I giovani: «Il Papa ci ha spiegato che si può essere santi ora» (Giusy Ciavirella)

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I giovani: «Ci ha spiegato che si può essere santi ora»

Il Papa: vostri eroi siano Livatino, Badano, Suriano, Leone, Restivo

Giusy Ciavirella

Palermo.

Chiede ai giovani di non cedere alle suggestioni della mafia, che definisce «strada di morte incompatibile con i valori del Vangelo», ricorda il monito dei vescovi che tante volte hanno indicato ai ragazzi una via diversa da seguire, parla di un terreno fertile in cui affondare le proprie radici, un terreno ricco di sostanze nutritive che fanno crescere la persona. Si rivolge ai genitori, alle famiglie, vestali della fede che si «trasmette di generazione in generazione come una fiaccola». Infine, indica ai circa 40mila giovani riuniti in piazza Politeama, la via della santità, dando loro dei modelli alti ai quali fare riferimento: le beate Chiara Badano e Pina Suriano, il giudice Rosario Livatino, Mario Giuseppe Restivo, le venerabili Maria Carmelina Leone e la grande educatrice Maria Magno.
Vola alto Benedetto XVI, risponde ai giovani che gli chiedono di «camminare insieme, condividendo il pane dell'amicizia. «Noi giovani - promette a Ratzinger David Roccaro, un ragazzo incaricato assieme a Giorgia Travella di portare al Pontefice le domande dei siciliani - non la deluderemo e siamo certi che lei non ci farà mancare la luce della sua sapienza e la grazia della sua benedizione». Ed è un bagno di folla, in una Palermo in festa per la prima visita del Pontefice: un Ratzinger che riesce a trovare la chiave per entrare nei cuori dei ragazzi indicando loro modelli di vita concreti e sulla via della beatificazione.
Ragazzi come Chiara: una giovane catanese di appena 17 anni del liceo «Spedalieri» che confessa di avere vissuto con l'ombra di un dolore fortissimo nel cuore causato dalla scomparsa di un proprio caro. «Un dolore intenso - racconta, mentre spiega di essersi trovata per la prima volta in un raduno cattolico - mi ha tenuta lontana da Dio per molto tempo. Non so per quale motivo sono arrivata fino a qui, non so nemmeno cosa cercassi realmente, non pregavo da cinque anni. Ma oggi (ieri, ndr) il mio gelo ha cominciato a sciogliersi, ho iniziato a pregare e, adesso, spero che la mia vita possa prendere un cammino diverso».
«Il Santo Padre - spiega un altro catanese di 24 anni, Marco Buscetta - ci ha indicato dei modelli concreti: la storia di Chiara Badani, una giovane che è stata colpita da una malattia, ma che ha accettato la volontà di Dio. Ecco, ho capito che siamo tutti legati alla volontà di Cristo, che l'amore di Dio per noi è infinito e questo pensiero mi ha sollevato, mi ha fatto sentire più leggero».
Dalla forza della fede è stata invece colpita Sandra Condorelli, studentessa di 24 anni secondo cui, «nonostante le domande sui problemi sociali che venivano da più parti e che per noi siciliani sono davvero importanti, il Pontefice ha indicato la sola strada possibile: quella della fede. Ci ha spiegato che è possibile essere santi ora in questo momento, ci ha parlato di giovani appartenenti alla contemporaneità ai quali possiamo guardare nel nostro cammino di vita per rendere piena di speranza la nostra esistenza».
Anche per Pietro, 28 anni, studente della Lumsa, «il riferimento alla speranza è stato un forte segnale di ottimismo. Porterò a casa - dice - il ricordo del suo sorriso, sembrava un papà con tutti i suoi figli».
Per Rosy Di Franco, una giovane mamma palermitana «la speranza, l'ottimismo e l'umiltà di cui il Papa ha parlato sono dei riferimenti importantissimi per tutti noi. Il commento del Vangelo ha fatto in modo che potessero arrivare ad ognuno di noi dei messaggi chiari, semplici. Mi sono sentita coinvolta in prima persona. E' stato come se il Papa parlasse a ciascuno di noi».

© Copyright La Sicilia, 4 ottobre 2010