lunedì 28 dicembre 2009

Il Papa: Gli emarginati non sono fantasmi, nessuno sia abbandonato. Vi voglio bene (Galeazzi)


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Il Papa: "Tante persone, provenienti da vari Paesi, segnate dal bisogno, si ritrovano qui per cercare una parola, un aiuto, una luce per un futuro migliore. Impegnatevi perché nessuno sia solo, nessuno sia emarginato, nessuno sia abbandonato" (Parole al termine della visita alla mensa di Sant'Egidio)

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Il Papa: "Sono qui tra voi per dirvi che vi sono vicino e vi voglio bene e che le vostre persone e le vostre vicende non sono lontane dai miei pensieri, ma al centro e nel cuore della comunità dei credenti, e così anche nel mio cuore" (Discorso al termine del pranzo)

VISITA DEL PAPA ALLA MENSA DI SANT'EGIDIO: FOTO E VIDEO

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Il Papa: "Dio ha voluto rivelarsi nascendo in una famiglia umana, e perciò la famiglia umana è diventata icona di Dio! Dio è Trinità, è comunione d’amore, e la famiglia ne è, in tutta la differenza tra il mistero divino e la sua creatura umana, una espressione che riflette il mistero insondabile del Dio amore" (Angelus)

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CITTA’ DEL VATICANO

«Gli emarginati non sono fantasmi, nessuno sia abbandonato. Vi voglio bene». Tra gli «invisibili», tra i barboni, tra gli ultimi Benedetto XVI lancia il suo monito contro l’indifferenza. Ieri il Papa ha pranzato in compagnia degli immigrati e dei poveri nella mensa di Sant’Egidio a Trastevere.
Qui, circondato da 31 bambini di tutte le etnie, il Pontefice ha invocato solidarietà agli stranieri e ai più deboli. Un impegno affinché «nessuno sia solo, sia emarginato, sia abbandonato». Poco prima, in piazza San Pietro, alla fine dell’Angelus domenicale, Benedetto XVI aveva assicurato la sua «speciale preghiera» per le famiglie italiane «in difficoltà». All’esterno del centro per bisognosi, il Papa è stato accolto da una folla festante. Stessa atmosfera all’interno dei due saloni, dove circa 150 commensali hanno salutato, con applausi e «Viva il Papa», il loro ospite. La recita del «Padre Nostro» e poi via al pranzo: antipasto, lasagne, polpettine, lenticchie e purè, dolci e spumante.
Al tavolo con Ratzinger un rifugiato afghano di 34 anni, musulmano sciita che vive in Italia da dieci anni come rifugiato politico, un disabile abbandonato dalla famiglia, uno zingaro, una somala, alcuni barboni ed anche il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.
Al pranzo vi era «un’atmosfera festosa», riferisce padre Federico Lombardi. Il Pontefice, nel brindisi finale, ha osservato che è stato come «mangiare a casa, bello e dolce come tra fratelli». «Vi sono vicino e vi voglio bene», ha aggiunto il Papa: «Le vostre vicende non sono lontane dai miei pensieri anzi sono al centro del cuore dei credenti e del mio cuore». I poveri, gli immigrati, gli emarginati di oggi «sono come Gesù e la sua famiglia. Anche loro, ha sottolineato il Papa rivolgendosi ai suoi compagni di pranzo, hanno vissuto il disagio di non trovare ospitalità e di essere costretti ad emigrare; voi sapete cosa vuol dire». Prima di lasciare la mensa di Sant’Egidio, Joseph Ratzinger si è complimentato con cuochi e camerieri e ha consegnato personalmente regali e dolci ai bambini presenti. Poi, dopo aver visitato la scuola d’italiano, è di nuovo uscito all’aperto per un ultimo bagno di folla prima di rientrare in Vaticano. «Dobbiamo imparare tutti a parlare la stessa lingua che renderà migliore la città e il mondo intero per costruire la civiltà dell’amore», esorta. È la prima volta che un Papa varca la soglia dell’edificio di Trastevere dove Sant’Egidio distribuisce cibo ogni giorno.
Il Papa ha voluto in prima fila i bambini, salutarli uno per uno davanti alla mensa dei poveri, sorridente e per nulla preoccupato per il possibile ripetersi di episodi come quello che ha turbato la notte di Natale a San Pietro. La sua prima uscita pubblica dopo l’aggressione si è svolta senza cambiamenti dell’ultim’ora al protocollo.
Era percepibile un occhio più attento da parte delle forze dell’ordine, alcune centinaia a vigilare sulla buona riuscita della visita, molti dei quali in borghese. Polizia in motocicletta ed elicotteri completavano l’apparato e anche le automobili di scorta sono sembrate più accostate e premurose del solito. Sant’Egidio garantisce che «non è stata adottata alcuna misura straordinaria» e in Curia confermano che «è stata seguita la solita procedura, appena rafforzata da una soglia più alta di attenzione». Il tutto, per espresso desiderio del Pontefice, che non vuole «muri» a separarlo dai fedeli. Quasi a voler dimostrare di non voler dare più di tanta importanza all’accaduto, il Papa si è fermato diversi minuti sulla soglia della mensa di Sant’Egidio parlando dalla pedana appositamente allestita a lato della strada. Senza bunker né barriere.

© Copyright La Stampa, 28 dicembre 2009 consultabile online anche qui.

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