domenica 8 agosto 2010
Il Papa: il Vangelo cambia la vita, la speranza ci apre ad una esistenza più intensa (Izzo)
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Il Papa: usare le cose senza egoismo o sete possesso. Il cuore si apre a una speranza che illumina e anima la vita (Apcom)
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Il Papa: La speranza della venuta di Gesù ci spinge a una vita intensa, non al disimpegno (AsiaNews)
Il Papa: "Ascoltando l’invito rassicurante di Gesù «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno» (Lc 12,32), il nostro cuore viene aperto ad una speranza che illumina e anima l’esistenza concreta: abbiamo la certezza che «il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata" (Angelus)
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PAPA: IL VANGELO CAMBIA LA VITA, LA SPERANZA CI APRE A ESISTENZA PIU' INTENSA
Salvatore Izzo
(AGI) - Castelgandolfo, 8 ago.
«Il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova».
Lo ha affermato Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus, ricordando sulla scorta della liturgia di oggi "il discorso di Gesù ai discepoli sul valore della persona agli occhi di Dio e sull’inutilità delle preoccupazioni terrene".
"Non si tratta - ha spiegato il Papa - di un elogio al disimpegno. Anzi, ascoltando l’invito rassicurante di Gesù 'Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno', il nostro cuore viene aperto ad una speranza che illumina e anima l’esistenza concreta: l’attesa del compimento della 'beata speranza', la sua venuta, deve spingere ancora di più ad una vita intensa, ricca di opere buone".
In proposito il Pontefice ha citato l'esortazione riportata da San Luca: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma».
"E’ un invito - ha rilevato - ad usare le cose senza egoismo, sete di possesso o di dominio, ma secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione all’altro, la logica dell’amore, una relazione: a partire da Dio, in vista di Dio", secondo la formula proposta da Romano Gardini.
Lo hanno fatto i santi, ha continuato Ratzinger, come "Domenico di Guzman fondatore, nel XIII secolo, dell’Ordine Domenicano, che svolge la missione di istruire la società sulle verità di fede, preparandosi con lo studio e la preghiera. Nella stessa epoca santa Chiara di Assisi, proseguendo l’opera francescana, fonda l’Ordine delle Clarisse.
Ricorderemo il 10 agosto il santo diacono Lorenzo, martire del III secolo, le cui reliquie sono venerate a Roma nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura".
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