giovedì 20 maggio 2010

Padre Manuel Morujão: Dal Portogallo all'Europa: il messaggio di Benedetto XVI (Sir)


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Dal Portogallo all'Europa: il messaggio di Benedetto XVI

Un messaggio forte dal Portogallo a tutta la Chiesa in Europa: l'affetto di un popolo che si è riunito in modo spontaneo attorno al Santo Padre a Fatima per manifestargli affetto e unità. Ne parliamo con padre Manuel Morujão, portavoce e segretario della Conferenza episcopale portoghese (Cep), ad una settimana dal viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo, dall'11 al 14 maggio.

La folla oceanica a Fatima ha dato il polso di un popolo che ama la Chiesa in un momento in cui la Chiesa in Europa è stata travolta dai tristissimi casi di pedofilia al suo interno. Cosa ne pensa?

"È vero, penso che la risposta del popolo sia stata molto più forte ed efficace rispetto a qualsiasi altra presa di posizione, discorso o argomentazione che potevano dare un intellettuale o anche un'autorità civile o ecclesiastica. Perché è stata una risposta spontanea e affettiva. C'è stata una grande vibrazione affettiva attorno al Santo Padre. Con la sua presenza, il popolo ha detto all'Europa di credere nella Chiesa. Una Chiesa che è certamente costituita da uomini e donne che sono deboli, spesso peccatori ma è pur sempre la Chiesa di Cristo, redentore del mondo e dell'umanità. La risposta più convincente a questa cattiva immagine data dalla Chiesa stessa, o meglio dai responsabili di questi crimini terribili, è stata data dal popolo e proprio per questo è stata una risposta di grande forza".

Di tutti i discorsi pronunciati dal Papa quale è stato secondo lei il messaggio che più rimarrà di questo viaggio apostolico non solo per il Portogallo?

"E stata una caratteristica che ha colpito molto: sono stati discorsi universali, rivolti a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a prescindere dalla loro appartenenza o meno alla Chiesa. Non c'era bisogno di avere fede per ascoltare il Papa, c'era piuttosto bisogno di avere un cuore aperto per accogliere i valori più strutturali della persona umana. Ciò è emerso in maniera particolarmente evidente nel discorso che Benedetto XVI ha pronunciato al mondo della cultura, parlando della bellezza e della verità che sono valori a cui tendono tutti perché sono essenziali nella vita e coessenziali in ogni essere umano. Non bisogna essere cristiani per perseguirli né tantomeno viverli come un obbligo quanto piuttosto sceglierli come vie di realizzazione della persona".

Tutto questo discorso però poi si è scontrato con la decisione presa dal presidente della Repubblica di firmare la legge sui matrimoni gay, una settimana dopo il viaggio di Benedetto XVI. Come se lo spiega?

"È questa una realtà condivisa dalle società europee ed è esito delle responsabilità individuali che portano a quelle che possiamo definire alla luce di quanto detto finora, delle contraddizioni. Significa cioè che la Chiesa indica la strada giusta ma poi andiamo per un'altra strada perché magari è la strada più facile, più popolare. Questa legge sarà approvata sicuramente dal Parlamento che può contare di una maggioranza che ha già dichiarato di essere favorevole. Sono contraddizioni che dimostrano quanto non sia per niente facile essere fedeli alla verità più profonda dell'uomo. Verità che è esigente, radicale, e non sempre si ha il coraggio di esserne coerenti".

Significa che al cristiano, l'Europa chiede una nuova maturità di fede?

"Sì, dimostra che essere cristiano in un ambiente dove tutti i valori della cristianità sono rispettati, è facile. Ma la verità tante volte è controcorrente perché non si regge su simpatie, indici di popolarità, su sondaggi di opinione pubblica ma si orienta al bene comune della società e al bene più profondo della persona. Insomma, non stiamo parlando di questioni propriamente di fede o di morale cristiana quanto piuttosto di questioni antropologiche che interpellano la ragione".

C'è speranza di rivedere un Portogallo più protagonista nella vita della Chiesa e dell'Europa?

"La visita del Papa è stata una occasione che hanno avuto i cattolici per dirgli: ti vogliamo bene. Tu sei parte della soluzione non il problema. Crediamo in Te come profeta di Cristo. E questo ci dà coraggio per andare avanti in una società che tante volte contraddice la struttura antropologica dei valori umani e cristiani. Con nuove ragioni per lottare per la vera famiglia, il vero matrimonio, e per i valori che non sono illusori ma sono quelli che veramente rendono l'uomo più uomo".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Zapataro in Vaticano:
https://www.zenit.org/article-22522?l=italian

JP