Mons. Martin: Le vittime di abusi sono state derubate di Dio, ma i fedeli si sentono spesso derubati della loro Chiesa e si sentono traditi da essa

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MEETING RIMINI: MONS. MARTIN (DUBLINO), “VITTIME ABUSI DERUBATE DI DIO”

“Le vittime sono state derubate del Dio che cercano, ma i fedeli si sentono spesso derubati della loro Chiesa e si sentono traditi da essa”.
Lo ha detto mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda, intervenendo oggi al meeting di Rimini.
Parlando del card. John Henry Newman (1801-1890), e del cattolicesimo irlandese di allora e di oggi, l’arcivescovo ha ribadito che “lo scandalo degli abusi sessuali di bambini da parte di sacerdoti e religiosi in Irlanda è veramente uno scandalo. I fedeli sono scandalizzati dagli abusi e dalla maniera in cui questi furono trattati dalle autorità ecclesiastiche”.
Il presule ha affermato che “l’Irlanda sta subendo una vera rivoluzione della sua cultura religiosa” e non è più “un baluardo del cattolicesimo tradizionale” come testimoniano le percentuali di presenza alla messa domenicale (dal 2 al 5%) e dall’aumento del numero dei matrimoni civili.
“L’Irlanda – ha spiegato mons. Martin – è diventata una società laicizzata. Il laicismo irlandese è conflittuale e di reazione come dimostra il dibattuto pubblico sul tema dell’educazione”. Le scuole cattoliche, ha ricordato, “hanno svolto un ruolo vitale nell’integrazione delle classi sociali e di tantissimi immigrati. Tuttavia c’è chi pensa che per il fatto di essere religiose, queste sono un fattore di separazione e quindi dovrebbero essere private di fondi pubblici o abolite”.
C’è l’impressione che un’Irlanda pluralista debba essere per forza laicista”. Questa tendenza verso la laicizzazione comporta, per il presule, il fatto che “una cultura impregnata di valori religiosi scivoli verso una forma di religione civile” con inevitabili difficoltà “a sviluppare una discussione vera sul rapporto tra fede e ragione”.
“L’Irlanda – ha dichiarato - ha bisogno sia di laici e atei maturi che di cristiani maturi con una solida formazione intellettuale. Esponenti della cultura cattolica hanno difficoltà nel riconoscere che la cultura cattolica in Irlanda non ha la rilevanza che aveva nel passato e deve vivere come sale della terra in una maniera nuova”. Mons. Martin ha poi denunciato che “per essere un Paese a tradizione cattolica, l’Irlanda non ha un proporzionato livello di ricerca teologica. A volte dopo 15 anni di catechesi i giovani rimangono teologicamente analfabeti, non vi è una stampa cattolica seria a livello di Italia e Francia, non vi sono fori per la riflessione sul rapporto tra fede e vita, come nelle diocesi tedesche.
Newman – ha concluso l’arcivescovo di Dublino – sognava una generazione di cattolici irlandesi che potessero occupare il proprio posto nella sfera pubblica senza vergognarsi della propria convinzione del valore del contributo della propria fede per la società. L’Irlanda di oggi ha bisogno di gente così”.

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