Il Papa ha accettato le dimissioni di un terzo vescovo irlandese che coprì abusi (Izzo)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: ACCETTA DIMISSIONI TERZO VESCOVO CHE COPRI' ABUSI IRLANDA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 22 apr.

Benedetto XVI ha accettato oggi le dimissioni di mons. James Moriarty, vescovo di Kildare e Leighlin in Irlanda, coinvolto nello scandalo della pedofilia per aver coperto sacerdoti che hanno commesso abusi su minori. Con mons. Moriarty sale a tre il numero dei vescovi dimissionari, in seguito allo scandalo degli abusi sui minori che ha investito la Chiesa dell'isola. Prima di lui, Benedetto XVI ha accettato le rinunce del vescovo di Limerick, mons. Donal Murray, e di mons. John Magee, vescovo di Cloyne, gia' segretario personale di tre Papi: Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. A denunciare le omissioni del presule al tempo in cui era ausiliare di Dublino e' stata una commissione governativa nel cosidetto Rapporto Murphy. In Irlanda altri presuli sono stati richiesti dal Pontefice di presentare le loro dimissioni. Inoltre il primate Sean Brady si e' riservato di valutare se compiere anche lui lo stesso gesto essendo emerso che da sacerdote era stato incaricato di indagare su un religioso pedofilo ai fini del processo canonico che pronuncio' sentenza di colpevolezza ma - attenedosi a un ordine del suo vescovo - non provvide ad avvertire le autorita' giudiziarie civili.
La formula utilizzata dalla Sala Stampa della Santa Sede per annunciare le dimissioni del vescovo e' quella tradizionale che citando il comma 2 dell'401 del Codex fa riferimento a ragioni di salute o gravi impedimenti. Ma la decisone del Papa va letta alla luce della sua Lettera ai cattolici dell'Irlanda sugli abusi sessuali compiuti da 46 sacerdoti su centinaia di bambini, nella quale Benedetto XVI utilizza il plurale delle dichiarazioni solenni, e lo fa unendo il suo dolore sincero a quello delle vittime di tanto scempio: in altri Paesi, ricorda, "mi sono soffermato con loro, ho ascoltato le loro vicende, ho preso atto della loro sofferenza, ho pregato con e per loro, cosi' come - assicura Ratzinger in risposta a una precisa richiesta delle associazioni irlandesi degli abusati - sono disponibile a farlo in futuro". Ma, soprattutto, con quel plurale Ratzinger esprime "apertamente", e senza cercare alibi per se' e per l'intera Gerarchia Cattolica, "la vergogna e il rimorso che tutti proviamo". "Tutti noi stiamo soffrendo come conseguenza dei peccati di nostri confratelli che hanno tradito una consegna sacra o non hanno affrontato in modo giusto e responsabile le accuse di abuso", confessa qualificando nello stesso modo - ed e' uno dei grandi elementi di novita' di questo coraggioso testo di Joseph Ratzinger - i crimini dei preti pedofili e la colpevole passivita' dei vescovi. "Seri errori furono commessi nel trattare le accuse", ammette dunque il Pontefice tedesco, che confessa di aver provato in prima persona anch'egli "lo sgomento e il senso di tradimento che molti hanno sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorita' della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati". "Da parte mia - spiega - considerando la gravita' di queste colpe e la risposta spesso inadeguata ad esse riservata da parte delle autorita' ecclesiastiche nel vostro Paese, ho deciso di scrivere questa Lettera Pastorale per esprimere la mia vicinanza a voi, e per proporvi un cammino di guarigione, di rinnovamento e di riparazione". E di seguito indica le decisioni concrete che intende
prendere: per prima cosa, si fara' una indagine accurata per verificare tutte
le responsabilita' riguardanti gli abusi e le coperture per poi assumere decisioni severe e coraggiose che contribuiscano alla "rinascita della Chiesa in Irlanda". "Dopo essermi consultato e aver pregato sulla questione, intendo indire - rivela - una 'Visita Apostolica' in alcune diocesi dell'Irlanda, come pure in seminari e congregazioni religiose". "I particolari - afferma - saranno resi noti a suo tempo". "Propongo inoltre - scrive ancora il Papa teologo - che si tenga una 'Missione a livello nazionale' per tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi". E il sofferto documento si chiude con un auspicio: "possano la nostra tristezza e le nostre lacrime, il nostro sforzo sincero di raddrizzare gli errori del passato, e il nostro fermo proposito di correzione, portare abbondanti frutti di grazia".

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