domenica 13 dicembre 2009

Pedoflia, Benedetto XVI conferma la linea dura: atti «più tragici se compiuti da ecclesiastici» (Marroni)


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Il Papa: «Rabbia e vergogna» per i preti pedofili in Irlanda


Carlo Marroni

CITTÀ DEL VATICANO

«Benedetto XVI condivide la rabbia, il senso di tradimento e la vergogna provate da così tanti fedeli in Irlanda ed è unito a loro nella preghiera in questo momento difficile della vita della Chiesa». Joseph Ratzinger conferma la linea della "tolleranza zero" sulla pedofilia causata da religiosi.
Ieri il Papa ha presieduto un vertice straordinario in Vaticano con i capi della Chiesa d'Irlanda il presidente della Conferenza Episcopale,Sean Brady,e l'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin - per esaminare e affrontare quanto emerso dal recente rapporto Murphy sugli scandali nell'arcidiocesi della capitale irlandese: si denunciano 320 abusi commessi da 46 preti, ma il fenomeno sarebbe ben più vasto, si parla di quasi 70 anni di violenze fisiche e psicologiche ad almeno 35mila ragazzini, come aveva indicato già in maggio un altro rapporto.
Una lettura - dice la Santa Sede - che ha «profondamente turbato e addolorato» il Papa e che lo ha spinto oggi ad esprimere una volta di più «il proprio rammarico per le azioni di alcuni membri del clero che hanno tradito le loro solenni promesse a Dio».
All'incontro erano presenti tutti i massimi vertici della Curia, a conferma dell'eccezionalità del caso: il segretario di Stato Tarcisio Bertone (con il sostituto Filoni e il ministro degli esteri Mamberti e i rispettivi vice, Wells e Balestrero) il prefetto per il clero, Claudio Hummes, il prefetto per i vescovi, Giovanni Battista Re, il capo della dottrina della fede, William Levada e il prefetto per la vita consacrata, Franc Rodè.
Ora si attendono le decisioni del Papa nei confronti dei responsabili, che serviranno da "guida" anche per possibili futuri casi (in cui si prevederebbe la immediata riduzione allo stato laicale e denuncia alla magistratura dei responsabili).
Uno dei capi d'accusa più gravi rivolti alla Chiesa irlandese è quello di aver coperto per lunghi anni le violenze pur essendo a conoscenza dei casi. In particolare nel mirino ci sono alcuni presuli: fra questi l'attuale vescovo di Limerick, Donal Murray, già ausiliare di Dublino, che in questi giorni ha avuto modo anche di parlare con Benedetto XVI a Roma. È possibile che in tempi rapidi possano arrivare le sue dimissioni, oltre a quelle di altri vescovi.
Benedetto XVI (che alla vigilia della sua elezione parlò di «sporcizia nella Chiesa») non è mai stato indulgente nei confronti dei preti pedofili: aveva espresso vergogna negli Stati Uniti, era tornato sul tema nella visita in Australia e, pochi mesi dopo l'elezione, nell'ottobre del 2006, aveva denunciato «molti casi dolorosi di abusi sessuali su minori», ricevendo i vescovi irlandesi, «ancora più tragici quando a compierli è un ecclesiastico ».

© Copyright Il Sole 24 Ore, 12 dicembre 2009

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