sabato 12 dicembre 2009
Il Papa sullo scandalo dei preti pedofili: «Outrage»: sdegno, rabbia. E «betrayal», tradimento. E «shame», vergogna (Vecchi)
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CITTÀ DEL VATICANO
«Outrage»: sdegno, rabbia. E «betrayal», tradimento. E «shame», vergogna.
Benedetto XVI è sempre stato durissimo sui preti pedofili, dagli Usa all’Australia, ma mai le sue parole erano state così forti.
Per un’ora e mezzo, ieri mattina, il Papa ha ascoltato i vertici della Chiesa d’Irlanda convocati in Vaticano, «profondamente scosso e angosciato» dopo uno «studio accurato» del «Murphy Commission Report», il rapporto governativo di 720 pagine (sul sito www. justice. ie ) che certifica 320 casi di abusi sessuali a minori nella sola arcidiocesi di Dublino, trent’anni di sevizie e omertà dal 1975 al 2004, 320 vittime di 46 preti pedofili: uno ha ammesso di aver violentato più di cento ragazzini, un altro di aver commesso abusi per 25 anni «ogni due settimane». Un’inchiesta diffusa il 26 novembre che si aggiunge al «Rapporto Ryan» pubblicato il 20 maggio dalla «Child Abuse Commission»: 9 anni di indagine e 3.500 pagine a descrivere mezzo secolo di violenze «sistematiche » negli istituti «correttivi » cattolici, commesse da «centinaia» di preti e suore dagli anni ’30 agli anni ’80. Molto peggio di quanto raccontò il film «The Magdalene sisters» nel 2002. «Un vergognoso catalogo di crudeltà, abbandono e abusi fisici, sessuali e psicologici », ha riassunto il cardinale Sean Brady, presidente dei vescovi irlandesi, presente ieri con l’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin.
Il Papa li aveva ricevuti a giugno. Si rivolse ai vescovi irlandesi già nel 2006 chiedendo «giustizia».
Ma ora Benedetto XVI, fautore della «tolleranza zero» contro i pedofili, ha deciso di agire direttamente: scriverà una lettera a tutti i fedeli irlandesi per «indicare con chiarezza le iniziative da prendere in risposta alla situazione». Selezione più severa nei seminari, riduzione allo stato laicale, denunce alla magistratura.
Ma anche idee come la commissione indipendente che a marzo fece dimettere il vescovo John Magee.
In una nota da lui stesso rivista, il Papa «condivide lo sdegno, il tradimento e la vergogna dei fedeli», esprime il suo «profondo rammarico» per quei preti che hanno «tradito le solenni promesse a Dio», chiede di «unirsi a lui nella preghiera per le vittime e le famiglie » ma soprattutto garantisce la «massima attenzione» per capire come questi «crimini odiosi» siano potuti accadere e definire «efficaci e sicure strategie per evitare che si ripetano ».
In Irlanda si era accusata Roma di silenzio: «La commissione nel 2006 non ebbe risposta».
Per il Vaticano «non c’erano state richieste attraverso i canali diplomatici».
Ora interviene il Papa. Salteranno molte teste: «La Santa Sede prende molto sul serio le questioni centrali sollevate dalla relazione, ivi comprese le questioni relative alla guida dei responsabili della Chiesa locale che hanno la responsabilità ultima nella cura pastorale dei bambini».
Il rapporto Murphy cita quattro arcivescovi responsabili d’aver coperto, e l’unico vivo è il cardinale in pensione Desmond Connell.
Ma rischia, tra gli altri, il vescovo Donal Murray, dal Papa nei giorni scorsi. L’arcivescovo Martin commenta: «Penso si vada verso una significativa riorganizzazione».
Era stato lui a spiegare, amaro: «Le sofferenze dei bambini erano subordinate a 'proteggere la Chiesa' ed 'evitare lo scandalo' ». Spesso i pedofili erano stati spostati altrove. E avevano ricominciato.
© Copyright Corriere della sera, 12 dicembre 2009 consultabile online anche qui.
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2 commenti:
L'Irish Times ha subito indetto un sondaggio sulla dichiarazione dal Vaticano: 61% dicono che non basta. Commenti in tono. Eufemia
Mi sarei stupito del contrario.
Anzi,per essere un sondaggio,per giunta su internet,trovo che il comunicato abbia fatto davvero colpo,soprattutto per la notizia della futura lettera del Papa.
In coscienza,vista l'entità dei crimini, non mi avrebbe sorpreso affatto un risultato del tipo 90 a 10,se non peggio addirittura.
Antonio
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