lunedì 24 maggio 2010

Card. Bagnasco: unirsi contro la crisi economica e morale (che investe anche la Chiesa): il commento di Salvatore Izzo


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BAGNASCO: UNIRSI CONTRO CRISI ECONOMICA E MORALE (CHE INVESTE ANCHE LA CHIESA)

(AGI) - CdV, 24 mag.

(di Salvatore Izzo)

"Il grande contributo che la Chiesa e i cattolici hanno dato, spesso pagandone alti prezzi, alla storia d'Italia e alla crescita civile del Paese", al quale si e' inchinato recentemente il capo dello Stato, e' stato esaltato oggi anche dal presidente della Cei Angelo Bagnasco, che ha citato le parole di Napolitano in apertura della 61esima Assemblea dell'Episcopato Italiano. E l'applauso convinto dei 200 presuli riuniti in Vaticano ha espresso un comune sentire dell'intera Chiesa Italiana quando il cardinale ha chiesto "a politici, imprenditori, banchieri e sindacalisti" uno sforzo congiunto per portare il Paese fuori dalla crisi economica che continua a mordere le famiglie, uno "scenario davanti al quale - sono state le parole di Bagnasco - non possiamo come vescovi non chiedere ai responsabili di ogni parte politica di voler fare un passo in avanti puntando come metodo ad un responsabile coinvolgimento di tutti nell'opera che si presenta sempre piu' ardua".
La crisi, per Bagnasco, e' economica ma soprattutto morale.
"L'Italia - infatti - sta andando verso un lento suicidio demografico" e servirebbe una politica piu' incisiva a favore delle famiglie, in particolare difendendo "il matrimonio tra un uomo e una donna che rappresenta un bene inalterabile" e introducendo "il quoziente familiare, l'innovazione che si attende e che puo'liberare l'avvenire della nostra societa'".
Il card. Bagnasco ha parlato anche della morsa della criminalita' organizzata sul Meridione d'Italia e non solo, sottolinenando che da tale giogo ci si puo' e ci si deve liberare. La "formidabile azione di contrasto" che le Forze dell'Ordine stanno svolgendo contro le cosche malavitose e "la loro pervasiva ramificazione su tutto il territorio nazionale e oltre", per il presidente della Cei, "se da una parte ci dicono quanto il malaffare sia radicato nel nostro Paese, dall'altra ci avvertono che il male, anche quello piu' organizzato, non e' imbattibile".
Anche per questo i vescovi salutano con gratitudine e soddisfazione, ha detto, "i risultati importanti che a ripetizione si stanno ottenendo" nella lotta alla criminalita'.
"Il rinnovamento morale che continua a generarsi dalle comunita' cristiane, e che espone talora i confratelli del Meridione quale bersaglio di facinorosi - ha rilevato tra gli applausi - ha tutto il nostro incoraggiamento e il nostro sostegno". Quanto alla Chiesa, e' anch'essa alle prese con gli scandali causati da comportamenti irresponsabili e criminali di suoi membri.
"Il nostro primo pensiero, la nostra prima attenzione - ha detto in proposito il presidente della Cei - e' nei confronti delle vittime: ancora una volta esprimiamo a loro tutto il nostro dolore, il nostro profondo rammarico e la cordiale vicinanza per aver subito cio' che e' peccato grave e crimine odioso".
In sintonia con il Papa, Bagnasco ha affermato che "il perdono del peccato non guarisce automaticamente la malattia ne' sostituisce la giustizia" e che la consapevolezza di tutto questo e' oggi piu' forte nella Chiesa. Ma ha anche ricordato che la condanna piu' ferma degli abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi, non comporta pero' che possano essere accettate "strategie di discredito generalizzato o di destrutturazione ecclesiale", portate avanti con "le insinuazioni assurde qua e la' avanzate" anche contro il Papa che invece, ha sottolineato Bagnasco, "sappiamo di dover ringraziare per quanto ha fatto e sta facendo in ordine all'esemplarita' della Chiesa e dei suoi ministri".
Gli attacchi mediatici subiti da Benedetto XVI sono per il presidente della Cei un esempio quelle che lo stesso Pontefice ha definito "forme sottili di dittatura: un conformismo in base al quale diventa obbligatorio pensare come pensano tutti, agire come agiscono tutti". Secondo Bagnasco, "le sottili aggressioni contro la Chiesa, o anche quelle meno sottili, dimostrano come questo conformismo possa realmente essere una vera dittatura". Ma Joseph Ratzinger, ha affermato il presidente della Cei, e' il Pastore all'altezza delle sfide, che affronta con credibilita' e lucidita' questo tempo difficile; e' il maestro che parla della verita' di Dio e rivela il giusto rispetto per la verita' sugli uomini; e' il testimone della carita', come della trasparenza che la carita' esige".
"Non c'e' - ha osservato il cardinale - cedevolezza in lui nei riguardi di pressioni esterne, ma un'assunzione di responsabilita' proporzionata al suo mandato". Come vescovi italiani, ha assicurato Bagnasco, "nel nostro piccolo, noi non lo lasciamo solo".
Nella sua prolusione, il cardinale ha esortato allora tutta la societa' ad un maggiore impegno nella lotta contro la pedofilia ed invitato tutti a porsi "seri interrogativi circa la spersonalizzazione cui e' soggetta l'infanzia nella rete del web come nella pubblicistica corrente, in ampi segmenti della comunicazione pubblicitaria come in taluni programmi televisivi. E circa l'ipocrisia con cui spesso si giustifica ogni abuso, o si coprono inconfessabili scelte di svago e di turismo".
"Possiamo forse dimenticare - si e' chiesto - le segnalazioni allarmate di confratelli vescovi dell'Estremo Oriente in merito al commercio obbrobrioso di cui anche nostri connazionali si rendono cola' responsabili?
Possiamo forse non ripetere l'allarme, da noi gia' lanciato, sulle multinazionali della pornografia che sono in agguato dietro l'adozione, in se stessa positiva per la televisione, del digitale terrestre?".
"Senza qui evocare le posizioni estreme di chi nel mondo occidentale vorrebbe dare addirittura dignita' politica alla pratica pedofila, si deve pur dire - ha concluso il presidente dei vescovi italiani - che ci si muove dentro ad una piu' generale contraddizione culturale ed etica".

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