martedì 16 febbraio 2010

Il Papa: la vita umana soggetto del diritto (Cardinale)


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Il Papa: la vita umana soggetto del diritto

DA ROMA

GIANNI CARDINALE

«La storia ha mostrato quanto possa essere pericoloso e deleterio uno Stato che proceda a legiferare su questioni che toccano la persona e la società, pretendendo di essere esso stesso fonte e principio dell’etica».
Lo ha ribadito ieri Benedetto X-VI ricevendo in udienza i partecipanti alla Assemblea plenaria della Pontificia Accademia per la vita sul tema Bioetica e legge naturale.
«Senza principi universali che consentono di verificare un denominatore comune per l’intera umanità – ha aggiunto il Pontefice – il rischio di una deriva relativistica a livello legislativo non è affatto da sottovalutare».
Il Papa ha ricordato come nel mondo odierno la partita dello «sviluppo umano integrale» si giochi proprio nel campo «delicatissimo e decisivo », come sta scritto nell’enciclica Caritas in veritate, della bioetica.
E quando in questo campo emergono «possibili conflitti interpretativi », urge la necessità di un solido «richiamo normativo alla legge morale naturale». «Il riconoscimento della dignità umana, infatti, in quanto diritto inalienabile trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d’uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell’uomo». Viceversa, ha obiettato, « senza il principio fondativo della dignità umana sarebbe arduo trovare una fonte per i diritti della persona e impossibile giungere a un giudizio etico nei confronti delle conquiste della scienza che intervengono direttamente nella vita umana ». Insomma: «Quando si invoca il rispetto per la dignità della persona è fondamentale che sia pieno, totale e senza vincoli».
«È necessario – ha poi affermato il Papa – ripetere con fermezza che non esiste una comprensione della dignità umana legata soltanto ad elementi esteri quali il progresso della scienza, la gradualità nella formazione della vita umana o il facile pietismo dinanzi a situazioni limite ». All’inizio dell’udienza l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia, ha rivolto un indirizzo di saluto al Papa , nel quale ha spiegato gli scopi della plenaria che si è celebrata da giovedì pomeriggio a ieri mattina: accrescere in tutti la sensibilità verso le problematiche bioetiche e contribuire «con un’azione adeguata al rispetto della vita personale in tutte le sue manifestazioni, dal suo concepimento fino alla sua conclusione naturale ». Il presule ha sottolineato che la metodologia di lavoro adottata in questa edizione della plenaria «ha permesso un maggior coinvolgimento dei membri attraverso una conoscenza reciproca e un confronto diretto tra le diverse competenze ». Riguardo al tema discusso i partecipanti «hanno messo a disposizione la loro riconosciuta competenza che si estende dall’ambito della ricerca sperimentale a quello medico, giuridico, filosofico e teologico». Il che ha permesso il raggiungimento di «un contributo sinfonico» a cominciare dalla «passione a favore della vita che tutti accomuna», dalla sua «genuina promozione nei vari ambiti del vivere sociale in cui tutti i membri sono impegnati» e in primo luogo dalla «indefessa difesa che essi appongono dinanzi ai troppi attentati che sono compiuti da diverse parti, facendo perdere il vero senso di inviolabilità e intangibilità che la vita umana possiede in forza della sua sacralità». Fisichella ha anche sottolineato la profondità del magistero di Benedetto XVI sul tema della legge naturale. Magistero che «ha permesso di identificare in maniera incisiva l’importanza di questa argomentazione per il futuro della società » e che per questo motivo «merita di essere raccolto non solo perché costituisce un contributo fondamentale su questa problematica, ma soprattutto perché apporta un elemento di originalità e attualità che spesso è stato dimenticato nel passato particolarmente nella formazione accademica».

© Copyright Avvenire, 14 febbraio 2010

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