sabato 10 aprile 2010

Caso Kiesle. Smentite le nuove accuse (Radio Vaticana)


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Secondo me la Santa Sede dovrebbe rispondere in modo ancora più dettagliato alle accuse e cacciare le talpe rivelandone i nomi

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C'è una sola espressione per definire i titoloni dei giornaloni di oggi...

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Caso Kiesle. Smentite le nuove accuse

Prosegue lo stillicidio di notizie e accuse contro la Chiesa e il Papa sulla questione degli abusi. L’ultima è la diffusione, da parte dell’Associated Press, di una lettera in latino firmata dal cardinale Ratzinger nel 1985, relativa a Stephen Kiesle, un sacerdote della diocesi americana di Oakland, colpevole di aver molestato minori. Ce ne parla Sergio Centofanti.

Il legale della Santa Sede negli Stati Uniti, Jeffrey Lena, ha smentito decisamente le nuove accuse lanciate da alcuni mass media: innanzitutto ha dichiarato di non poter confermare l’autenticità del documento, relativo a un caso di riduzione allo stato laicale in cui la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva iniziato a verificare se ve ne erano le condizioni.
Ma la questione – aggiunge – “non fu affatto trasmessa al Vaticano”.
D’altra parte, Lena ha ribadito che nel 1985 la competenza di questi casi era del vescovo locale e non della Congregazione per la Dottrina della Fede che li ha acquisiti ben 16 anni dopo, ovvero nel 2001.
Lena ha comunque negato che la lettera esprimesse un rifiuto, da parte del cardinale Ratzinger, della richiesta del vescovo di Oakland, mons. John Cummins, di ridurre allo stato laicale il sacerdote. Nella lettera citata dall’Associated Press, il cardinale Ratzinger avrebbe esortato il vescovo ad “avere la massima cura paterna” per Kiesle.
Lena ha precisato che questa frase era “un modo per dire che il sacerdote in questione era sotto l'autorità e la tutela del vescovo, il quale doveva assicurare che non facesse altro male”.
Il legale ha poi affermato che la riduzione allo stato laicale del sacerdote è stata portata avanti “in tempi brevi per gli standard dell’epoca”. Inoltre – ha aggiunto – “mentre era in corso il procedimento, non risulta che il sacerdote abbia commesso altri reati”.

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4 commenti:

Bastardlurker ha detto...

Il Crimen Sollecitationis, paragrafo 72, stabilisce che tutto quanto previsto per il crimen sollecitationis è valido anche per il crimen pessimum.

Il Crimen Sollecitationis, paragrafo 73, equipara gli abusi sui bambini al crimen pessimum.

Il Crimen Sollecitationis, paragrafo 74, prevede l'obbligo di comunicare all'allora Sant'Uffizio ora Congregazione per la Dottrina della Fede, le sentenze.

Nel caso di riduzione allo stato laicale la sentenza diventa efficace solo dopo l'approvazione del Vaticano.


http://www.vatican.va/resources/resources_crimen-sollicitationis-1962_en.html

P.S
Il termine "crimen pessimum"(il crimine più atroce ndB) comprende qualsiasi atto osceno esterno, gravemente peccaminoso, perpetrato o tentato in qualsiasi modo da un religioso con una persona del suo stesso sesso.

Crimen Sollecitationis, paragrafo 71

Raffaella ha detto...

Ancora?
La Santa Sede non aveva alcuna competenza sulla pedofilia.
Il vescovo locale doveba comunicare al Sant'Uffizio le sentenze.
La sentenza in questo caso dov'e'?
La concessione della dispensa e la riduzione allo stato laicale non sono la stessa cosa.
R.

gemma ha detto...

nelle altre confessioni religiose come affrontano i reati di pedofilia che avvengono all'interno?
Da parte laica,sarebbe interessante informarsi anche di quelle, o no?
Visto che a breve la religione cattolica non sarà più la predominante in Italia.... Sono importanti anche le potenziali vittime del futuro, o no?

gemma ha detto...

nessun interesse a cercare tra i documenti e le disposizioni di fratelli maggiori, minori e fratellastri?