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Il primate in Belgio difende i preti peccatori (e la chiesa lo molla)
Paolo Rodari
Il fuoco è aperto su monsignor André-Joseph Léonard, primate del Belgio, successore del cardinale Godfried Danneels alla guida della dicoesi di Malines-Bruxelles. Il fuoco è aperto e proviene da più fronti: dai media, dall’intellighenzia del paese e da settori interni alla chiesa cattolica. Il motivo è semplice: Léonard ha provato a distanziarsi dalla politica della “totale trasparenza” messa in campo in Belgio in merito al problema della pedofilia nel clero. Una settimana fa, sorprendendo un po’ tutti, il presule ha chiesto pietà per i preti pedofili oggi anziani: “Condannare i preti anziani sarebbe esercitare una sorta di vendetta”, ha detto. E ancora: “Fare giustizia non significa vendicarsi”.
Il paese che ha permesso alla polizia lo sventramento delle tombe dei grandi cardinali Jozef-Ernest Van Roey e Léon-Joseph Suenens (predecesssori di Danneels) ha reagito alle parole di Léonard in modo furibondo. Tutti i giornali hanno accusato Leonard di essere un reazionario, rappresentante di una chiesa oscurantista e vetusta. La maggior parte dei vescovi hanno preferito glissare giudicando le parole del loro primate inopportune. Ma la reazione più a effetto l’ha messa in campo Jürgen Mettepenningen, dallo scorso agosto portavoce di Leonard. Due giorni fa ha deciso di dimettersi dal proprio incarico con accuse pesanti rivolte al suo vescovo: “Monsignor Leonard si è comportato come un guidatore che va contromano convinto che siano tutti gli altri a sbagliarsi”, ha dichiarato. Mettepenningen si è detto anche sciocciato del fatto che Léonard non ha mantenuto il silenzio stampa fino a Natale come il portavoce invece gli aveva chiesto. Ma Léonard ha risposto che non avrebbe mai accettato una limitazione alla propria libertà di parola.
La situazione non è facile: la chiesa belga è, dai tempi del Concilio a oggi, su posizioni molto liberal. Léonard, tra i vescovi ma anche tra il popolo, rappresenta un’altra idea di chiesa, meno disposta a scendere a compromessi col mondo. La sua nomina al posto di Danneels è stata voluta da Papa Ratzinger proprio in virtù delle sue posizioni. Non solo: Benedetto XVI l’ha voluto nel posto che oggi occupa anche in virtù dell’ottimo lavoro svolto nel seminario di Namur, la diocesi che Léonard ha guidato prima di arrivare a Malines-Bruxelles. Il seminario di Namur era l’unico dove le vocazioni aumentavano di anno in anno, invece di diminuire. Ma guidare la chiesa belga è altra cosa. Significa scontrarsi tutti i giorni con chi ha un’idea opposta di chiesa rispetto alla propria.
Pubblicato sul Foglio sabato 6 novembre 2010
© Copyright Il Foglio, 6 novembre 2010 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
La chiesa belga e' distrutta (e la colpa non e' dell'attuale Primate!) e non sara' facile riacquistare un minimo di credibilita'.
Mons. Léonard ha il diritto ed il dovere di parlare e di parlare a voce alta, ma sono d'accordo con Stefano che ha commentato l'articolo di Rodari sul suo blog: "Prima di arredare una casa occorre pulirla". Capisco la buonafede del Primate del Belgio, ma i preti pedofili vanno puniti, sempre e comunque, anche se anziani.
Se per ragioni di eta', la GIUSTIZIA CIVILE non puo' arrestarli, dovra' essere la Chiesa a prendere dei provvedimenti, magari confinando i colpevoli in qualche monastero con l'obbligo di preghiera e penitenza vita natural durante.
R.
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1 commento:
Per l'idea scritta in un suo libro sull'Aids visto come una forma di giustizia immanente per i comportamenti moralmente disordinati l'Arcivescovo del Belgio è stato anche preso a torte in faccia durante una messa. La situazione del Belgio è davvero parossistica.
Il link: http://www.wikio.com/video/aartsbisschop-leonard-kopt-taart-4513343
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