giovedì 11 novembre 2010

Il Papa: alziamo la voce per chiedere agli Stati la libertà religiosa. A tutti la Chiesa si sente debitrice di annunciare la Parola che salva. In nessun modo essa puo' limitarsi ad una pastorale di 'mantenimento', per coloro che gia' conoscono il Vangelo (Izzo)

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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI VERBUM DOMINI

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Il Papa: "Non cessiamo di alzare la nostra voce perché i governi delle Nazioni garantiscano a tutti libertà di coscienza e di religione, anche di poter testimoniare la propria fede pubblicamente"

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Pubblicata l’Esortazione apostolica postsinodale “Verbum Domini” di Benedetto XVI

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PAPA: ALZIAMO VOCE PER CHIEDERE A STATI LIBERTA' RELIGIOSA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 nov.

"Non cessiamo di alzare la nostra voce perche' i governi delle Nazioni garantiscano a tutti liberta' di coscienza e di religione, anche di poter testimoniare la propria fede pubblicamente".
Lo scrive Benedetto XVI nell'Esortazione Apostolica "Verbum Domini".
Nel documento, il Papa ricorda "le innumerevoli testimonianze di coloro che hanno saputo vivere la fede e dare testimonianza fulgida del Vangelo anche sotto regimi avversi al Cristianesimo o in situazioni di persecuzioni", ascoltate durante l'Assemblea sinodale, dalle quali, confida, "siamo stati profondamente commossi".
"Tutto questo - osserva - non ci deve fare paura. Gesu' stesso ha detto ai suoi discepoli: 'se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi'".
"Desidero pertanto - scrive Benedetto XVI - innalzare a Dio con tutta la Chiesa un inno di lode per la testimonianza di tanti fratelli e sorelle che anche in questo nostro tempo hanno dato la vita per comunicare la verita' dell'amore di Dio rivelatoci in Cristo crocifisso e risorto". Inoltre, continua il Pontefice, "esprimo la gratitudine di tutta la Chiesa per i cristiani che non si arrendono davanti agli ostacoli e alle persecuzioni a causa del Vangelo".
"Allo stesso tempo - assicura Ratzinger - ci stringiamo con profondo e solidale affetto ai fedeli di tutte quelle comunita' cristiane, in Asia e in Africa in particolare, che in questo tempo rischiano la vita o l'emarginazione sociale a causa della fede.
Vediamo qui realizzarsi - conclude - lo spirito delle beatitudini del Vangelo per coloro che sono perseguitati a causa del Signore Gesu'".

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PAPA: ANNUNCIO E' NOSTRO DOVERE, ANCHE SE CI PERSEGUITANO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 nov.

"A tutti la Chiesa si sente debitrice di annunciare la Parola che salva".
E "deve andare verso tutti con la forza dello Spirito e continuare profeticamente a difendere il diritto e la liberta' delle persone di ascoltare la Parola di Dio, cercando i mezzi piu' efficaci per proclamarla, anche a rischio della persecuzione".
Lo scrive Bendetto XVI nell'Esortazione Apostolica "Verbum Domini" pubblicata oggi.
"Lo slancio missionario - spiega - e' un segno chiaro della maturita' di una comunita' ecclesiale.
Inoltre, i Padri hanno espresso con forza la consapevolezza che la Parola di Dio e' la verita' salvifi ca di cui ogni uomo in ogni tempo ha bisogno. Per questo, l'annuncio - ricorda Ratzinger nel suo documento - deve essere esplicito".
Secondo il Pontefice, "la Chiesa, come mistero di comunione, e' tutta missionaria e ciascuno, nel suo proprio stato di vita, e' chiamato a dare un contributo incisivo all'annuncio cristiano".
Dunque, "vescovi e sacerdoti secondo la missione loro propria sono chiamati per primi ad una esistenza afferrata dal servizio della Parola, ad annunciare il Vangelo, a celebrare i Sacramenti e a formare i fedeli alla conoscenza autentica delle Scritture.
Anche i diaconi si sentano chiamati a collaborare, secondo la missione loro propria, a questo impegno di evangelizzazione". E i religiosi debbono continuare ad "assumersi esplicitamente il compito dell'annuncio e della predicazione della Parola di Dio, nella missio ad gentes e nelle situazioni piu' diffi cili, con disponibilita' anche alle nuove condizioni di evangelizzazione, intraprendendo con coraggio e audacia nuovi percorsi e nuove sfide per l'annuncio efficace della Parola di Dio".
Ma anche "i laici sono chiamati a esercitare il loro compito profetico, che deriva direttamente dal battesimo, e testimoniare il Vangelo nella vita quotidiana dovunque si trovino". "A questo proposito - ricorda il Papa teologo - i Padri sinodali hanno espresso la piu' viva stima e gratitudine nonche' l'incoraggiamento per il servizio all'evangelizzazione che tanti laici, e in particolare le donne, offrono con generosita' e impegno nelle comunita' sparse per il mondo, sull'esempio di Maria di Magdala, prima testimone della gioia pasquale".
Citando quanto emerso al Sinodo, Benedetto XVI riconosce, inoltre, "con gratitudine" che "i movimenti ecclesiali e le nuove comunita' sono, nella Chiesa, una grande forza per l'evangelizzazione in questo tempo, spingendo a sviluppare nuove forme d'annuncio del Vangelo".

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PAPA: NUOVA EVANGELIZZAZIONE NON E' PASTORALE MANTENIMENTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 nov.

"In nessun modo la Chiesa puo' limitarsi ad una pastorale di 'mantenimento', per coloro che gia' conoscono il Vangelo". Lo scrive il Papa nell'Esortazione Apostolica "Verbum Domini". "All'alba del terzo millennio - ricorda - non solo vi sono ancora tanti popoli che non hanno conosciuto la Buona Novella, ma tanti cristiani hanno bisogno che sia loro riannunciata in modo persuasivo la Parola di Dio, cosi' da poter sperimentare concretamente la forza del Vangelo.
Molti fratelli sono battezzati, ma non sufficientemente evangelizzati.
Spesso, Nazioni un tempo ricche di fede e di vocazioni vanno smarrendo la propria identita', sotto l'influenza di una cultura secolarizzata".
"L'esigenza di una nuova evangelizzazione, cosi' fortemente sentita da Giovanni Paolo II, deve essere riaffermata senza timore, nella certezza dell'efficacia della divina Parola", raccomanda Ratzinger ricordando che "la Chiesa, sicura della fedelta' del suo Signore, non si stanca di annunciare la buona novella del Vangelo ed invita tutti i cristiani a riscoprire il fascino della sequela di Cristo".
"Poiche' tutto il Popolo di Dio e' un popolo 'inviato', il Sinodo - spiega - ha ribadito che la missione di annunciare la Parola di Dio e' compito di tutti i discepoli di Gesu' Cristo come conseguenza del loro battesimo". Quindi "nessun credente in Cristo puo' sentirsi estraneo a questa responsabilita' che proviene dall'appartenere sacramentalmente al Corpo di Cristo. Questa consapevolezza deve essere ridestata in ogni famiglia, parrocchia, comunita', associazione e movimento ecclesiale".

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