sabato 2 gennaio 2010

Il Papa: «Deponete le armi. Non spegnete il sorriso dei bimbi» (Galeazzi)


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Appello del Papa alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo (Il Tempo)

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Il Papa: "Nel primo giorno dell’anno, vorrei rivolgere un appello alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati di qualunque tipo. A tutti e a ciascuno dico: fermatevi, riflettete, e abbandonate la via della violenza! Sul momento, questo passo potrà sembrarvi impossibile, ma, se avrete il coraggio di compierlo, Dio vi aiuterà, e sentirete tornare nei vostri cuori la gioia della pace, che forse da tempo avete dimenticata" (Angelus)

Dal Papa appello gruppi armati: "Riflettete e fermate la violenza"

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Il Papa: educare i bimbi al rispetto degli immigrati e proteggerli. La pace ed il rispetto dell'ambiente ci chiedono un'ecologia umana (Izzo)

Il Papa: "La pace incomincia da uno sguardo rispettoso, che riconosce nel volto dell’altro una persona, qualunque sia il colore della sua pelle, la sua nazionalità, la sua lingua, la sua religione. Ma chi, se non Dio, può garantire, per così dire, la “profondità” del volto dell’uomo? In realtà, solo se abbiamo Dio nel cuore, siamo in grado di cogliere nel volto dell’altro un fratello in umanità, non un mezzo ma un fine, non un rivale o un nemico, ma un altro me stesso, una sfaccettatura dell’infinito mistero dell’essere umano" (Monumentale omelia sul "Volto di Dio")

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L’appello del Papa
“Deponete le armi”


GIACOMO GALEAZZI

CITTA’DEL VATICANO

«Deponete le armi. Non spegnete il sorriso dei bimbi».
Mentre la guerra insanguina 22 paesi, Benedetto XVI si appella «alle coscienze di quanti fanno parte di gruppi armati» e apre il 2010 con un drammatico grido di pace: «Fermatevi, riflettete, abbandonate la via della violenza».
A cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, il Papa detta le linee-guida alla Chiesa. «La fede va accettata nel suo insieme e non frammentata», perciò i teologi devono avere una «visione unitaria della dottrina cristiana». Mentre il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni gli conferma l’invito in sinagoga tra due settimane («tappa fondamentale nel dialogo») e il sito vaticano sfida la censura di Pechino mettendo in Rete la Bibbia in cinese, il Papa tende la mano a «quanti non hanno fede o l’hanno lasciata sfiorire» e sollecita un confronto pacato.
«E’ giunta l’ora di comprendere senza recriminazioni né strumentalizzazioni il senso autentico del Concilio - spiega l’Osservatore romano -.La discordia tra cattolici indebolisce la loro credibilità di testimoni: il Papa è un ponte tra Dio e la modernità».
Al «Te Deum» a San Pietro, il Pontefice esorta le istituzioni ad aiutare le famiglie colpite da crisi e disoccupazione. Se l’economia va male, i poveri stanno peggio, perciò la «vicinanza spirituale» di Benedetto XVI va a «chi si trova in situazione di disagio» e ai giovani il cui futuro reclama «solide fondamenta». Il rispetto per gli immigrati va insegnato ai bambini, dunque «per costruire la pace dobbiamo riconoscerci come fratelli e non bisogna discriminare gli altri per il colore della pelle e la religione».
I bimbi stranieri sono «la profezia della futura umanità». Distruggere l’ambiente degrada l’uomo e solo il disarmo rende il mondo più degno. Il Papa ricorda «le dolorose immagini di tanti bambini e delle loro madri in balia di guerre e violenze: profughi,rifugiati, migranti forzati». «Un appello silenzioso alla nostra responsabilità», di fronte al quale «dobbiamo semplicemente convertirci a progetti di pace, deporre le armi di ogni tipo e impegnarci tutti insieme a costruire un mondo più degno dell’uomo». Benedetto XVI raccomanda l’educazione ad una «ecologia» ambientale e umana («insieme con la natura bisogna rispettare la vita umana») e fa gli auguri all’Italia e al presidente della Repubblica che giovedì lo aveva citato nel messaggio a reti unificate.
Con il Papa, Napolitano condivide «un approccio morale verso l’ambiente e lo sviluppo affinché prevalgano atteggiamenti lungimiranti e responsabili». Una «profonda adesione» al messaggio papale arriva anche dal ministro degli Esteri, Frattini: «La pace inizia da uno sguardo rispettoso che riconosce nel volto dell’altro una persona, qualunque sia il colore della pelle, la nazionalità, la lingua, la religione». Un riconoscimento di fratellanza che fa considerare l’altro «non un mezzo ma un fine». L’arcivescovo di Milano, Tettamanzi indica «un nuovo stile di vita nella produzione e nel consumo».
Più responsabilità verso il creato e stop alla «politica violenta e litigiosa», avverte il leader Cei Bagnasco. Il vescovo Paglia collega l’appello di Ratzinger a quello di Roncalli («Sia pace su tutte le terre del mondo»). E Benedetto XVI, davanti ai 60 mila fedeli riuniti per l’Angelus, ribadisce «l’importanza che, nella tutela dell’ambiente, hanno le scelte dei singoli, delle famiglie e delle amministrazioni locali».

© Copyright La Stampa, 2 gennaio 2010 consultabile online anche qui.

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