lunedì 13 settembre 2010

Il Papa: solo la fede può trasformare l'egoismo in gioia


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BENEDETTO XVI: ANGELUS, “SOLO LA FEDE PUÒ TRASFORMARE L’EGOISMO IN GIOIA”

Quando Gesù “parla del pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo abbraccia, queste non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione del suo stesso essere ed operare”.
Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da Castel Gandolfo, commentando le tre “parabole della misericordia”, presentate dal Vangelo della domenica. “Il pastore che ritrova la pecora perduta – ha spiegato il Papa - è il Signore stesso che prende su di sé, con la Croce, l’umanità peccatrice per redimerla”. Parlando, poi, del figlio prodigo, il Pontefice ha ricordato come il giovane, dopo aver sperperato il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto, “fu costretto a lavorare come uno schiavo, accettando persino di sfamarsi con cibo destinato agli animali”. Allora – dice il Vangelo – ritornò in sé. Le parole che il giovane “si prepara per il ritorno ci permettono di conoscere la portata del pellegrinaggio interiore che egli ora compie, ritorna ‘a casa’, a se stesso e al padre”. A proposito il Santo Padre ha ricordato le parole di Sant’Agostino: “È il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni”. Quando il figlio giunge il padre lo accoglie con amore e con gioia.
Perciò, “come non aprire il nostro cuore alla certezza che, pur essendo peccatori, siamo amati da Dio – si è chiesto Benedetto XVI -? Egli non si stanca mai di venirci incontro, percorre sempre per primo la strada che ci separa da Lui. Il libro dell’Esodo ci mostra come Mosè, con fiduciosa e audace supplica, riuscì, per così dire, a spostare Dio dal trono del giudizio al trono della misericordia. Il pentimento è la misura della fede e grazie ad esso si ritorna alla Verità”. Ritornando alla parabola del figlio prodigo, il Papa ha sottolineato che “quando compare il figlio maggiore indignato per l’accoglienza festosa riservata al fratello, è sempre il padre che gli va incontro ed esce a supplicarlo: ‘Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo’”. In realtà, ha osservato il Pontefice, “solo la fede può trasformare l’egoismo in gioia e riannodare giusti rapporti con il prossimo e con Dio”. Infine, prima di recitare l’Angelus, il Santo Padre ha ricordato che giovedì prossimo si recherà nel Regno Unito, dove proclamerà beato il cardinale John Henry Newman. “Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio apostolico. Alla Vergine Maria, il cui Nome santissimo è oggi celebrato nella Chiesa, affidiamo il nostro cammino di conversione a Dio”, ha concluso.

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