venerdì 18 dicembre 2009
Gli studenti universitari riflettono sull'omelia del Papa: le sue parole sono una bussola (Badaracchi)
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Gli studenti: le sue parole sono una bussola
Tra i giovani che hanno pregato con Ratzinger Elisena: ci fa sentire guidati e accompagnati Daniele: questi incontri aiutano la nostra fede Angelica: il bene si impara dai gesti concreti
DA ROMA
LAURA BADARACCHI
«Una bussola per il percorso che siamo chiamati a vivere con discernimento ». Elisena Franzese, 24 anni e studentessa di medicina all’Università La Sapienza, definisce così le parole di Benedetto XVI.
Con la passionalità partenopea che la contraddistingue, era tra le centinaia di giovani che ieri hanno voluto cominciare con il Papa la novena di Natale, pregando con lui nella Basilica vaticana. «Il Santo Padre ci fa sentire guidati e accompagnati: siamo sollecitati dalla sua figura e dalle parole che ci rivolge », aggiunge Elisena, originaria della provincia di Napoli, che sogna la specializzazione in oncologia e vive nella capitale da oltre quattro an- ni, inserita in una parrocchia come educatrice dell’Azione cattolica ragazzi.
«Fino allo scorso anno sono stata allieva del Collegio Regina Mundi, grazie al quale sono entrata in contatto con il mondo della pastorale universitaria: un’opportunità per ricevere quelle risposte che ci servono a orientare meglio le nostre scelte in un cammino di vita e di studio, a volte insidioso e problematico». Difficoltà che costellano la giornata dei fuorisede, alle prese con i problemi dell’alloggio e dell’inserimento in un nuovo contesto sociale, a volte dispersivo in una metropoli come quella romana. Si è trovato spaesato, all’inizio della sua permanenza a Roma, anche il ventiquattrenne Daniele Coracci: da Palermo si è ritrovato nell’autunno del 2004 all’Università Cattolica del Sacro Cuore; ora è al sesto anno ed è interno a neurologia.
«Ora vivo con altri sei studenti in uno dei miniappartamenti messi a disposizione per noi nel campus dell’ateneo », riferisce. Grazie alla pastorale universitaria, due anni fa Daniele è diventato membro della Consulta dei collegi cattolici universitari romani: «Organizziamo eventi culturali, ad esempio al Teatro Argentina, che coinvolgono i singoli collegi oppure aperti a tutti gli studenti, collaborando con il Vicariato di Roma». Stretta la collaborazione con gli assistenti spirituali dell’ateneo e con gli altri giovani che compiono lo stesso itinerario formativo: «Ci appoggiamo alla fede e gli incontri con il Papa ci aiutano a viverla in maniera più profonda – confida Daniele –. Le sue parole rappresentano per noi insegnamenti da seguire per poter finalizzare la nostra esistenza alla piena umanità e all’aiuto degli altri».
E il servizio ai più deboli è stato un elemento importante nel cammino di Angelica Tiozzo, al terzo anno dell’Università di Roma Foro Italico, emozionata e «onorata» nel salutare il Pontefice a nome di tutti gli studenti presenti in San Pietro. Studio la mattina, lavoro in palestra il pomeriggio, la ventiquattrenne di Ladispoli – sul litorale romano – ha scoperto la bellezza del Vangelo dai suoi genitori, entrambi cooperatori salesiani, ma anche «andando alla mensa Caritas quando ero ancora piccola e aiutando mia nonna a cucinare, la domenica sera, per un centro anziani: penso che ai bambini si possa insegnare a fare del bene partendo proprio da gesti concreti».
© Copyright Avvenire, 18 dicembre 2009
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