lunedì 29 marzo 2010

Da Dio il coraggio di non lasciarsi intimidire (Pinna)


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Da Dio il coraggio di non lasciarsi intimidire

Per la prima volta Benedetto XVI ha guidato dalla "papamobile" la processione della Domenica delle Palme

Elisa Pinna

Roma

Da Dio viene quel «coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti»: Papa Benedetto XVI, con la Messa delle Palme ieri mattina in piazza San Pietro, ha aperto la faticosa settimana dei riti della Settimana Santa, riaffermando che Gesù «tira e sostiene» la Chiesa e i suoi pastori nella «salita» della vita umana. Non c'è stato nessun riferimento diretto ma sullo sfondo delle parole del Pontefice si scorgono le settimane di passione per lo scandalo dei preti pedofili. Nelle invocazioni dei fedeli si è poi pregato per i giovani e anche per i loro educatori.
In un tripudio di fiori, di foglie di palma (i "parmureli" intrecciati a Sanremo e Bordighera), di rami di ulivo e alberi secolari portati dalla Puglia, il rito della Domenica delle Palme si è aperto in piazza San Pietro con la tradizionale processione salmodiante dall'obelisco al sagrato davanti alla Basilica: per la prima volta, papa Benedetto XVI non l'ha guidata a piedi, bensì a bordo della "papamobile".
«Una scelta per renderlo più visibile alle decine di migliaia di fedeli presenti in piazza», ha spiegato successivamente il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ai giornalisti. Il Papa è apparso nella sua forma abituale, sul viso però qualche traccia di stanchezza.
Gesù – ha detto Ratzinger con voce forte durante l'omelia – «ci tira e ci sostiene», come in una cordata. «Fa parte della sequela di Cristo che ci lasciamo integrare in tale cordata; che accettiamo di non potercela fare da soli», ha aggiunto. L'uomo – ha ancora spiegato – può scegliere di seguire Cristo, nella sua ascesa verso Gerusalemme, simbolo della Città celeste, o anche «scendere verso il basso, il volgare; può sprofondare nella palude della menzogna e della disonestà». Egli – ha continuato il Papa – «ci conduce verso ciò che è grande, puro, ci conduce verso l'aria salubre delle altezze: verso la vita secondo verità; verso il coraggio che non si lascia intimidire dal chiacchiericcio delle opinioni dominanti; verso la pazienza che sopporta e sostiene l'altro». «Egli – ha proseguito Benedetto XVI – conduce verso la disponibilità per i sofferenti, per gli abbandonati; verso la fedeltà che sta dalla parte dell'altro anche quando la situazione si rende difficile. Conduce verso la disponibilità a recare aiuto; verso la bontà che non si lascia disarmare neppure dall'ingratitudine. Egli ci conduce verso l'amore, ci conduce quindi verso Dio».
Ad ascoltare la messa del Papa, durata oltre due ore e mezzo, una grande folla: 25 mila persone – secondo i dati della Vigilanza pontificia – erano i presenti all'inizio del rito; molti di più, forse il doppio, alla fine.
All'Angelus, Benedetto XVI ha ricordato come proprio in una Domenica delle Palme di 25 anni fa, il suo predecessore, Giovanni Paolo II avesse istituito e legato a tale festività la "Giornata Mondiale della Gioventù", che si celebra, ogni due-tre anni, a livello internazionale. La prossima sarà a Madrid nell'agosto del 2011. Benedetto XVI ha invitato i giovani a seguire con fermezza la via di Gesù senza temere «incomprensioni e offese».
Poi, nel giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda la salita di Gesù a Gerusalemme, non poteva mancare un appello per ritrovare il «coraggio» della pace in Terrasanta. «Sono profondamente addolorato per i recenti contrasti e per le tensioni verificatisi ancora una volta in quella Città (Gerusalemme) che è patria spirituale di Cristiani, Ebrei e Musulmani», ha detto il pontefice. «La pace – ha aggiunto – è un dono che Dio affida alla responsabilità umana, affinché lo coltivi attraverso il dialogo e il rispetto dei diritti di tutti, la riconciliazione e il perdono. Preghiamo, quindi – ha concluso – perché i responsabili delle sorti di Gerusalemme intraprendano con coraggio la via della pace e la seguano con perseveranza».
Poi, finiti i discorsi, di nuovo in "papamobile" tra una folla che gli ha dato prova di affetto, incoraggiamento, sostegno. Sul volto del Papa, nell'uscire dalla piazza stracolma, un sorriso di serenità.
Sullo scandalo pedofilia interviene intanto, in un articolo sul quotidiano austriaco "Die Presse", il cardinal Carlo Maria Martini: «L'obbligo del celibato per i preti dovrebbe essere ripensato. Le questioni di fondo della sessualità vanno ripensate alla base del dialogo con le nuove generazioni; dovremmo porci delle questioni di base per riconquistare la fiducia perduta».

© Copyright Gazzetta del sud, 29 marzo 2010

50mila fedeli e' un dato straordinariamente al ribasso ma, si sa, la matematica e' un'opinione quando si tratta di Benedetto XVI.
R.

1 commento:

euge ha detto...

50.000 fedeli....... il solito dato falsato?

Aggiungiamoci anche questo! Tanto ormai le falsità sono all'ordine del giorno....... Certo che adesso i bisognosi di una visita oculistica, cominciano ad essere TANTI! FORSE TROPPI