inghilterra è la sua "casa spirituale".
"I cambiamenti che si vorrebbero introdurre nella Chiesa d'Inghilterra rischiano di farla diventare irriconoscibile", ha affermato il reverendo David Houlding uno dei leader della corrente tradizionalista "Anglo-Catholic". Secondo il religioso, la decisione presa a York di procedere nella riforma per arrivare a consacrare donne vescovo "non lascia a noi grandi speranze di riuscire a ottenere uno spazio di autonomia nell'ambito della Chiesa d'Inghilterra, anzi sembra che stia prevalendo sempre più la volontà di escluderci".
Houlding ha anche dichiarato che "i membri del Sinodo hanno preso in questi giorni delle decisioni molto gravi. Più si va avanti su questa strada e più le porte vengono chiuse. Da parte mia cercherò di restare fino a quando non sarò costretto ad andarmene. Questo non certamente avverrà a causa della mia volontà".
Nel 1994, quando la Chiesa d'Inghilterra decise di consentire l'ordinazione di donne sacerdote, circa cinquecento religiosi lasciarono la Comunione anglicana per aderire alla Chiesa cattolica. La decisione di permettere la consacrazione di donne vescovo era inizialmente prevista per il 2005 ma questo impegno è progressivamente slittato sia per l'opposizione dei fedeli tradizionalisti sia per l'attenzione posta dagli elementi progressisti al tema dell'ordinazione religiosa di persone dichiaratamente omosessuali. Secondo alcuni pronostici, nel caso che si procedesse nel 2014 alla consacrazione di donne vescovo, circa milletrecento religiosi, un decimo del totale, potrebbe decidere di uscire fuori dalla Chiesa d'Inghilterra.

(©L'Osservatore Romano - 14 luglio 2010)

C'e' l'Anglicanorum Coetibus...possibile che nemmeno l'Osservatore citi il documento?
R.

5 commenti:

sam ha detto...

?!!!

mariateresa ha detto...

evidentemente, mia cara, l'Osservatore non vuole essere tacciato di proselitismo o affini...
eheheheheh

Fabio ha detto...

Guarda guarda come stanno cambiando le cose... Vuoi vedere che tra un po' anche la regina si farà cattolica...?

medievale ha detto...

le conviene affrettarsi, prima che la costringano a indossare il burqa
: )

Anonimo ha detto...

Il femminismo è la più vera e radicale delle mille rivoluzioni moderne. Punta, infatti, a negare la realtà della natura in nome dei principi. Per esso, le differenze fisiche tra i due sessi non sono altro che il frutto dei condizionamenti sociali di millenni di civiltà maschili e ciò vale, a maggior ragione, per le differenze di ruolo, che non si vogliono accettare (solo di fronte alla prospettiva di una Nazionale di calcio mista ci si potrebbero aspettare blande forme di resistenza).
Il problama è che questa negazione della diversità si estende a macchia d'olio ad altri campi, dando la stura alle turpitudini del Gay Pride che per gli stessi principi reclama identità tra maschi, femmine e "intermedi", nonchè, soprattutto, parità di dignità tra i modus vivendi dei tre.
La Chiesa d'Inghilterra, figlia anch'essa di quella mentalità anglosassone che ha partorito le aberrazioni politicamente corrette del femminismo, è in trappola. Cerchiamo solo di non caderci anche noi.