martedì 18 maggio 2010

Card. Bagnasco: è l’ora dei laici (Galeazzi)


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Bagnasco: è l’ora dei laici

GIACOMO GALEAZZI

CITTA' DEL VATICANO

«Nella Chiesa è arrivato il momento dei laici». Domenica sera, spenti i riflettori del «Papa-day» (200 mila manifestanti a piazza San Pietro), il presidente della Cei, Angelo Bagnasco ha riunito tutti i movimenti (Azione cattolica, Cl, Sant'Egidio, Acli, Neocatecumenali, Coldiretti e decine di associazioni ecclesiali) alla basilica di San Paolo per invocare un maggior coinvolgimento del laicato, mentre le gerarchie ecclesiastiche sono scosse dagli abusi sessuali del clero. Già l'Osservatore Romano, contro lo scandalo mondiale dei preti pedofili, ha reclamato più spazio nella Chiesa per le donne e l'episcopato austriaco ha appena affidato ad una donna laica (l'ex governatrice della Stiria, Waltraud Klasnic) le indagini sulle violenze nelle parrocchie e nei seminari. L'apertura di credito del leader dei vescovi Bagnasco, però, assume un peso particolare per il «filo diretto» con Benedetto XVI e per l'immediato allineamento della Chiesa italiana alla «tolleranza zero» anti-pedofilia e al progetto papale di «rinnovamento e purificazione» delle diocesi.
In «un'epoca in cui non è facile credere», la «fiamma della fede» ha bisogno di «testimoni» fedeli alla lezione del Concilio Vaticano II, evidenzia il cardinale lanciando un forte appello destinato ad incidere anche sul conclave Cei da cui la prossima settimana uscirà eletto il nuovo Consiglio permanente. I «laici cattolici», avverte Bagnasco, devono «reagire all’insidia del torpore, alzarsi in piedi, e unirsi al Papa per portare la loro testimonianza di fede al mondo contemporaneo». Evangelizzare la società «non è a prima vista l’annuncio che ci si attende», anzi «molti si domandano se ciò non sia fuori centro rispetto a certa voglia di vivere e se non minacci addirittura la libertà del vivere». Sostenere il clero in difficoltà ad annunciare il Vangelo, «non è una cosa facile», quindi «nessuno si illuda». Ma «proprio proprio perché è difficile», è compito dei laici «svolgere fino in fondo la loro parte senza lasciare solo il Papa». I tempi, infatti, «esigono un nuovo vigore missionario dei cristiani, chiamati a formare un laicato maturo, identificato con la Chiesa e solidale con la complessa trasformazione del mondo».
Sulla scia di Benedetto XVI, il capo della chiesa italiana sollecita spazi più ampi per il laicato nella geopolitica della Chiesa, che «ha bisogno di autentici testimoni di Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo». E cioè, tra «i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita», come ha ribadito il Pontefice in Portogallo.
Il mandato affidato da Bagnasco ai laici è impegnativo e influenza la mappa dei poteri nella Chiesa. «Le associazioni e i movimenti sono una scuola provvidenziale», sottolinea, e, «in un momento di fatica della Chiesa», ora che «si parla di inverno della Chiesa», lo Spirito sta creando «una nuova primavera». In forza «del carisma, della radicalità del Vangelo, del contenuto oggettivo della fede, del flusso vivo della tradizione in cui sono inseriti», i laici sono chiamati a «uscire dal chiuso dei loro ambienti e andare nel mondo». Tra la gente i movimenti «ci sono già», perciò adesso devono, «con una consapevolezza nuova» entrare «nei gangli della società come testimoni radiosi della fede». Le «armi» per la «scalata al cielo» del laicato sono «l’arte del dialogo e la capacità di relazione con i soggetti più vari».
Di fronte a laici finalmente protagonisti, le gerarchie ecclesiastiche dovranno imparare ad «aver stima della loro indole e cultura». Il compito è «andare controcorrente ed essere portatori di un’idea diversa, di un punto di vista alternativo». Dunque, i laici «non abbiano timore dell’anticonformismo richiesto dalla coerenza con la fede». Non per il gusto di «opporsi a qualcuno, ma per amare tutti e obbedire a Dio».

© Copyright La Stampa, 18 maggio 2010 consultabile online anche qui.

Attenzione, Eminenza, a quella parola: carisma! Carismatico era definito anche Maciel.
Vigilare vigilare vigilare...

R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusate un attimo... riprendo due passi di Bagnasco:

***
... Chiesa, che «ha bisogno di autentici testimoni di Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo». E cioè, tra «i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita»...
In forza «del carisma, della radicalità del Vangelo, del contenuto oggettivo della fede, del flusso vivo della tradizione in cui sono inseriti», i laici sono chiamati a «uscire dal chiuso dei loro ambienti e andare nel mondo». Tra la gente i movimenti «ci sono già», perciò adesso devono, «con una consapevolezza nuova» entrare «nei gangli della società come testimoni radiosi della fede». Le «armi» per la «scalata al cielo» del laicato sono «l’arte del dialogo e la capacità di relazione con i soggetti più vari».
Di fronte a laici finalmente protagonisti, le gerarchie ecclesiastiche dovranno imparare ad «aver stima della loro indole e cultura». Il compito è «andare controcorrente ed essere portatori di un’idea diversa, di un punto di vista alternativo». Dunque, i laici «non abbiano timore dell’anticonformismo richiesto dalla coerenza con la fede». Non per il gusto di «opporsi a qualcuno, ma per amare tutti e obbedire a Dio».
***

Domandina provocante: ma questo ruolo in passato non era stato svolto dalla cosiddetta "vita religiosa"?
In fin dei conti monaci, monache, frati, suore, non hanno fatto proprio questo per secoli e secoli?
Pensiamo un attimo all'eredita' culturale del monachesimo benedettino: quanto del passato greco-romano sarebbe ora inesistente se non ci fossero stati loro?
O per andare piu' avanti, un San Francesco, una Santa Caterina da Siena, e hai voglia a fare la litania di nomi eccellenti. Un Sant'Agostino, tanto amato e citato dal papa?

Non sarebbe forse il caso di riscoprire anche questo aspetto della Chiesa, forse troppo tenuto sotto vetro?

Anonimo ha detto...

scusate un attimo: è una donna quella che porta il Vangelo a Fatima? (vedi foto)

Anonimo ha detto...

più che dei laici il cardinale si riferisce ai movimenti...
attenzione che c'è un movimento che sta assumento il monopolio della "nuova evangelizzazione", talmente "nuova" da essere "altra" rispetto a quella apostolica!

Il papa è il mio padre spirituale ha detto...

Io, che non ho mai mostrato amore per la CEI, che vedo come tentativo di limitazione all'autorità papale, questa volta devo elogiare l'aver sottolineato la funzione del laico.
.... «i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione ...>>
Anonimo ricorda il compito dei monaci, suore, frati....ma perchè, i laici cattolici, anche non prendendo i voti e lavorando nel mondo, non devono anch'essi vivere in esso senza essere del mondo? Anche il laico cattolico deve essere "segno di contraddizione" nell'ambiente in cui opera, secondo verità e giustizia.

raffaele ha detto...

Condivido le parole del card. Bagnasco ed il suo auspicio di un nuovo protagnismo dei laici cristiani, rimasti un po' in ombra negli ultimi anni di fronte all'eccessivo protagonismo di certi vescovi e dei grandi movimenti.