sabato 29 maggio 2010

Preti pedofili, Mons. Scicluna: la tolleranza zero imposta dal Papa è dolorosa ma necessaria. Citato il Vangelo di Marco (Izzo)


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PRETI PEDOFILI: SCICLUNA, TOLLERANZA ZERO DOLOROSA MA NECESSARIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 mag.

Il dovere dei vescovi di perseguire con assoluta severita' gli abusi sessuali commessi dal clero, escludendo dal ministero sacerdotale chiunque si macchi di questi crimini e deferendolo ai giudici competenti e' stato ricordato oggi in San Pietro, dal promotore di giustizia della Santa Sede mons. Charles Scicluna che ha sottolineato come la tolleranza zero imposta da Papa Ratzinger sia dolorosa ma necessaria.
"Diversi Santi Padri - ha spiegato nel corso di una preghiera di riparazione per le offese subite dalle vittime dei preti pedofili - interpretano la mano, il piede, l'occhio come l'amico caro al nostro cuore, con cui condividiamo la nostra vita, a cui siamo legati con legami di affetto, concordia, fraternita'. C'e' un limite a questo legame".
Per mons. Scicluna, "l'amicizia cristiana si sottomette alla legge di Dio" e non puo' essere che cosi', anche per i vescovi pur essendo essi padri dei loro sacerdoti. "Se il mio amico, il mio compagno, la persona a me cara e' per me occasione di peccato, e' per me un inciampo nel mio peregrinare io - ha scandito - non ho altra scelta secondo il criterio del Signore se non di tagliare questo legame. Chi negherebbe lo strazio di una tale scelta? Non e' forse questa una crudele amputazione? Eppure il Signore e' chiaro: e' meglio per te entrare da solo nel Regno, senza una mano, senza un piede, senza un occhio, che con il mio amico andare nella Geena, nel fuoco inestinguibile".
"Questa immagine cosi' forte delle membra, del corpo, ci mette senza troppa confusione - ha concluso - di fronte allo specchio della nostra coscienza".

© Copyright (AGI)

PRETI PEDOFILI: MONS. SCICLUNA, IL VANGELO LI MALEDICE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 mag.

"Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, e' meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare". Questo passo del Vangelo e' stato ricordato oggi da mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, il prelato, cioe', che indaga sui preti pedofili e poi li processa. Il sacerdote maltese, nel corso di una "preghiera di riparazione che si e' tenuta in San Pietro, ha ricordato con queste parole "terribili" anche il commento che ne faceva San Gregorio Magno, per il quale "chi dopo essersi portato ad una professione di santita' distrugge altri tramite la parola, con l'esempio, sarebbe davvero meglio per lui che i suoi malfatti gli fossero causa di morte essendo secolare piuttosto che il suo sacro ufficio lo imponesse come esempio per altri nelle sue colpe, perche' tendenzialmente se fosse caduto da solo il suo tormento nell'inferno sarebbe di qualita' piu' sopportabile". Secondo il promotore di giustizia nominato da Papa Ratzinger, "la Chiesa ha sempre avuto cura per bambini e deboli" e considera il bambino "icona del discepolo che vuole essere grande: accogliere il Regno di Dio come un bambino significa accoglierlo con cuore puro, con docilita', abbandono, fiducia, entusiasmo, speranza".
Ma "questa icona cosi' santa e' calpestata, infranta, infangata, abusata, distrutta". Per questo "esce dal cuore di Gesu' un grido di eco profonda, 'lasciate che i bambini vengano a me': non glielo impedite, non siate d'inciampo nel loro cammino verso di me, non ostacolate il loro progresso spirituale, non lasciate che siano sedotti dal maligno, non fate dei bambini l'oggetto della vostra impura cupidigia".
"Accogliere il Regno di Dio come un bambino - ha sottolineato il prelato maltese - significa accoglierlo con cuore puro, con docilita', abbandono, fiducia, entusiasmo, speranza. Il bambino ci ricorda tutto questo. Tutto questo rende il bambino prezioso agli occhi di Dio e agli occhi del vero discepolo di Gesu'. Quanto invece diventa arida la terra e triste il mondo quando questa immagine cosi' bella e' calpestata". E, ha aggiunto, "quanti peccati nella Chiesa per l'arroganza, per l'insaziabile ambizione, per il sopruso e l'ingiustizia di chi si approfitta del ministero per fare carriera, per mettersi in mostra, per futili e miseri motivi di vanagloria".

© Copyright (AGI)

3 commenti:

sonny ha detto...

Anche se a volte è veramente dura, continuo a pensare che stiamo vivendo un periodo di grazia. I boatos mediatici vanno in un'altra direzione ma il Santo Padre, con il suo passo felpato, sta continuando a scrivere dritto su linee storte. Che il Signore ce lo conservi a lungo!

Anonimo ha detto...

Il finale dovrebbe essere scritto a lettere cubitali.
Tutto qua.

Anonimo ha detto...

Non c'è dubbio, su l'opera del Santo Padre c'è la mano di Dio.