lunedì 5 luglio 2010

Il Papa ai detenuti del carcere di Sulmona: "Sono felice di essere con voi. Avrei voluto incontrarvi tutti" (Biccini)


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Il Papa ai giovani di Sulmona: "Avete dimostrato di avere una vostra memoria storica legata alla vostra terra: mi avete parlato di un personaggio nato otto secoli fa, san Pietro Celestino V, e avete detto che lo considerate ancora molto attuale! Vedete, cari amici, in questo modo, voi avete, come si usa dire, “una marcia in più”. Sì, la memoria storica è veramente una “marcia in più” nella vita, perché senza memoria non c’è futuro. Una volta si diceva che la storia è maestra di vita!"

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Il saluto di Benedetto XVI a una delegazione del carcere durante la visita pastorale alla città abruzzese

Anche dai detenuti un contributo alla società

dal nostro inviato Gianluca Biccini

"Sono felice di essere con voi. Avrei voluto incontrarvi tutti", perciò "portate il mio saluto" agli altri detenuti. "Vi sono sempre vicino e prego affinché il Signore vi aiuti in questo cammino non facile: vi porterò nel mio cuore e di cuore vi auguro che possiate trovare la via per dare un contributo alla società, secondo le vostre capacità e i doni che Dio vi ha dato.
Nella mia preghiera siete sempre presenti". Con parole improvvisate, lontano da microfoni e telecamere, Benedetto XVI ha salutato così una delegazione della casa circondariale di Sulmona.
Domenica pomeriggio, 4 luglio, durante la visita pastorale alla città - in occasione dell'anno giubilare voluto dai vescovi della regione ecclesiastica Abruzzo-Molise per l'ottavo centenario della nascita di san Pietro Celestino - il Papa ha di nuovo affrontato il delicato tema della sofferenza della popolazione carceraria. Un breve saluto - non previsto dal programma - richiesto dal cappellano, il marista Franco Messori, mentre nella casa sacerdotale attigua al vescovado presentava al Pontefice il direttore dell'istituto Sergio Romice, alcuni agenti di custodia e cinque rappresentanti - il più giovane si chiama Catalin, ha poco più di trent'anni e viene dalla Romania - dei 420 detenuti e internati che affollano la struttura. Non è la prima volta che Benedetto XVI mostra la sua sollecitudine verso questa realtà. Lo aveva fatto nell'aprile scorso, scrivendo un messaggio ai detenuti maltesi durante il viaggio nell'isola del Mediterraneo, e il 18 marzo 2007, quando visitò l'istituto penale per minori di Casal del Marmo a Roma. "Ho chiesto al Papa - ci ha confidato il cappellano - una parola di luce e di speranza, perché incontrando questi cinque uomini il suo messaggio giunga a tutti i detenuti abruzzesi e delle altre case circondariali d'Italia". Padre Messori non condivide la definizione di "carcere dei suicidi" data dai media alla struttura detentiva sulmonese, ma evidenzia la necessità di maggiori fondi per l'istruzione e il lavoro. "Senza queste due cose - spiega - non ci sono possibilità di reinserimento". Anche per questo all'incontro privato con Benedetto XVI - durato una decina di minuti - ha partecipato anche la responsabile dei programmi educativi.
Comunque tutta la domenica trascorsa dal Papa a Sulmona è stata all'insegna dell'attenzione ai più sofferenti, che da queste parti sono soprattutto quanti non hanno una casa e un'occupazione, vittime di una crisi che sta dissanguando l'economia locale e delle conseguenze del drammatico sisma dell'aprile 2009. Anche per questo Benedetto XVI è tornato per la terza volta nella regione: la prima fu agli inizi del Pontificato, il 1° settembre 2006, al santuario di Manoppello; la seconda il 28 aprile dello scorso anno tra le popolazioni terremotate dell'Aquila e dintorni.
In un contesto segnato da crescenti difficoltà, il Papa ha voluto assicurare la propria vicinanza, come ha detto durante la messa celebrata al mattino in piazza Garibaldi. Anche nell'incontro pomeridiano con i giovani, che ha concluso la visita pastorale, si è detto consapevole dei bisogni delle nuove generazioni - in particolare salute, istruzione e lavoro - e ha sottolineato come sebbene fede e preghiera non risolvano le difficoltà, permettono comunque di affrontarle. Sullo sfondo di tutti i suoi interventi la figura di Pietro Angelerio, l'eremita eletto Pontefice e presto dimessosi per evitare un pericoloso scisma nella Chiesa. "Sono passati ben ottocento anni dalla sua nascita - ha ricordato - ma egli rimane nella storia per le note vicende del suo tempo e, soprattutto, per la sua santità". Quest'ultima, infatti, "non perde mai la propria forza attrattiva, non cade nell'oblio, non passa mai di moda".
E che il secondo viaggio in Italia di quest'anno - dopo quello del 2 maggio a Torino - fosse tutto nel solco della spiritualità celestiniana si era capito già prima dell'arrivo del Papa, che in elicottero ha sorvolato due luoghi della vita del monaco molisano: l'abbazia di Santo Spirito e l'eremo di Sant'Onofrio sul monte Morrone. Quando poi il velivolo è atterrato, sul terreno del campo sportivo Serafini del complesso dell'Incoronata, Benedetto XVI ha trovato un nutrito e colorato gruppo di bambini e ragazzi che dalle gradinate gli hanno dato il benvenuto, tra canti e applausi. Ad accoglierlo, il vescovo di Sulmona-Valva, monsignor Angelo Spina, con gli arcivescovi Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia, e l'abruzzese Luciano Suriani, nunzio apostolico, delegato per le Rappresentanze pontificie. Il Governo italiano era rappresentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, anch'egli originario della zona, con l'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, il presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi, il prefetto de L'Aquila, Giovanna Maria Rita Iurato, il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, e il presidente della provincia aquilana, Antonio del Corvo.
Accompagnavano il Papa gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Harvey, prefetto della Casa Pontificia; il vescovo De Nicolò, reggente della prefettura, e monsignor Gänswein, segretario particolare. Nel seguito anche il medico personale del Pontefice Polisca, il vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il passionista padre Benedettini, e il direttore del nostro giornale.
In papamobile Benedetto XVI ha poi compiuto il breve tragitto che lo ha condotto nella piazza che gli abitanti di Sulmona chiamano Maggiore, dove sul palco ha ricevuto il saluto del primo cittadino e del vescovo. Il sindaco ha donato al Pontefice un dipinto, l'ordinario diocesano gli spilloni per il pallio e una croce con il simbolo di san Pietro Celestino, opere di artisti e maestri orafi locali. Nella circostanza la diocesi ha anche promosso una colletta per la carità del Papa, denominata "un ospedale per l'Africa".
Nel suggestivo scenario incorniciato dall'acquedotto medievale di epoca sveva, il Papa ha presieduto la celebrazione eucaristica con i presuli e il prelato del seguito, i vescovi della regione ecclesiastica e il clero locale. Sull'altare, l'urna di vetro trasparente che custodisce il corpo di san Pietro Celestino. Numerosissimi, nonostante la temperatura superiore ai trenta gradi, i fedeli che hanno partecipato al rito. Prima di impartire la benedizione conclusiva, l'Angelus con affidamento della diocesi alla Vergine Maria, che qui è venerata nel santuario della Madonna della Libera.
Al termine, il Papa si è intrattenuto brevemente con il sottosegretario Letta e con il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, anch'egli del luogo. Quindi il trasferimento al centro pastorale diocesano, dove ha simbolicamente inaugurato - dopo i lavori di restauro - la casa sacerdotale che lo ha ospitato e che è stata a lui intitolata.
Successivamente Benedetto XVI ha pranzato con una quindicina di presuli della regione ecclesiastica e con il suo seguito, e nel pomeriggio ha incontrato i membri del comitato organizzatore della visita e la delegazione della casa circondariale. Quindi il trasferimento in papamobile alla vicina cattedrale di San Panfilo, dove ha ricevuto l'abbraccio dei giovani. Accolto dal canto "Tu es Petrus", dopo i saluti rivoltigli da Francesca Orsatti e Cristian Di Sanza a nome dei tanti coetanei presenti, Benedetto XVI ha pronunciato il suo discorso. Poi è sceso nella cripta per venerare le reliquie del patrono san Panfilo e di san Celestino V. Infine, dall'attiguo stadio comunale Pallozzi, tra i saluti dei sulmonesi accorsi sugli spalti, il decollo dell'elicottero con a bordo il Papa alla volta del Vaticano.

(©L'Osservatore Romano - 5-6 luglio 2010)

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