giovedì 26 agosto 2010
Mons. Fellay: i colloqui fra i Lefebvriani e la Santa Sede vanno avanti (Izzo)
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LEFEBVRIANI: FELLAY, COLLOQUI CON VATICANO VANNO AVANTI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 26 ago.
"I colloqui dottrinali voluti da Benedetto XVI tra i rappresentanti della Fraternita' San Pio X e i teologi della Santa Sede sono in corso e procedono come previsto con la prossima riunione fissata nel mese di settembre".
Lo rende noto il superiore generale della Fraternita', mons. Bernard Fellay, smentendo "pettegolezzi e dicerie" che il successore di mons. Lefebvre definisce "inconsistenti e vuoti". "Per il momento, tutto va bene e senza intoppi, secondo i piani", tiene a chiarire in un'intervista a "The Remnant" tradotta in italiano dal sito "messainlatino.it".
Fellay afferma cioe' di non sapere nulla di un nuovo motu proprio che Benedetto XVI potrebbe firmare per favorire il rientro dei lefebvriani nella piena comunione con la Chiesa Cattolica come ulteriore atto unilaterale dopo la revoca delle scomuniche, ipotizzato in una lettera dal vescovo negazionista Richard Williamson, perdonato insieme con Fellay e gli altri due presuli tradizionalisti consacrati illecitamente da mons. Lefebvre nel 1988. "Sono molto infastidito da tutta la cosa", assicura mons.
Fellay sottolineando che "la dichiarazione del vescovo Williamson non e' autorizzata ed e' una sua dichiarazione personale e non della Fraternita'". "Non e' mai stata la politica della Fraternita' di basare un qualsiasi tipo di azione o di politica sul pettegolezzo. Non ho assolutamente alcuna conoscenza di qualsivoglia motu proprio", continua il capo dei lefebvriani che personalmente aveva imposto il silenzio al vescovo Williamson dopo le sue folli dichiarazioni sull'inesistenza di camere a gas nei campi di sterminio nazisti che causarono reazioni violentissime inquinando il significato del perdono di Papa Ratzinger ai quattro vescovi della Fraternita' San Pio X che si riferiva solo alla disobbedienza relativa all'ordinazione illecita e non certamente alle tesi di Williamson che non erano tra l'altro conosciute dal Pontefice.
Nella sua lettera dei giorni scorsi, il vescovo Williamson avverte i cattolici circa il "pericolo" di un motu proprio progettato per attirare i fedeli laici della Fraternita' verso l'unione con Roma senza che siano stati superati i problemi dottrinali attualmente all'esame dei teologi delle due parti nelle discussioni dottrinali in corso che, secondo il presule sarebbero giunte a un punto morto. Nell'intervista, mons. Fellay nega categoricamente questa affermazione. Il superiore generale dei lefebvriani conferma invece due notizie che in qualche modo sono di segno opposto all'ipotesi di Williamson.
E' vero, dice, che la Fraternita' sta cercando di aprire un nuovo seminario negli Stati Uniti dopo quello aperto in Nebraska e che spera di poterne acquistare l'edificio da una delle diocesi che per mancanza di vocazioni hanno messo in vendita i loro seminari. "Sara' un buon test per vedere quanto cordiali possono essere le relazioni ecclesiali", spiega riferendosi al fatto che fonora i vescovi americani avevano sempre respinto richieste di cedere alla Fraternita' immobili dismessi.
Mons. Fellay conferma inoltre quanto dichiarato in passato e cioe' che un prelato vaticano gli avrebbe detto che la coesistenza tra i l'antico e il nuovo rito della messa voluta da Papa Ratzinger portera' in 20-25 anni al superamento della nuova messa.
In realta' il Pontefice - nella lettera a tutti i vescovi del mondo che accompagnava tre anni fa il motu proprio "Summorum pontificum" - ha ben chiarito che i due riti potranno in qualche modo fecondarsi vicendevolmente, ed egli stesso ha introdotto nelle liturgie che presiede e che seguono il nuovo rito alcuni elementi di quello tradizionale come la distribuzione dell'Eucaristia ai fedeli in ginocchio.
© Copyright (AGI)
Grazie ad Izzo per questo bel riassunto ed agli amici di Messainaltino per averci messo a disposizione la traduzione dell'intervista.
Il Papa, lungimirante e profetico, ha stabilito (auspicato?) che il vetus ed il nuvus ordo si "contaminino" a vicenda in modo da giungere ad una "riforma della riforma" liturgica ricordando che stiamo parlando di due forme dell'unico rito romano.
Cio' che si augura Mons. Fellay non e' cosi' inverosibile. Le vocazioni sono numerose sono in campo tradizionalistico. Se non c'e' dialogo ed apertura verso i Lefebvriani e soprattutto verso gli istituti gia' in comunione con Roma (vero vescovi francesi?), rischiamo che davvero fra venti anni non ci siano piu' preti che vogliano dire Messa secondo il Messale di Paolo VI. E' questo che vogliono quelle belle teste di certi vescovi?
I fedeli legati alla tradizione non sono ne' anziani, ne' decrepiti ne', tantomeno, appestati. Sono Cattolici come gli altri.
Come al solito, Benedetto XVI vede chiaramente e profeticamente il futuro. Purtroppo non si puo' dire altrettanto di certi successori degli Apostoli.
R.
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3 commenti:
Cara Raffaella,
hai colto il punto.
In Svizzera ormai i lefebvriani hanno superato gli altri cattolici.
Senza un accordo con la FSSPX fra 20-30 anni i nuovi preti non sapranno nè vorranno dire messa secondo il novus ordo.
I vescovi non hanno ancora capito la gravità di quanto sta accadendo da noi in Svizzera come in Francia.
Grande, grande Izzo.
Brava Raffaella!
Spero che le loro Eccellenze escano dalla siesta in cui sembrano immersi...dormono e,se sono svegli, contemplano loro stessi.
Il Santo Padre è come Flavio Ezio,il grande generale di Valentiniano III,vede il futuro con lungimiranza.
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