lunedì 29 marzo 2010

Legionari di Cristo. La "nomenklatura" che deve sparire (Magister)


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Legionari. La "nomenklatura" che deve sparire

Nome per nome, tutti gli alti dirigenti della congregazione. Il loro legame strettissimo col fondatore e con il suo scandalo. L'impossibilità di ogni vero rinnovamento, finché essi resteranno al potere

di Sandro Magister

ROMA, 29 marzo 2010

Alla fine di aprile i cinque vescovi che hanno ultimato la visita apostolica ordinata dalla Santa Sede tra i Legionari di Cristo illustreranno alle autorità vaticane i contenuti dei loro rapporti, consegnati alla metà di marzo.
Una precedente, lontana, visita apostolica tra i Legionari, tra il 1956 e il 1959, finì con l'assoluzione.
Questa volta, però, tutto fa pensare che non sarà così.
Si prevede che molto rapidamente le autorità vaticane metteranno al comando della Legione un commissario esterno dotato di pieni poteri.
E a lui dovranno ubbidire gli attuali capi della congregazione, che sono il vero ostacolo a qualsiasi cammino di rinnovamento, anche minimo.
Ma questo gruppo dirigente è tutt'altro che rassegnato a cedere il passo.
Liberati dall'assillo dei visitatori e non ancora sottomessi al comando del commissario, in questo periodo d'intervallo che sperano si prolunghi "vari mesi" stanno facendo di tutto per consolidare il loro potere e conquistarsi l'appoggio della gran parte degli 800 sacerdoti della Legione e degli altri adepti religiosi e laici.
Il 25 marzo, durante la riunione annuale a Roma dei direttori territoriali con il direttore generale e il suo consiglio, hanno emesso un comunicato nel quale per la prima volta pubblicamente descrivono ad uno ad uno e "riprovano" gli atti peccaminosi del loro fondatore Marcial Maciel (1920-2008), chiedono perdono alle vittime e affermano di "non poter più guardare alla sua persona come modello di vita cristiana o sacerdotale".
Ma quanto è affidabile questa presa di distanza dei dirigenti della Legione dal loro fondatore e in particolare dal "repentino svelarsi" – così dicono – delle sue malefatte?

E da chi è composta questa "nomenklatura"?

Eccola qui di seguito, aggiornata alle ultime nomine.

*

Direttore generale

Álvaro Corcuera, messicano, 53 anni

Vicario generale

Luís Garza Medina, messicano, 53 anni

Consiglieri generali

Francisco Mateos, spagnolo, oltre 60 anni
Michael Ryan, irlandese, oltre 60 anni
Joseph Burtka, statunitense, 40 anni

Segretario generale

Evaristo Sada, messicano, 50 anni

Procuratore generale

Cristóforo Fernández, messicano, oltre 70 anni

Direttori territoriali

Luís Garza Medina, messicano, 53 anni: Italia, Svizzera, Belgio, Polonia, Terra Santa, Corea, Filippine

Jesús María Delgado, spagnolo, 45 anni: Spagna

Emilio Díaz Torre, messicano, 50 anni: Messico-Monterrey

Rodolfo Mayagoitia, messicano, 50 anni: Messico e America Centrale

José Manuel Otaolaurruchi, messicano, 45 anni: Venezuela e Colombia

Leonardo Nuñez, messicano, 45 anni: Brasile

José Gerardo Cárdenas, messicano, 55 anni: Cile e Argentina

Julio Martí, venezuelano, 45 anni: Stati Uniti-New York e Canada

Scott Reilly, statunitense, 45 anni: Stati Uniti-Atlanta

Jacobo Muñoz, spagnolo, 40 anni: Francia e Irlanda

Sylvester Heereman, tedesco, 40 anni: Germania e Centro Europa

*

Per tornare alla domanda circa l'affidabilità della presa di distanza dei capi della Legione dal loro fondatore, occorre tenere presenti alcuni fatti.
Il direttore, il vicario e i membri attuali del consiglio generale sono stati eletti nel corso del terzo e ultimo capitolo della congregazione, nel gennaio del 2005.
In quell'occasione Maciel, il fondatore, aveva rinunciato a ogni carica, essendo scattata da qualche mese contro di lui l'indagine ordinata dall'allora prefetto della congregazione per la dottrina della fede, cardinale Joseph Ratzinger. Indagine compiuta dal promotore di giustizia della stessa congregazione, Charles J. Scicluna, e sfociata l'anno dopo, con Ratzinger divenuto papa, in una punizione canonica.
Ma l'ascesa al potere, nella congregazione, dell'attuale gruppo dirigente risale al precedente capitolo generale, il secondo, tenuto a Roma nel 1992.
In quell'occasione fecero blocco attorno al fondatore Maciel i due che sono tuttora gli uomini forti della Legione: i padri Corcuera e Garza, il secondo più del primo, con attorno a loro un gruppo di fedelissimi i cui nomi si ritrovano quasi tutti nell'attuale "nomenklatura".
Stando ad alcune testimonianze rese nei mesi scorsi ai visitatori apostolici, in questo gruppo c'era chi sapeva della doppia vita del fondatore, degli atti carnali da lui compiuti su tanti suoi seminaristi nell'arco di decenni, delle sue amanti, dei suoi figli, del suo uso di stupefacenti. Ma nonostante ciò si costruì attorno a Maciel un fortilizio a difesa delle sue virtù, se ne alimentò il culto tra i seguaci, tutti all'oscuro della verità, se ne magnificarono i talenti, anche tra le alte gerarchie della Chiesa. Fu tale l'efficacia di questa esaltazione della figura del fondatore che ancora oggi essa ispira il senso d'appartenenza alla Legione di molti suoi sacerdoti e religiosi.
La coesione del gruppo dirigente, originata dal suo pluridecennale legame con Maciel, perdura oggi nel vincolo che lega e subordina tutti a Corcuera e più ancora a Garza.
Garza concentra in sé due cariche chiave. È vicario generale, con il controllo dell'amministrazione, ed è direttore della provincia italiana della congregazione, quella con sede a Roma, dove c'è il Vaticano. Di questa seconda carica ha preso possesso poco prima che iniziasse la visita apostolica, trasferendo il suo predecessore, Jacobo Muñoz, alla provincia della Francia e dell'Irlanda.
Ma in più Garza è anche il creatore e il signore assoluto di Grupo Integer, la holding che fa da cassaforte e da centro direttivo di tutte le opere della Legione nel mondo, il cui patrimonio complessivo è stimato in 25 miliardi di euro.
Garza è parente di una ricchissima famiglia di Monterrey, grande benefattrice per decenni delle opere di Maciel e legatissima a un altro dei consiglieri generali della Legione, Francisco Mateos. Il segretario generale, Evaristo Sada, è suo cugino.
Oltre che vincolati a Garza e Corcuera, alcuni degli attuali dirigenti sono stati per anni vicinissimi al fondatore. Alejandro Ortega, direttore fino a due anni fa di una delle due province del Messico, fu segretario personale di Maciel. Julio Martí, direttore della provincia degli Stati Uniti e del Canada, fu superiore della casa generalizia dei Legionari a Roma. Michael Ryan fu amico d'antica data della famiglia di Maciel e sostenitore della causa di beatificazione della madre, Maura Degollado Guízar.
Nei giorni scorsi Garza e Corcuera hanno serrato ancor più le file dei fedelissimi, con alcuni spostamenti. Alla direzione della provincia di Monterrey, in Messico, è stato designato Emilio Díaz Torre. E al suo predecessore Leonardo Nuñez è stata affidata la provincia del Brasile.
Sia l'uno che l'altro sono messicani, come la maggior parte degli alti dirigenti dei Legionari. La seconda nazionalità privilegiata è la spagnola.
Gli italiani, invece, sono sempre stati tenuti lontani dalle cariche importanti. Sono ritenuti meno fidati, oltre che troppo introdotti nella curia vaticana, dove i Legionari hanno amici ma anche nemici, questi ultimi oggi di più.

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1342691

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sarà perché sono sufficientemente smaliziato da giudicare gli avvenimenti in base ai ricorsi della storia e dei suoi frequenti immorali protagonisti; sarà che come cattolico praticante ho sempre visto, con qualche sospetto motivato, il proliferare "disordinato", intorno alla Chiesa Cattolica, di ordini ecclesiastici e movimenti di supporto cattolico innovativi (tanto per non fare alcuni nomi, i Legionari di Cristo, i Focolarini, Comunione e Liberazione, Pax Cristi, Sant'Egidio, ecc., ecc.), istituzioni che mi sono spesso apparse - al di là delle buone intenzioni proclamate dagli aderenti - "trampolini di lancio" per la ricerca di visibilità, fama e opportunità di accesso privilegiato e sponsorizzato "dei Capi" al perverso mondo della politica, o nella migliore delle ipotesi, della cultura dei salotti.
Ho criticato, in alcune circostanze, la tendenza della Chiesa Cattolica ad accettare e talvolta promuovere questi "gruppi" religiosi-sociali che spesso passano alla ribalta soprattuto per le loro idee politiche o per alcune singolari, discutibili enucniazioni, di tipo "lunare".
Ricordo, ad esempio, come alcuni anni or sono, il Santo Padre, con il conforto del Vescovo di Assisi, avesse dovuto richiamare all'ordine (nel senso, in questa accezione, di rispetto pieno delle regole del fondatore S. Francesco) i francescani di Assisi, di Terra Santa, di Pietrelcina.
La Chiesa è una struttura gerarchica: pur nel rispetto dei carismi individuali e di gruppo, per funzionare decentemente, non può lasciare crescere in maniera sconsiderata, incontrollabile ed ingestibile ",le strutture collaterali di supporto", che amano andare per loro conto, come gerarchie autonome rispetto al Santo Padre al quale non amano rendere conto finché le circostanze non lo impogano.
Alcuni fallimenti morali degli ultimi anni, a mio avviso, sono appunto ascrivibili alla proliferazione esagerata di questi collateralismi difficili da controllare.