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Il mea culpa del Papa
Accoglienza calorosa in Gran Bretagna. Il Pontefice sui preti pedofili: "Non abbiamo vigilato". La condanna i nazisti: "Uccisero chi proclamò la verità dell'amore". Appello agli inglesi: "Resistete al laicismo".
Andrea Gagliarducci
Riscoprire le radici cristiane dell'Inghilterra.
Parte da qui il viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito. Viaggio che culminerà con la beatificazione di John Henry Newman, cardinale convertitosi dall'anglicanesimo. Benedetto XVI sbarca a Edimburgo e condanna il nazismo «che aveva in animo di sradicare Dio dalla società», dando atto al Paese ospite e ai suoi capi di essersi opposti «a una tirannia che negava a molti la nostra comune umanità», e ricordando le radici cristiane che hanno permeato la formazione del popolo inglese. Su desiderio di Elisabetta, il Papa va in Inghilterra in visita di Stato, il che serve - spiega il Papa sul volo a «esprimerne il carattere pubblico e anche la responsabilità comune tra politica e religione per il futuro del continente e il futuro dell'umanità». Dura una ventina di minuti l'incontro tra Benedetto XVI e la Regina, aperto da una calorosa stretta di mano e dal rituale scambio di doni (da parte di Elisabetta una serie di incisioni di Hans Holbein, l'artista di corte di Enrico VIII, mentre papa Benedetto ha donato un manoscritto del VIII secolo). Al termine dell'incontro, la Regina ricorda che «la religione è sempre stato un elemento cruciale dell'eredità nazionale e della coscienza storica» mentre Benedetto XVI risponde, nei giorni in cui si commemora la battaglia d'Inghilterra, sottolineando il ruolo del popolo inglese nel combattere la «tirannia nazista» che «negava a molti la nostra comune umanità, specialmente gli ebrei, che venivano considerati degni di non vivere». L'incontro tra il Papa e la Regina è carico di simboli di antiche differenze, ma anche di tentativi di convergenza al di là delle polemiche dei giorni scorsi anche sul fronte del rapporto con gli anglicani. Ma è la secolarizzazione il nodo cruciale. Per affrontarlo, il Papa parte dalla condanna del nazismo, ricorda «l'atteggiamento del regime verso pastori cristiani e verso religiosi che proclamarono la verità dell'amore: si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita», e quindi sottolinea: «Non possiamo mai dimenticare come l'esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell'uomo e della società». Infine, l'invito al Regno Unito a «mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più».
Concetti ribaditi nell'omelia della Messa a Glasgow, in serata. Chiede ai sacerdoti di essere «esempi di vita sana, semplice, gioiosa», invita i giovani a resistere alle tentazioni, e ricorda ai laici che «la società odierna necessita di voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità». Un momento importante del viaggio sarà l'incontro con le vittime di pedofilia. In aereo, Benedetto XVI definisce la scoperta degli abusi del clero «uno shock", sostiene che "l'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante né sufficientemente veloce e decisa a prendere le misure necessarie», sottolinea che chi ha commesso abusi deve «avere una giusta pena». Il Papa afferma poi che «l'impegno per le vittime è la prima priorità, con aiuti materiali, psicologici e spirituali». È quasi sicuro che il Pontefice incontrerà alcune vittime di abusi durante la visita.
© Copyright Il Tempo, 17 settembre 2010 consultabile online anche qui.
1 commento:
Mentre ascoltavano la musica, a me ha colpito molto il contrasto tra la serenità radiosa del volto di Benedetto e l'espressione di cera della Regina.
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