lunedì 8 novembre 2010

Il congedo di Benedetto XVI dalla Spagna: preservate il vostro patrimonio spirituale. La commovente visita tra i bambini ospiti del "Nen Deu" (Radio Vaticana)

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Il congedo di Benedetto XVI dalla Spagna: preservate il vostro patrimonio spirituale. La commovente visita tra i bambini ospiti del "Nen Deu"

"Rientro a Roma dopo aver visitato solo due luoghi della vostra meravigliosa terra. Ma con la preghiera ho desiderato abbracciare tutti gli spagnoli, senza eccezione alcuna”.
Sono parole pronunciate dal Papa ieri sera, durante la cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale di Barcellona, alla presenza dei re di Spagna e dell’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Sistach.
Poco prima, la visita all’Obra Benefico Social del Nen Deu, dove Benedetto XVI ha auspicato che gli sviluppi nel campo medico non vadano mai a discapito del rispetto della vita e della dignità umana. Prima della partenza per Roma, in aeroporto un breve incontro privato con il premier spagnolo Zapatero. Il servizio del nostro inviato a Barcellona Paolo Ondarza
.

Un incontro gioioso e commovente ha chiuso il 18.mo viaggio apostolico di Benedetto XVI in Spagna. Il Papa è stato introdotto nell’intimità familiare del Nen Deu, un istituto che dal 1892 a Barcellona significa “casa” per i piccoli pazienti disabili che lo abitano con le loro famiglie. Queste ultime – come ricordato dalla superiora responsabile della comunità suor Maria Rosario – pur nelle difficoltà hanno detto “sì alla vita”. Incontrando la comunità dell’Obra Benefico Social, il Papa ha voluto esprimere riconoscenza alle autorità e a tutti coloro che sostengono entità assistenziali di questo tipo, invitando nel contempo a non stancarsi mai nel servire il prossimo:

In questi momenti, in cui molte famiglie sperimentano serie difficoltà economiche dobbiamo moltiplicare, come discepoli di Cristo, i gesti concreti di solidarietà, tangibile e continua, mostrando così che la carità è il distintivo del nostro essere cristiani”.

Per il cristiano – ha spiegato Benedetto XVI – ogni uomo è un vero santuario di Dio, che deve essere trattato con sommo rispetto e affetto, soprattutto quando si trova nel bisogno e nella malattia. “Tutto quello che avrete fatto a uno solo di questi miei piccoli, l’avete fatto a me”: le parole di Gesù – ha proseguito – hanno spinto molti figli della Chiesa a dedicare la vita ai malati e ai diversamente abili. E se nella cura molto hanno contribuito i progressi della medicina – ha ammonito il Papa – è bene che questi non vadano mai a detrimento del rispetto per la vita e la dignità umana. In questo modo – ha proseguito - coloro che soffrono disabilità psichiche o fisiche potranno ricevere l’amore e l’attenzione e così sentirsi valorizzati come persone.

Toccante la testimonianza di una delle piccole ospiti dell’Obra Benefico Social:

“En nombre de mis compañeros del Niño Dios...

A nome dei miei compagni, voglio ringraziarla per essere venuto a casa nostra e per averci fatto sentire felici: perché anche se siamo diversi, il nostro cuore ama come tutti gli altri cuori e desideriamo essere amati”.

Il sorriso dei piccoli pazienti si è riflesso in quello del Papa che così ha lasciato l’Istituto:

“Queridos niños y jovenes, me despido de vosotros...
Cari bambini e giovani, mi congedo da voi rendendo grazie a Dio per le vostre vite, così preziose ai suoi occhi, e assicurandovi che occupate un posto molto importante nel cuore del Papa. Prego per voi tutti i giorni e vi chiedo di aiutarmi con la vostra preghiera a compiere con fedeltà la missione che Cristo mi ha affidato”.

Incontenibile l’entusiasmo nell’Istituto, così come grande è stato il calore con cui la gente ha abbracciato il Papa nel percorso che lo ha condotto in automobile all’aeroporto di Barcellona.

Qui, salutato da re Juan Carlos I e dai cori dei numerosi fedeli accorsi, Benedetto XVI ha ringraziato per l’ospitalità ricevuta, poi ha ripercorso le tappe del viaggio a partire da Santiago, pellegrino tra i pellegrini, per confermare come successore di Pietro i fratelli nella fede e rinvigorire le radici cristiane dell’Europa:

“Preservar y fomentar ese rico patrimonio espiritual...

Preservare e accrescere questo ricco patrimonio spirituale è segno non solo dell’amore di un Paese verso la propria storia e cultura, ma è anche una via privilegiata per trasmettere alle giovani generazioni quei valori fondamentali necessari per edificare un futuro di convivenza armoniosa e solidale”.

I pellegrini giungevano a Santiago da tutta Europa, ma avevano il linguaggio comune del Vangelo al di là delle differenze nazionali. “La fede – ha auspicato Benedetto XVI – trovi nuovo vigore in questo Continente e si trasformi in fonte di ispirazione, facendo crescere la solidarietà e il servizio verso tutti.

Quindi, il Santo Padre ha ricordato la dedicazione della Basilica della Sagrada Familia a Barcellona: l’opera di Gaudí – ha detto – insegna che la bellezza, la santità e l’amore di Dio portano l’uomo a vivere nel mondo con speranza.

Ad una folla che lo acclamava ininterrottamente il Papa ha risposto con sguardi e gesti, segni eloquenti di gioia e affetto per una terra tanto amata.

Al rientro dal viaggio apostolico in Spagna, Benedetto XVI ha avuto il tradizionale scambio di telegrammi con i capi di Stato dei Paesi sorvolati. In quello al presidente francese, Nicolas Sarkozy, il Papa ha augurato “abbondanti benedizioni” per il Paese, mentre al presidente italiano, Giorgio Napolitano, il Pontefice ha assicurato “una speciale preghiera per il bene e la concordia della nazione”. “La sua missione – è stata la replica del presidente italiano – è stata, anche in questa circostanza, fonte d’ispirazione attraverso parole che hanno toccato i sentimenti di tutti gli uomini di buona volontà”.

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