venerdì 16 aprile 2010

Benedetto XVI: è ora di fare penitenza (Fausto Gasparroni)


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Il Papa: "Sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter far penitenza è grazia" (Radio Vaticana)

Pedofilia, il Papa: «E' ora di fare penitenza»

Pedofilia, Mons. Crociata: "Anche se in Italia la legge non prevede la denuncia obbligatoria, i vescovi sono tenuti a collaborare". Riflessioni

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Benedetto XVI: è ora di fare penitenza

I vescovi italiani assicurano la «massima cooperazione» con le autorità civili nei casi di abusi sui bambini

Fausto Gasparroni

VATICANO

Per la Chiesa è giunta l'ora di «fare penitenza», una parola che finora le era apparsa «troppo dura»: nell'imperversare dello scandalo pedofilia, e di fronte agli «attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati», Benedetto XVI ha invitato ieri a «riconoscere ciò che è sbagliato nella nostra vita», unico modo per aspirare alla «purificazione» e al «rinnovamento». Intanto i vescovi italiani, pur essendo il nostro uno dei paesi in cui non c'è l'obbligo di denuncia, assicurano «massima cooperazione» con le autorità civili.
Della necessità della «penitenza», il Papa ha parlato nell'omelia della messa celebrata, nella Cappella Paolina in Vaticano, con i membri della Pontificia Commissione Biblica.
«Noi cristiani, anche negli ultimi tempi – ha detto il Pontefice –, abbiamo spesso evitato la parola penitenza, che ci appariva troppo dura». «Adesso sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati – ha proseguito –, vediamo che poter far penitenza è grazia e vediamo come sia necessario fare penitenza, riconoscere cioè ciò che è sbagliato nella nostra vita. Aprirsi al perdono, prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare». Secondo Benedetto XVI, «il dolore della penitenza, cioè della purificazione e della trasformazione, questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della Misericordia divina».
Pressoché negli stessi momenti, rispondendo ai giornalisti a margine di una conferenza stampa, il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, inquadrava il comportamento che i vescovi devono tenere in Italia di fronte ai presunti casi dei pedofilia commessi da sacerdoti. L'Italia, ha spiegato mons. Crociata, «è uno di quei Paesi in cui la legge civile non prevede l'obbligo di denuncia da parte» dei vescovi, ma «ci atteniamo all'indicazione generale che il Papa ha dato nella sua lettera agli Irlandesi e cioè – ha sottolineato il segretario della Cei – la massima cooperazione che si esprime invitando le vittime o i colpevoli a denunciare e a non porre nessun ostacolo perchè la giustizia civile faccia il suo corso».
L'attività della Chiesa italiana per far fronte al problema pedofilia procede anche su altri fronti. Come ha anticipato Panorama, che ne parla nel numero in uscita domani, il capo dei vescovi, card. Angelo Bagnasco, ha indicato un responsabile, monsignor Mauro Rivella, attualmente direttore dell'Ufficio Nazionale per i Problemi Giuridici della Cei e sottosegretario alla Segreteria generale della Cei, per promuovere una rete dei centri per il recupero di sacerdoti con difficoltà psicologiche e di quelli pedofili. Panorama pubblica anche l'elenco segreto delle case e dei centri di accoglienza dove la Cei e le diocesi italiane inviano i preti pedofili per le terapie di recupero.
L'associazionismo cattolico italiano, intanto, serra le file per stringersi il prossimo 16 maggio intorno a Benedetto XVI in una grande manifestazione di vicinanza e solidarietà, che in qualche modo ricorda il «Papa day» organizzato il 20 gennaio del 2008 contro chi non volle la visita di Ratzinger all'Università La Sapienza di Roma. L'ha convocata la Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (Cnal), organismo che raduna 67 associazioni e movimenti ecclesiali italiani, che ha invitato ad esprimere sostegno al Papa, attaccato a livello internazionale per lo scandalo pedofilia, unendosi domenica 16 maggio in Piazza San Pietro alla recita del Regina Coeli.

© Copyright Gazzetta del sud, 16 aprile 2010

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