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Il Papa: dai vescovi un servizio d’amore a Dio e all’umanità
DA ROMA GIANNI CARDINALE
L’ episcopato «non va mai frainteso secondo categorie mondane», ma «è un servizio d’amore». Lo ha ribadito ieri Benedetto XVI ricevendo a Castel Gandolfo in udienza i partecipanti al tradizionale seminario di aggiornamento organizzato dalla Congregazione di Propaganda fide per i vescovi dei territori di missione nominati nell’ultimo anno.
«Il vescovo – ha spiegato il Papa – è chiamato a servire la Chiesa con lo stile del Dio fatto uomo, diventando sempre più pienamente servo del Signore e servo dell’umanità». Il vescovo «è soprattutto servitore e ministro della Parola di Dio, la quale è anche la sua vera forza». Allo stesso tempo, però, «l’accoglienza e il frutto della proclamazione della Buona Novella sono strettamente legati alla qualità della fede e della preghiera». Così «quanti sono chiamati al ministero della predicazione devono credere nella forza di Dio che scaturisce dai sacramenti e che li accompagna nel compito di santificare, governare e annunciare». Insomma: «devono credere e vivere quanto annunciano e celebrano». E a tale proposito Benedetto XVI ha sottolineato l’attualità delle parole del suo predecessore, il servo di Dio Paolo VI: «La testimonianza della vita è divenuta più che mai una condizione essenziale per l’efficacia profonda della predicazione».
Al seminario organizzato da Propaganda Fide partecipano oltre cento presuli che provengono dall’Africa (57), dall’Asia (39), dall’America (4) e dall’Oceania (2).
Su di loro, ha spiegato il Papa, «la Chiesa pone non poche speranze». «Anch’io – ha aggiunto – voglio assicurarvi la mia spirituale vicinanza nel vostro quotidiano servizio al Vangelo». Un servizio svolto spesso in situazioni difficili.
«Conosco – ha detto il Pontefice – le sfide che dovete affrontare, specialmente nelle comunità cristiane che vivono la propria fede in contesti non facili, dove, oltre a varie forme di povertà, si verificano talvolta forme di persecuzione a causa della propria fede cristiana». «A voi – ha proseguito – spetta il compito di alimentare la loro speranza, di condividere le loro difficoltà, ispirandovi alla carità di Cristo che consiste nell’attenzione, tenerezza, compassione, accoglienza, disponibilità e interesse ai problemi della gente, per la quale si è disposti a spendere la vita».
I neo vescovi che partecipano al seminario si trovano in zone di frontiere, spesso in situazione di minoranza, anche estrema. Si tratta di contesti in cui «la missione di un vescovo è particolarmente impegnativa». «Ma è proprio in tali circostanze – ha subito aggiunto il Papa – che, attraverso il vostro ministero, il Vangelo può mostrare tutta la sua potenza salvifica». «Non dovete – ha esortato – cedere al pessimismo e allo scoraggiamento, perché è lo Spirito Santo che guida la Chiesa e le dà, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per raggiungere ambiti finora inesplorati». La verità cristiana, ha spiegato Benedetto XVI, «è attraente e persuasiva proprio perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini». E questo annuncio «resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo».
© Copyright Avvenire, 12 settembre 2010
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