sabato 6 novembre 2010

Tra i piccoli ricoverati al centro Nen Déu di Barcellona (Osservatore Romano)

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Tra i piccoli ricoverati al centro Nen Déu

di Josep A. Arenas i Sampera

A Barcellona c'è grande attesa per la visita pastorale di Benedetto xvi.
La consacrazione del tempio della Sagrada Famiglia è per la maggior parte dei barcellonesi un atto che li mette in sintonia con il Papa. Tempio emblematico per la sua bellezza e allo stesso tempo per il suo messaggio teologico e culturale, la Sagrada Familia è motivo di orgoglio per gli abitanti di Barcellona.
Oltre all'evento della consacrazione del tempio di Gaudí ce ne sarà un altro che, oltre a suscitare simpatia, è stato visto come un gesto di Papa Ratzinger verso i «preferiti del Regno di Dio», i loro familiari e tutti coloro che lavorano nella Obra Bénefico Social «Nen Déu» (Bambino Dio).
L'opera «Nen Déu» è una manifestazione della carità di Cristo a Barcellona, una testimonianza di alcuni laici che, mossi dall'urgente necessità di assistere i bambini poveri e malati, hanno creato l'ospedale del Niño Dios.
Nel 1892 un gruppo di signore benestanti, di fronte alla crescente mortalità infantile, decise di creare un ospedale dedito esclusivamente ai bambini poveri e malati.
La collaborazione della congregazione delle suore francescane dei Sacri Cuori, con a capo la loro fondatrice, permise di dare avvio all'opera che nei suoi 120 anni di esistenza ha recato molti frutti di carità attraverso le diverse specializzazione che nel tempo sono state aperte.
Nella Obra Benéfico Social del «Nen Déu» c'è stata fin dall'inizio grande collaborazione fra laici e religiose. L'opera va avanti perché, come all'inizio, un patronato composto da uomini e donne dalla profonda convinzione cristiana mette il proprio tempo e il proprio lavoro al suo servizio. Accanto al patronato, le suore francescane con la loro dedizione amorevole e competente in materia di educazione speciale fanno di questi centri luoghi di accoglienza dove i bambini nella scuola, quelli già adulti nel Taller Ocupacional o nel Centro de Día e nella piccola residenza, si sentono a casa propria e, nonostante le loro disabilità, si sentono felici, si formano per potersi inserire nella società e vivono l'esperienza dell'amore di Dio vero Padre.
Senza orgoglio, ma con soddisfazione, indichiamo come motivo della continuità e del progresso della nostra opera l'essere stati pionieri di quello che oggi molte congregazioni e istituzioni cominciano a sperimentare: la stretta unione fra laici e religiosi nell'ideale e nell'azione pastorale. Questo il frutto che presenteremo al Papa chiedendo che la benedizione che impartirà alla prima pietra della futura residenza dia frutti abbondanti in questo anello della catena di opere cristiane della nostra Obra Benéfico Social «Nen Déu».

(©L'Osservatore Romano - 6 novembre 2010)

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