Il Vaticano si appresta a pubblicare in questi giorni nuove norme canoniche per il contrasto alla pedofilia (Apcom)

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Pedofilia/ Vaticano verso pubblicazione di nuove norme anti-abusi

Dopo consultazioni con episcopati, aggiornati 'delicta graviora'

Città del Vaticano, 6 lug. (Apcom)

Mentre in Belgio il cardinale Godfried Danneels viene interrogato dalla polizia, il Vaticano si appresta a pubblicare in questi giorni - probabilmente già la prossima settimana - nuove norme canoniche per il contrasto alla pedofilia.
La Congregazione per la dottrina della fede ha deciso di aggiornare la normativa in vigore sulla scia dello scandalo che ha coinvolto la Chiesa cattolica in diversi paesi del mondo, a partire da Irlanda e Germania. Già nei mesi scorsi il presidente dei vescovi tedeschi, mons. Robert Zollitsch, aveva riferito che l'ex Santo Uffizio "sta raccogliendo le esperienze nei vari paesi per poi fare una valutazione complessiva ed eventualmente adeguare le proprie norme".
Il dicastero vaticano responsabile dell'ortodossia della fede cattolica, a quanto si apprende, ha concentrato il proprio lavoro sull'aggiornamento dei cosiddetti 'delicta graviora', ossia quei "delitti più gravi" elencati in un provvedimento papale del 2001.
Quel motu proprio, approvato da Giovanni Paolo II ma preparato dall'allora cardinale Ratzinger, stabiliva le norme processuali e le sanzioni canoniche per quei delitti (quelli contro la penitenza, quelli contro l'eucaristia e quello "contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età"), e ne riservava la competenza alla Congregazione per la dottrina della fede.
Sino ad allora, infatti, un documento del 1962 ('Crimen sollicitationis') regolava i crimini sessuali e, in particolare, la molestia in confessionale, lasciandone però la gestione alle conferenze episcopali nazionali e ad altri dicasteri della Santa Sede. E creando, così, un elevato rischio di insabbiamento..
Ora, dopo lo scandalo pedofilia, la Santa Sede ha deciso di rimettere mano alla materia e aggiornare i 'delicta graviora'.
In particolare, il nuovo documento vaticano sancirebbe con maggior chiarezza le procedure per la sospensione di un prete pedofilo e la sua riduzione allo stato laicale. La Santa Sede allungherebbe, poi, i tempi di prescrizione attualmente fissati a dieci anni.
"La prassi indica che il termine di dieci anni non è adeguato a questo tipo di casi e sarebbe auspicabile un ritorno al sistema precedente dell'imprescrittibilità dei delicta graviora", ha spiegato già nei mesi scorsi il 'procuratore generale' della Dottrina della fede, mons. Charles J. Scicluna.
La questione dei rapporti tra giustizia canonica e giustizia civile, invece, non dovrebbe rientrare nelle modifiche in via di pubblicazione, perché esula, appunto, dalla materia strettamente canonica dei 'delicta graviora'. Su questo punto, i documenti normativi vigenti non prescrivono, ma neppure vietano, la collaborazione con i magistrati.
Una collaborazione caldeggiata a voce dal Papa ai vari episcopati incontrati in questi mesi e sancita dalle linee-guida del 2003 di recenti pubblicate sul sito del Vaticano in questi termini: "Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte". Una collaborazione, però, che è sembrata andare in crisi quando, di recente, la Corte suprema Usa non si è voluta esprimere sull'immunità invocata dalla Santa Sede. E quando le autorità del Belgio hanno perquisito l'arcivescovado di Bruxelles ("Non ci sono precedenti, nemmeno nei regimi comunisti", ha commentato il cardinal Bertone).

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Propongo ad Apcom di incorniciare questo passaggio e di riportarlo ogni volta che si riferiscono i contenuti di articoli del NYT:

Sino ad allora, infatti, un documento del 1962 ('Crimen sollicitationis') regolava i crimini sessuali e, in particolare, la molestia in confessionale, lasciandone però la gestione alle conferenze episcopali nazionali e ad altri dicasteri della Santa Sede. E creando, così, un elevato rischio di insabbiamento.