lunedì 15 febbraio 2010

Il Papa tra i poveri: «Anche lo Stato scopra la forza della carità» (Bobbio)


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Il Papa: "Cari fratelli e sorelle, per Roma l’Ostello della Caritas diocesana è un luogo dove l’amore non è solo una parola o un sentimento, ma una realtà concreta, che consente di far entrare la luce di Dio nella vita degli uomini e dell’intera comunità civile" (Discorso)

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Il Papa tra i poveri
«Anche lo Stato scopra la forza della carità»


Benedetto XVI visita l'Ostello Caritas della Stazione Termini
«Dono e gratuità elementi costitutivi del vivere quotidiano»


nostro servizio

Alberto Bobbio

Roma
È la forza della carità quella che cambia il mondo.
E lo Stato deve riscoprire questa forza. Benedetto XVI vista l'Ostello della Caritas di Roma e lancia la campagna europea di tutte le Caritas dell'Unione per arrivare alla «Zero povertà» nel Vecchio continente, con un messaggio forte. Spiega che «chi ha responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni» deve «impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell'uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna».
In una mattina fredda, il Papa va all'Ostello come un padre che vuole stare vicino ai suoi figli più deboli.
Qui forniscono seicento pasti al giorno, un servizio di poliambulatorio per chi è fuori da qualsiasi struttura della sanità, qui nessuno chiede né passaporto, né carta d'identità, né permesso di soggiorno. Qui è l'amore che governa ogni cosa. Funziona da 23 anni questo centro della Caritas ospitato in locali messi a disposizione dalle Ferrovie, accanto ai binari da dove parte la «Freccia rossa». Il Papa pronuncia parole di conforto per i poveri e scuote le istituzioni con il riferimento alla «forza della carità». Gira per i locali prima di parlare di fronte al sindaco Gianni Alemanno e al ministro dei Trasporti Altero Matteoli, al sottosegretario Gianni Letta e all'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mario Moretti.
Vede la farmacia, il poliambulatorio, i locali dove i poveri vanno a dormire, la sala della mensa. Davanti a lui ci sono 190 ospiti, gente che ha la vita stracciata e le lacrime agli occhi.
Prima parla e poi li abbraccia.
Dice: «La Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ciascuno di voi quello di Gesù».
E aggiunge: «Egli ha voluto identificarsi in maniera del tutto particolare con coloro che si trovano nella povertà e nell'indigenza». È la lezione del Papa teologo, una piccola «lectio divina» nel giorno della liturgia delle beatitudini, perché il Vangelo serve anche per ridare dignità a chi l'ha «smarrita», osserva, «a volte per tragici eventi». Eppure qui, nell'abbraccio dell'amore della Chiesa, i poveri «ritrovano fiducia in se stessi e speranza nell'avvenire».
Poi cita l'anno europeo dedicato alla lotta contro la povertà e l'esclusione sociale.
Il Papa è venuto simbolicamente ad aprirlo in questo Ostello per rafforzare l'impegno della Caritas europea, che ha lanciato la campagna «Zero povertà». E spiega: «È importante che le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali». Sono parole importanti che valgono per i singoli, ma anche per le istituzioni e per gli uomini che le governano.
Ratzinger aggiunge: «Tutto ciò diventa giorno dopo giorno più urgente in un mondo nel quale invece sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse».
Di questo la Chiesa è consapevole. Ed è per questo che non smette di lavorare e continua a collaborare «con le istituzioni civili per la promozione del bene comune»: «La Chiesa vive nella storia con la consapevolezza che le angosce e i bisogni degli uomini, dei poveri e soprattutto di coloro che soffrono, sono pure quelli dei discepoli di Cristo».
L'amore della Chiesa, osserva il Papa, non è una «parola o un sentimento», ma «una realtà concreta che consente di far entrare la luce di Dio nella vita degli uomini e dell'intera comunità civile». Il cardinale Antonio Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha lanciato un appello alle istituzioni perché «lo Stato sociale non subisca ulteriori ridimensionamenti e le fasce più deboli della popolazione non siano mortificate». Il Papa, al termine della visita, ha abbracciato i poveri ospiti della Caritas, tra cui molti bambini in braccio alle mamme.
Il responsabile del poliambulatorio, Salvatore Geraci, gli ha spiegato che «l'impegno di tutti i volontari del centro non è solo assistenziale e sanitario, ma è un impegno per la giustizia».
E Giuliana Cataldo, ospite da anni del centro di accoglienza, con la voce rotta dall'emozione ha invitato il Papa a portare via da questa visita «la speranza e non il dolore»: «Dare la speranza al Papa ci rende più forti e ci fa sentire meno nullità e più inseriti nella società».

© Copyright Eco di Bergamo, 15 febbraio 2010

Grazie a Maria per la bellissima foto :-)
R.

1 commento:

Maria R. ha detto...

Peccato non potere fare sentire l'audio di quando ho gridato "Viva il Papa", incitata da una suora che era accanto a me, pure lei attaccata alla transenna :D (giustamente, la suora voleva un saluto del Papa, allora ha "coordinato" il richiamo, per farlo girare ;)