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PAPA IN SPAGNA
Il messaggero atteso
A Barcellona e Santiago de Compostela
Grande attesa in Spagna per la visita del Papa, che domani sarà pellegrino a Santiago de Compostela, per l’Anno Santo compostellano, e domenica a Barcellona presiederà la dedicazione della chiesa della “Sagrada Familia”. Una visita che precede solo di 10 mesi la Gmg di Madrid. Un grazie al Papa per questo viaggio in Spagna giunge dal presidente della Conferenza episcopale spagnola, card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, dall’arcivescovo di Barcellona, card. Lluís Martínez Sistach, e anche da uomini del mondo della cultura, della politica, dello sport, delle organizzazioni della società civile che hanno scritto la lettera “Benvenuto, Benedetto XVI”. “Vogliamo ringraziare il Pontefice per essere voluto tornare nella nostra terra ora, in un momento difficile di crisi economica e sociale, che affonda le sue radici in una profonda crisi morale”, dicono i firmatari della lettera.
Un grande dono. “Ci disponiamo ad accogliere il Papa con gioia nella nostra città dove presiederà la dedicazione del tempio della ‘Sagrada Familia’. Ringraziamo di tutto cuore Benedetto XVI che ha avuto la generosità di accettare l’invito a visitare la nostra città”. Sono parole del card. Lluís Martínez Sistach, per il quale “la visita apostolica di Benedetto XVI è un autentico dono di Dio”. “Rivitalizzare la nostra fede, la nostra identità cristiana e la nostra testimonianza personale e comunitaria di fronte alla nostra società – chiarisce il porporato – è il frutto principale che dobbiamo cercare di ottenere da questo avvenimento che vivremo i prossimi giorni”. Il cardinale invita a ricevere il Santo Padre “come colui che viene nel nome del Signore”, ricordando anche il suo impegno nella difesa dell’uomo e dei suoi diritti, a partire dal diritto di libertà religiosa. “La sua venuta – afferma il card. Martínez Sistach – vuole essere anche un segno di affetto verso i fratelli di altre Confessioni cristiane e verso i credenti di altre religioni presenti tra noi”.
Alla scuola di Giacomo. “Quanta gratitudine sentiamo per lo zelo e l’affetto del Vicario di Cristo per noi, per questa porzione di Chiesa cattolica pellegrina nella nostra patria. Nel breve spazio di cinque anni, Benedetto XVI si è accostato tre volte a noi per confermarci nella fede”. Lo afferma il card. Antonio Maria Rouco Varela. Il porporato ricorda che nel 2006 il Santo Padre è stato a Valencia per il V Incontro mondiale delle famiglie, ci sarà la visita a Barcellona e Santiago de Compostela e ad agosto 2011 tornerà in Spagna per la Gmg di Madrid. “Il Papa – ricorda il porporato – viene a Santiago in occasione dell’Anno Santo Compostellano. La sua presenza come pellegrino, ai piedi dell’Apostolo, rinfrescherà la coscienza del profondo sentire giacobeo della nostra storia come Chiesa e come popolo”. La Spagna, in realtà, “non si comprende senza Giacomo. Da quel grande amico del Signore riceviamo la fede cristiana”. Certamente, prosegue il cardinale, “dire spagnolo non significa sempre dire cattolico”. Per questo, prosegue il card. Rouco Varela, “promuoveremo sempre modelli di convivenza che rispettino la giusta autonomia dell’ordine temporale e, pertanto, la libertà religiosa. Ma sappiamo anche che, se si vuole servire veramente l’essere umano, nessuna società può prescindere della sua anima spirituale”.
Difendere la famiglia. A Barcellona “Benedetto XVI consacrerà il tempio espiatorio della ‘Sagrada Familia’”, opera del servo di Dio Antonio Gaudí. “All’origine di questa meraviglia – osserva il cardinale – c’è la fede viva di una Chiesa locale guidata da santi, tra i quali bisogna menzionare san José Mañanet, fondatore dei Figli e delle Figlie della Sacra Famiglia”. Per il porporato “è urgente la comprensione e diffusione della dottrina sociale della Chiesa riguardante la famiglia” perché “la concezione naturale e cristiana del matrimonio e della famiglia permette di consolidare bene le basi dell’ordine sociale in giustizia e libertà”. “Lo Stato e la Chiesa – sostiene il card. Rouco Varela – devono riconoscere la priorità della famiglia e porsi a suo servizio”. Le ideologie estreme del secolo scorso, individualismo e collettivismo, hanno costituito un attentato alla famiglia, ma “la situazione non sembra migliorata”. Infatti, nel 2010 “ha compiuto 5 anni il nuovo regolamento del matrimonio nel Codice civile, che ha smesso di riconoscere e proteggere il matrimonio nella sua specificità propria, in quanto consorzio di vita tra un uomo e una donna. In questo stesso anno è stata anche approvata una nuova legge che costituisce un serio passo indietro nella protezione adeguata della vita nascente”.
Sì alla vita. Un messaggio a favore della famiglia e della vita. Questo è ciò che porterà Benedetto XVI in Spagna, secondo la suora francescana Rosario Hidalgo, direttrice dell’Obra “Benéfica Social Nen Déu” di Barcellona, che il Papa visiterà domenica pomeriggio. L’opera sociale si occupa di disabili fisici e psichici gravi. Il Pontefice, per la suora, porterà il suo messaggio “alla famiglia di carne, che lotta e che ha accolto i bambini con i loro handicap e dice sì alla vita”. Molte di queste madri, ricorda suor Hidalgo, “hanno avuto l’opportunità di abortire, ma hanno preferito difendere la vita”. Saranno 1.020 le persone, tra cui gli oltre 200 bambini e giovani disabili, le loro famiglie, i volontari e il personale del centro fondato nel 1892, che riceveranno il Papa domenica.
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