venerdì 12 marzo 2010

Austria, tre religiosi sospesi per gli abusi. Sono benedettini del monastero di Kremsmuenster


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Il senso del peccato e del perdono (Sequeri)

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Analisi particolarmente riduttiva (ed ingiusta) di Rusconi che mischia celibato sacerdotale, ordinazione delle donne, "papesse" e preti pedofili

Il Papa e il diavolo, padre Amorth: Io esorcista e il demonio nella Chiesa (Ansaldo)

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Vaticano: «No attenuanti per abusi». In Austria sospesi tre sacerdoti

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Precisazione del portavoce dell'arcidiocesi di Vienna: il card. Schönborn non ha messo in dubbio in alcun modo il celibato nella Chiesa Cattolica

Il Papa: "Nelle condizioni di libertà in cui oggi è possibile esercitare il ministero sacerdotale, è necessario che i presbiteri vivano in "modo alto" la propria risposta alla vocazione, perché soltanto chi diventa ogni giorno presenza viva e chiara del Signore può suscitare nei fedeli il senso del peccato, dare coraggio e far nascere il desiderio del perdono di Dio" (Discorso alla Penitenzieria Apostolica)

Pedofilia, vescovi irlandesi: il Papa ci chiede di aiutare i giudici. La Lettera "De delictis gravioribus" non preclude affatto la collaborazione

Pedofilia, Messori: il Vaticano sembra il solo a fare notizia (Corriere)

Le confessioni di un cardinale anonimo che però descrive un Ratzinger "nobilmente disinteressato alla propria elezione" (Galeazzi). Da incorniciare!

L'intervento del card. Schoenborn. Ancora una volta le interpretazioni di agenzie e quotidiani non aderiscono al testo...

Le parole della Scaraffia suonano come un’autocritica, visto che la denuncia trova spazio proprio sulle colonne dell’Osservatore (Tornielli)

Austria, tre religiosi sospesi per gli abusi

Sono benedettini del monastero di Kremsmuenster

Casi anche nel Coro dei Ragazzi di Vienna, non legato alla Chiesa

DA ROMA

Tre religiosi, appartenenti al monastero benedettino di Kremsmuenster, nel distretto di Kirchdorf nell’Alta Austria, sono stati sospesi dalle loro funzioni per l’accusa di aver abusato di alcuni allievi del locale educandato.
A rivelarlo è stato il quotidiano Oberoesterreich- Nachrichten, in un servizio sul dilagare anche in Austria di rivelazioni su abusi sessuali commessi su minori in scuole e istituti religiosi. «Finora ho taciuto, ma adesso è arrivato il momento di affrontare l’ipocrisia della Chiesa cattolica», racconta al giornale una delle presunte vittime. E l’abate responsabile del monastero, Ambros Ebhart, ha confermato che i tre monaci accusati di abusi sono stati immediatamente sospesi, mentre anche altri due confratelli sono sotto accusa.
Intanto, a Vienna, a seguito dell’operazione trasparenza avviata dalla Conferenza episcopale austriaca, altre dodici persone si sono rivolte ad un incaricato della diocesi per segnalare di essere state vittime di abusi .
Secondo il quotidiano Standard in un articolo che verrà pubblicato oggi, anche il 'Coro dei Ragazzi di Vienna' (che però non è legato alla Chiesa né a istituzioni religiose) sarebbe investito da sospetti, stando alla denuncia di due ex coristi - oggi residenti in Germania - che hanno raccontato di una «atmosfera di terrore e di paura». Uno di loro, che oggi ha 33 anni, chiede 'spiegazioni e un risarcimento'.
Si moltiplicano, insomma, le denunce: undici casi erano stati segnalati la settimana scorsa in Stiria e ancora undici sono venuti ieri alla luce nella diocesi di Innsbruck. Nel Tirolo sarebbero inoltre già trentatré i casi di abusi verificatisi a partire dal 1995. E si moltiplicano anche le testimonianze 'pubbliche': in un’intervista alla radio Orf un ex alunno del ginnasio-liceo «Mehrerau» di Bregenz, gestito dai frati cistercensi, ha accusato l’ex priore Kassian Lauterer, 76 anni, di aver imposto alle sue vittime di «non dire una parola ai genitori» sugli abusi subiti. La presunta vittima, oggi 57enne, che sarebbe sfuggito alle attenzioni sessuali dell’ex priore solo perché 'fisicamente poco attraente', aveva frequentato il ginnasio-liceo dal 1964 al 1972.
Intanto, dalla curia di Vienna, è arrivata una precisazione circa quanto attribuito l’altro ieri all’arcivescovo, il cardinale Christoph Schönborn, il quale «non ha messo in dubbio in alcun modo il celibato nella Chiesa cattolica di rito latino». Il porporato, che secondo quanto riferito aveva indicato proprio nel regime celibatario una delle causa della pedofilia, «aveva affermato invece – rileva la nota – che sugli abusi deve esserci solo la via della verità ed è assolutamente necessario mettere al primo posto le vittime».

© Copyright Avvenire, 12 marzo 2010

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciò che mi fa ribollire il sangue nelle vene è che quando uno prete commette un reato di pedofilia, o altro, è la Chiesa a commetterlo e ad essere ipocrita. Questo luogo comune è una gravissima ingiustizia nei confronti della Chiesa tutta, ma soprattutto verso tutti quei sacerdoti e religiosi che vivono quotidianamente il loro ministero con amore, dedizione e sacrificio, rendendo gloria a Dio. Maria Pia

Anonimo ha detto...

Ovviamente è anche il reato in sè ad essere abominevole, ma deve essere chiaro che a commetterlo è il singolo individuo non la Chiesa. Maria Pia